PELLEGRINA D'AUSTRALIA di Maria Rosa Cutrufelli

PELLEGRINA D'AUSTRALIA PELLEGRINA D'AUSTRALIA Uultima donna della Cutrufelli IL PAESE DEI FIGLI PERDUTI Maria Rosa Cutrufelli Marco Tropea pp. 240 L26.000 N filo tenace lega // paese dei figli perduti, l'ultimo, bel romanzo di Maria Rosa Cutrufelli a tutta l'opera di questa nostra intensa e forte scrittrice. Fin dal 1974 la Cutrufelli, giovanissima, si è dedicata a esplorare la vita delle donne, costruendo, sempre con un «atteggiamento impegnato, interessante, immensamente intelligente» (così ha scritto la critica Angela Jeannet in un saggio appena pubblicato negli Stati Uniti) «un mondo di esperienze» dove «interagivano genere, classe e umane diversità». Questo capitale di esperienze femminili, segrete e solitarie, si è poi trasferito, dal 1990, nella narrativa, quando compare la protagonista della Briganta. E' la nobildonna che, ucciso il marito, si unisce, con il fratello, alle bande di contadini, dopo il 1860, nell'Italia meridionale e reclama una padre è singolarmente fatta meridionale, e reclama una libertà che la classe e la condizione di donna le hanno negato. Un senso di rivolta non diverso anima la figura della ragazza siciliana, nel Canto al deserto, del 1994: accanto al fratello, va a occupare, nella lotta contro le forze dell'ordine, il posto del padre. La protagonista del Paese dei figli perduti, Anna Paola, non finisce in carcere, come le altre due donne e non ha né fratelli né padre. La vicenda si svolge oggi, e neppure in Italia, ma in Australia.' ' Si tratta di una ragazza come ce ne sono tante: viaggia in maglietta e jeans, è concentrata e svagata al tempo stesso. Viene dalla Sicilia, da una famiglia fatta di troppi pioni e troppi vuoti: non ha quasi memoria del padre, emigrato in Australia, e fin troppo memoria della madre, una settentrionale che, una volta arrivata nell'isola, non si è mai più mossa. Non ha fatto il minimo sforzo per raggiungere il marito, e si è contentala di allevare la figlia in solitudine, aiutata da una cognata e un'altra parente. Dal padre, da ventiquattro anni, arrivano soltanto doverosi bonifici in denaro, e lettere che incitano all'obbedienza e alla saggezza. E, con la singolare tolleranza delle ragazze di oggi, Anna Paola, in certo senso, ha obbedito: si è laureata, ma ha poi fatto la barista, ha avuto amori, ma non impegnativi, alcune simpatie femminili, non approfondite, ma, si direbbe, più spontanee. Anche l'Australia, anzi, il Nordest tropicale, dove sbarca Anna Paola, alla ricerca del padre, è singolarmente fatta di vuoti e di pieni. L'emigrazione (a differenza di quanto accade, per esempio negli Stati Uniti o in Argentina) sembra vantarsi di essere meno radicata (molti emigrati conservano la cittadinanza italiana), ma è anche assunzione di nuovi modi e abitudini. E' sicuramente stanziale, e tuttavia gli emigrati tornano in Italia, oppure chiamano altri parenti, a riempire, appunto, il grande vuoto del paese. Un paese di tutt'altra civiltà, che, tuttavia, stranamente, sul «rovescio del mondo», riproduce quello di origine. Dice Anna Paola: «...davanti al bordo di palme che si allentava per disegnare la falce di un'insenatura, compresi all'istante perché mio padre si era insabbiato proprio su quel litorale. Cairns mi appariva in tutto e per tutto come la versione tropicale della città sullo Stretto... le stesse strade dritte e le stesse case basse per via di una terra ballerina...». La novità, molto attuale, del romanzo sta nell'agnizione: così singolare da risultare piuttosto introspezione. Esiste, del resto, in tutta la narrativa della Cutrufelli una disponibilità al vedere la vita stessa come mistero da svelare. Ma qui, il mistero è struggente: nel passato, una famiglia che non si è mai ricostituita, e, nell'avvenire, la vita di una ragazza, Anna Paola, che, soltanto grazie al lungo pellegrinaggio, riuscirà (forse) a rimettere insieme vuoti e pieni, realtà e sogno. Angela Bianchini IL PAESE DEI FIGLI PERDUTI Maria Rosa Cutrufelli Marco Tropea pp. 240 L26.000