Signor Primo Aprile e signora Bona Aletto

Signor Primo Aprile e signora Bona Aletto LA POSTA BM OIOCO Signor Primo Aprile e signora Bona Aletto indo avora Inomi-e-sui cognomi bisogna fare una cosa meravigliosa: censurarsi. Ah, che bello. Di censura non si pana mai liberamente: ovvero se ne parla con indignazione quando qualcuno censura qualcun altro. Dei tagli che Bernabei fece a Vianello e Tognazzi o a Fo si parla ancor adesso, anche se nei racconti che se ne fanno oggi pare che quelle censure fossero da interpretare come segni di attenzioni tenere e affettuose. Sarà. Ma le censure di cui nessuno parla sono quelle che ognuno fa su se stesso: ognuno reprime il Tognazzi che ha in sé, e anche giocando con le parole non è che ci diciamo proprio tutto. Ci sono - viviamo in un mondo terribile - rebus pornografici e indovinelli a doppia soluzione, di cui solo una onesta. Ci sono giochi di parole blasfemi, a cui non alluderò neppure. Ci sono anagrammi schifosi, il nobile dromedario ospita in sé una temibile accoppiata e sullo spiacevole anagramma di madre Aldo Busi (anagrammista già sperimentato) ha scritto un libre. In tutti questi casi la censura è doverosa, e lo è proprio perché talvolta l'istinto ci porterebbe indietro, agli stadi mentali caratterizzati dal più grossolano sense of humour. L'altra cosa che rende necessaria - e bella - la censura è la possibilità di prendere in giro gli incolpevoli. In un vecchio numero della Rivista Italiana di Onomastica (via Rialto 6, 00136 Roma; tel. 06/39720995), di cui abbiamo parlato anche qualche settimana fa, ho trovato un articolo di Carlo Alberto Mastrelli che menziona un libro di Costante Costantini [Giramento dei cognomi, Arezzo 1995). Costantini si è letto un elenco telefonico e si è appuntato non i nomi-ecognomi corrispondenti a persone reali, ma solo cognomi a cui lui stesso avrebbe abbinato un nome. Primo è un nome. APRILE è un cognome. Primo APRILE è una possibilità contemplata dal potenziale anagrafico nazionale (credo che il signor Pri- Scriv«La pogioLa StTuttvia Mar10ToI tadal ziona Ai o e a ta in o» mpa ibri nco 32 26 no menti mo APRILE esista, e invio cordialissimi saluti: oggi deve essere il suo onomastico). Ma Costantini si è limitato a congetturare nomi, censurando quelli che trovava già fatti. Così non sono veri ma solo possibili i vari Bona ALETTO, 0 cav. Aldo NATO o avv. Isa LA GUARDIA. Questi con una sciarada dentro sono 1 miei preferiti: anche perché quando coinvolgono un titolo non si può dare come al solito la colpa ai genitori. I signori LA GUARDIA hanno fatto benissimo a chiamare la figlia Isa: hanno già evitato abbina- discutibili come LA GUARDIA Angelica, LA GUARDIA Urbana, IA GUARDIA Bianca (peraltro titolo di un bel romanzo di Bulgakov), LA GUARDIA Severa, LA GUARDIA Nella o LA GUARDIA Nina o LA GUARDIA Nuccia... Che cosa possono farci, se la figliola Isa ha deciso di fare l'avvocato? Lo stesso valga per la dott. Rina CATTOLICA, per un ing. Anna ALLOCCHI, e per l'imbarazzante ma reverendo don Nulo, PIA-, CENTE. L'avvocatura è poi particolarmente temibile per le Elene, e qui mi censuro io in merito alla targa notata da Gualtiero De Marinis (Bologna) su un portone, in una città che non nomino. Ho sostituito il cognome, ma fate conto che la targa dica: aw. Elena PEDONI. Per una strana contorsione, il nome dell'avvocato è una calunnia o (se lo interpretiamo all'imperativo) come un istigazione a delinquere: una strana forma di controverità, come un dietologo che si chiamasse Gustavo LACENA. Ancora peggio, però, va a quella signora di cui mi scrive Rosaria Sibilìi (Bresimo, TN), e che si chiama - censuriamo così - Ligia LAVA. Ligia non è il nome giusto e anzi non è neppure un nome. Ma se invece lo fosse potremmo inventare una filastrocca: Cosa Lava, Ligia? Ligia lava la valigia. Ma il nome non è Ligia, oh no: è un altro, un altro... Stefano Bartezzaghi ghi | Ai o rime il Scrivete a «La posta in gioco» La Stampa Tuttolibri via Marenco 32 10126 Torino menti

Luoghi citati: Arezzo, Bologna, Bresimo, Roma, Torino