INGANNI D'ITALIA E NUOVE VITE di Ferdinando Camon

INGANNI D'ITALIA E NUOVE VITE INGANNI D'ITALIA E NUOVE VITE Gennari e gli oscuri poteri UATTRO anni fa Alessandro Gen nari pubblicò da Garzanti Le ragioni ilei sangue, un romanzo sul «triangolo della morte», quella zona dell'Emilia dove la guerra continuò anche dopo la guerra, perché idealisti purissimi, a forza di combattere il nazifascismo, ne avevano contralto i germi, c non potevano smettere di inseguire, . Combattendo il nemico, lo avevano introiettato. sformazione in racconto della testimonianza dei cruento, al limite del tollerabile, da rileggere e da fu tradotto in Francia, l'editore Seuil organizzò cui andai: i equestrare, sparare. Combattendo l romanzo era la trasformazione inuperstiti. Un testo cruento, al limiconservare. Oliando fu tradotto in una discussioni' a cui andai: i presentatori francesi erano tutti storici, e vedevano il libro coinè un documento italiano sull'impu rità della sinistra italiana Opera zione lecita. Ma molto riduttiva. E alla fine dannosa. Perche il romanzo era anzitutto una descrizione delle riunioni, le decisioni, i deliri, le spedizioni, i massacri, le stragi nei casolari, lungo i fiumi, nei fienili, nelle villette: fascisti su partigiani, partigiani su fascisti; un'orgia di sangui' con cui si celebravano due eventi identici, la morte di un inondo e la nascila di un altro. Non ho inai saputo se l'autore sia rimasto soddisfatto di come il libro fu letto in Italia e in 1''rancia. Adesso che pubblica il secondo romanzo, glielo chiedo. «In Italia "Il manifesto" affidò la recensione a una ex brigatista rossa, condannata a vent'anni per omicidio. La quale prese il libro come un'occasione di rivai sa. C'era un abisso tra la recensir) ne del "manifesto" e quelle dell'" Unità". In Francia il giudizio ili "Liberation" fu come quello degli altri giornali: un giudizio lelterario, non una vendetta politica, Gennari è uno scrittore lento. Suo padre non voleva morire senza sapere che la prima opera del figlio era conclusa, e ha fatto appena in tempo: e stato Moravia ad avveri irlo. Adesso Gennari pubblica Iti mia seconda vita. Meno carico di morte, di morti, rispetto al primo Ma pur sciupìi' sul discrimini' t ra polii ica e ingan no (risposta: politica è inganno), sinistra e destra (risposta: sinistra è destra). Stavolta il motore della storia è un onorevole estromosso per corruzione, clic manovra per rientrare attraverso una più scaltra corruzione. Ungiorna lista autore di inchieste sul terrorismo si fa ingaggiare per denaro e raccoglie notizie per incastrare un giudice anche se sa che è incorrono. C'è un ex super-malioso, boss delle multinazionali, che s'è ritirato a Creta, e da li coman da gli intrighi italiani, il loro scioglimento o la loro complica /.ione. C'è un terrorista mislerio so, senza nome, che per tutto il romanzo non si sa se c'è e dov'è. Il giallo ha una soluzione inaspettata. Si comincia a leggerlo per la trama, si finisce col ricordarlo per la psicologia di massa: tutti sono provvisorie incarnazioni del bisogno di inganno, non c'è potere senza ini;,inno, e del biso¬ gno di rifarei la vita, vivere una seconda vita. Comunque si viva Ida polii ici, da mafiosi, ila t errori sti o da giornalisti!, la prima vita non si può che sbagliarla. La seconda, chissà. E' qui la cnngiungentc tra questo romanzo e il precedente: ogni protagonista e se stesso ed è un'altra cosa. Solo se ha questa possibilità può vive re, altrimenti si ammazza o si lascia ammazzare. L'Italia che Gennari descrive oggi è figlia dì quella che descriveva ieri? Glielo chiedo «Sono convinto di sì. Per un motivo non solo temporale ma anelli' morale: Oggi come ieri la morte sta in secondo piano. Nessuno agisce per un'etica...». «Ma non parlavano d'altro, i personaggi del primo libro». «Sì, ma quell'etica era una malattia, un delirio». «C'era comunque questa sete di riscatto dell'umanità, un'osses sione...». «Ora l'ossessione è il profitto, ma sempre ossessione è». «ducila aveva la grandezza degli ideali assoluti: sembrava in ballo la guida della storia (Emilia Romagna Unione Sovietica Mon ilo). Qui, nell'Italia d'oggi, l'ambiente è piccolissimo: pare un sottoscala, intasato di ragnatele». «Sì, il "triangolo della morte" aveva un progetto sul mondo. La classe politica dell'Italia d'oggi ha un progetto su se stessa Sembra un sottoscala? Ma l'Italia d'oggi "e" un sottoscala» «A monte di quel libro c'era una massa di documenti, forse le lunghe confessioni di qualche "infame". Cosa c'è, stavolta? Qual che pentito?». «No, non c'è nessun pentito C'è la memoria personale di noi tutti, quii che abbiamo saputo, che non possiamo ignorare. A me non interessa descrivere una poli tica, m'interessa descrivere il sogno di ricominciare la vita Dentro di me il protagonista è l'uomo che sta nascosto vent'anni, per rifarsi una vita da zero. Lo si cerca a caso, lontanissimo. Ed era sempre li, a pollata di mano lo mi sento un romanziere esistenziale. La definizione di romanziere politico la sento come una calunnia». Ferdinando Camon LAMIA SECONDA VITA Alessandro Gennari Piemme pp 222 L 30 000

Persone citate: Alessandro Gen, Alessandro Gennari, Gennari, Moravia