SCRIVERE SGRAMMATICATO E' IGNORANZA O CREATIVITÀ? di Marco Belpoliti

SCRIVERE SGRAMMATICATO E' IGNORANZA O CREATIVITÀ? Lettera SCRIVERE SGRAMMATICATO E' IGNORANZA O CREATIVITÀ? j] ENTUSIASTICA recensio7 ne del libro sugli sgrammaticati temi di scuola media J [Tuttolibri 1148) mi trova —in totale disaccordo. Dagli esempi riportati risulta evidente che non si tratta di semplici sgrammaticature che possono rendere «colorito» ed «espressivo» il testo, ma di banale e totale ignoranza, che non fa affatto ridere né sorridere, ma solo piangere. Anziché incensare tanto l'autore, chi ha recensito il libro avrebbe dovuto soltanto chiedersi: se, dopo anni di scuola, un ragazzino scrive ancora così, che cos'hanno fatto gli insegnanti? E' la domanda che mi pongo sempre io quando, come docente di italiano, in prima media vedo giungere dalle elementari dei bambini m condizioni disastrose. La scuola, specie quella elementare, tutta presa dietro al sociale, trascura la preparazione di base. Gian Marco Mondino Le cose che lei dice riguardo alle sgrammaticature dei ragazzi sono vere (per quanto la colpa non va attribuita solo a chi insegna nel ciclo scolastico precedente al proprio). Il problema che i temi di quei ragazzini pongono è però un altro. Fatto salvo il fatto che gli errori di grammatica non son quelli di ortografia o di sintassi, noto spesso che chi sbaglia ragazzino o adulto che sia dimostra una maggior capacità espressiva che pare sfuggire alle norme, una capacità di raccontare più libera, più inventiva, maggiormente capace di rivelare un mondo di sogni e desideri (l'inconscio esiste e ha a che fare col linguaggio). Insegnando a scrivere in modo «corretto» ai nostri allievi (mestiere per cui siamo pagati), spesso si uccide in loro una capacità creativa che sembra esistere ben prima e al di là di ogni norma. Se è facile per un insegnante di materie artistiche accettare che i bambini disegnino un cielo viola o nero o giallo (ma mi ricordo che fino ali altro ieri il cielo era sempre azzurro), è più difficile accettare per un insegnante di italiano gli errori grammaticali o ortografici quali segno di una capacità inventiva che si sottrae (anche a causa dell'ignoranza, naturalmente) alle regole date. Come conciliare l'insegnamento delle regole con il mantenimento di quella forma sorgiva, spontanea? Chi scrive per professione conosce benissimo questo problema: come mantenere una forma e al tempo stesso deformarla a sufficienza per .comunicare quell'impensato che c'è nel linguaggio stesso? Scrivere è una lotta con le parole, ma anche con le regole che le comandano. Negli Anni '70 c'era molta più attenzione per le scritture «selvagge», sgrammaticate, di folli, ex criminali, prostitute e altri franchi narratori. E' un caso che oggi i modelli letterari di scrittura siano quelli eleganti e soft di certi narratori di successo? Marco Belpoliti

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