ISAIAH BERLIN

ISAIAH BERLIN Nel contrasto fra due civiltà le origini del movimento tedesco: cupo e malinconico ISAIAH BERLIN Francia & Germania la guerra romantica Le Mellon Lectures che Isaia}) Berlin tenne a Washington rial 1965 furono trasmesse dalla Bbc ma non erano mai state pubblicate. Escono ora da Chatto and Windus e dalla Princeton University Press con il titolo «The Roots of Remanti cism». Ne pubblichiamo alcuni estratti. Isaiah Berlin EA verità sui tedeschi del XVn e XVIII secolo è che essi costituiscono una sorta di provincia arretrata. Non amano pensarsi in questo modo, ma questa dedizione è conforme al vero. Nel XVI secolo i tedeschi erano progressisti, dina'nici e generosi nel loro contri^ alla cultura europea come chiunque altro. Dtìrer era sicuramente un pittore grande come qualunque pittore europeo del suo tempo. Lutero era sicuramente una figura religiosa grande come le altre nella storia europea. Ma se guardate la Germania del '600, soprattutto verso la fine, e del pruno '700, allora, per chissà quale ragione, a parte Leibniz, che è certamente un filosofo su scala mondiale, 6 molto difficile trovare qualcuno, tra i tedeschi dell'epoca, che abbia influenzato il pensiero o l'arte mondiale in qualche modo significativo. Quale ne sia la ragione è difficile dirlo. Per un motivo o per un altro, i tedeschi non riuscirono a costruire uno Stato centralizzato come ci riuscirono invece l'Inghilterra, la Francia e anche l'Olanda. Nel '700, e invero anche nel '600, i tedeschi erano governati da 300 principi e 120 sotto-principi. L'imperatore aveva interessi in Italia e altrove che gli impedivano, forse, di prestare la dovuta attenzione alle sue terre tedesche. E soprattutto c'era il violento intralcio della Guerra dei Trent'Anni, nel corso della quale le truppe di Luigi XIV, e di altri, distrussero e uccisero una larga parte della popolazione tedesca e schiacciarono in un mare di sangue quello che sarebbe potuto essere uno sviluppo culturale. Questa è stata una sventura che non ha avuto uguali nella storia europea. Soffocanti corti provinciali Un così gran numero di persone non era più stato ucciso dai tempi di Gengis Khan e questa sventura, per la Germania, è stata schiacciante. Ne ha spezzato lo spirito, con il risultato che la cultura adesca è diventata provinciale, disgregata nelle piccole, soffocanti corti provinciali. Non c'era una Parigi, non c'era un centro, non c'era vita, non c'era orgoglio, non c'era senso di crescita, dinamismo e potere. La cultura tedesca scivolò nell'estrema pedanterìa scolastica di impronta luterana - erudizione minuziosa ma piuttosto arìda - o in una rivolta contro l'erudizione, privilegiando la vita interiore dell'animo umano. Tutto questo fu senz'altro stimolato dal luteranesimo in quanto tale, ma soprattutto dal fatto che c'era un fortissimo complesso nazionale di inferiorità, nato in quel periodo, rispetto ai grandi Stati occidentali progressisti, soprattutto la Francia, questo Stato scintillante che era riuscito a schiacciarli e umiliarli, questo grande Paese che dominava le scienze e le arti, e tutti gli ambiti della vita umana, con un'arroganza e un successo che non hanno più avuto l'uguale. Questo introdusse nella Germania un senso permanente di tristezza e umiliazione che si può ben vedere nella malinconica letteratura di fine '600 e anche nelle arti in cui i tedeschi eccellevano - anche nella musica, che tende a essere domestica, religiosa, appassionata, interiore e così diversa dalla smagliante arte di corte e dalle splendide conquiste mondane di compositori come Rameau e Couperin. Troverete tutto questo, mettendo a confronto compositori come Bach, e i suoi contemporanei, e Telemann, con i compositori francesi di quello stesso perìodo. Sebbene il genio di Bach sia incomparabilmente più grande, tutta l'atmosfera e il tono della sua musica sono più, non vorrei dire provinciali, ma confinati alla particolare religiosità intima della città di Lipsia (o di qualunque altro posto dove gli capitò di vivere). La musica di Bach non intendeva essere un'offerta alle scintillanti corti d'Europa, o all'ammirazione generale degli uomini, nel modo in cui i dipinti e le composizioni musicali inglesi, olandesi, francesi o di altre nazioni eminenti del mondo intendevano chiaramente essere. E' contro questo retroterra che il movimento pietista, la vera radice del romanticismo, attecchì profondamente in Germania. Il pietismo era un ramo del luteranesimo e consisteva nello studio attento della Bibbia e nel profondo rispetto del rapporto personale dell'uomo con Dio. C'era perciò un'enfasi sulla vita spirituale, un disprezzo per la cultura, un disprezzo per i rituali e la forma, un disprezzo per la pompa e le cerimonie, uno straordinario accento sulla relazione individuale tra l'anima umana sofferente e il suo creatore. Spener, Francke, Zinzendorf, Arnold: tutti questi fondatori del movimento pietista riuscirono a portare conforto e salvezza a un gran numero di esseri umani socialmente schiacciati e politicamente miserandi. Quello che accadde fu una sorta di ritiro nel profondo. Capita a volte nella storia degli uomini - sebbene i paralleli possano essere pericolosi - che quando la via naturale alla realizzazione umana è bloccata, gb esseri umani si ritirino in se stessi e cerchino di creare dentro di sé quel mondo che un crudele destino nega loro all'esterno. Così certamente accadde nell'antica Grecia quando Alessandro Magno cominciò a distruggere le città-Stato e gli stoici e gli epicurei cominciarono a predicare una nuova morale della salvezza personale, che prese la forma del dire che la politica non era importante, la vita civile non era importante, tutti i grandi ideali sostenuti da Pericle e Demostene, Platone e Aristotele, erano insignificanti e non erano nulla di fronte al bisogno imperioso di salvezza personale individuale. Questa era una forma grandiosa di «uva acerba». Se non puoi ottenere dal mondo ciò che realmente desideri, devi insegnare a te stesso a volere ciò che puoi ottenere. Questa è una forma assai frequente di ritiro spirituale nel profondo, in una sorta di cittadella interiore, nella quale cerchi di chiuderti contro tutti i temibili mah del mondo. Il re della mia provincia - il principe - ha confiscato la mia terra: io non desidero possedere terre. Il principe non mi concede un titolo nobiliare: il rango è frivolo e insignificante. I miei figli sono morti di stenti c di malattia: gli attaccamenti terreni, anche l'amore >er i figli, non sono nulla di fronte all'amore di Dio. E così via. A poco a poco ti circondi di una sorta di muro con il quale cerchi di ridurre la tua superficie vulnerabile vuoi essere ferito il meno possibile. Hai subito ogni tipo di ferita e perciò vuoi farti il più piccolo possibile, in modo da ridurre la zona esposta a future ferite. Questo e il modo in cui operavano i pietisti tedeschi. L'odio per la ragione Il risultato fu un'intensa vita interiore e una grande quantità di letteratura molto toccante e molto interessante ma altamente personale e violentemente emotiva, odio per l'intelletto e soprattutto violento odio per la Francia, le parrucche, le calze di seta, i salotti, tutte le magnifiche figure di questo mondo che sono semplicemente l'incarnazione della ricchez¬ za, dell'immoralità e del Demonio. Questa è una reazione naturale da parte di un popolo pio e umiliato e da allora è capitata anche altrove. E' una forma particolare di anticultura, antiintellettualismo e xenofobia alla quale i tedeschi erano, in quel particolare momento, particolarmente inclini. Questo è il provincialimo che alcuni pensatori tedeschi avevano caro e adoravano nel '700 e contro il quale Goethe e Schiller combatterono tutta la vita. C'era una citazione molto rappresentativa da Zinzendorf, il fondatore della comunità dei Fratelli Boemi di Herrnhut, un ramo importante del gruppo pietista. Diceva: «Chi vuole afferrare Dio con l'intelletto diventa un ateo». Questa era una semplice eco di Lutero, che diceva che la ragione è una puttana e va evitata. Qui c'è un aspetto sociologico di questi tedeschi che non è affatto irrilevante e che rafforza la tesi che vorrei suggerire, e cioè che tutto questo è il prodotto di una sensibilità nazionale ferita, di una spaventosa umiliazione nazionale, che questa è la radice del movimento romantico dalla parte dei tedeschi. Se chiedete chi erano questi pensatori, scoprirete che venivano da un ambiente sociale totalmente diverso dai francesi. Lessing, Kant, Herder, Fichte erano tutti di nascita umile. Hegel, Schelling, Schiller, Hòlderlin provenivano dal ceto medio o basso. Goethe era un ricco borghese ma raggiunse tardi ima posizione adeguata a lui. Solo Kleist e Novalis erano, come diremmo oggi, dei gentiluomini di campagna. I-e uniche persone con un titolo nobiliare che si potrebbe dire appartenessero alla letteratura tedesca, alla vita tedesca, alla pittura tedesca, a un qualche tipo di civiltà tedesca, a quanto ho potuto scoprire, sono i conti Christian e Friedrich Leopold Stolberg e il mistico barone Cari von Eckcrtshausen - non esattamente figure eccellenti, non esattamente figure di primo piano. Se invece pensate ai francesi di questo stesso periodo, tutti radicali, l'ala sinistra, gli avversari più estremi dell'ortodossia, della Chiesa, della monarchia, dello status quo, tutte queste persone provenivano da un mondo molto, molto diverso. Montesquieu era un barone, Condorcet un marchese, Mably un abate, come Condillac, Buffon divenne conte, Volney nasceva bene. D'Alembert era figlio illegittimo di un nobile, Helvétius non era nobile ma suo padre era stato medico di Madame (.Maria Teresa Carlotta, figlia di Luigi XVI, ndr) ed era ricchissimo, aveva in appalto la riscossione delle imposte ed era introdotto a corte. Il barone Grimm e il barone d'Holbach erano due tedeschi che andarono a vivere a Parigi. C'erano molti altri abati: l'abate Galiani era segretario all'ambasciata di Napoli; l'abate Morellet e l'abate Raynal erano di ottima origine. Perfino Voltaire veniva dalla piccola nobiltà Soltanto Diderot e Rousseau erano persone comuni. Diderot proveniva da una famiglia certamente povera. Rousseau era uno svizzero e perciò non rientra in questa categoria. Manierati maestri di ballo Di conseguenza, queste persone parlavano una lingua molto diversa. Erano senza dubbio degli oppositori, ma si opponevano a persone che provenivano dalla loro stessa classe sociale. Andavano nei salotti, erano scintillanti, erano persone di squisita eleganza, grande educazione, scrivevano con uno stile splendido e guardavano la vita in modo generoso e bello. La loro semplice esistenza irritava, umiliava e mandava su tutte le furie i tedeschi. Quando Herder, nei primi anni 1770, andò a Parigi, non riuscì a entrare in contatto con nessuno di questi uomini. Gli sembrarono tutti artificiosi, manierati, estremamente supponenti, aridi, piccoli maestri di ballo senz'anima che non comprendevano la vita intcriore di un uomo e, per colpa di una cattiva dottrina e un'illusoria nascita, erano stati esclusi dalla comprensione dei veri scopi degli uomini sulla terra e dalle autentiche, ricche, generose potenzialità che Dio ha dato in dote agli esseri umani. Anche questo ha contribuito a creare un abisso tra i tedeschi e i francesi - il solo pensiero di questi frondeurs, il solo pensiero di questa opposizione, anche da parte di coloro che detestavano la Chiesa di Roma, che detestavano il re di Francia, li riempiva di nausea, disgusto, umiliazione e inferiorità e questo scavò un fossato enorme tra i tedeschi e i francesi che nessuno scambio culturale è riuscito a superare. Questa è forse una delle radici dell'opposizione tedesca ai francesi dalla quale prese avvio il romanticismo. ©The Isaiah Berlin Literary Trust and Henry Hardy, 1999 Come storia, politica, religione e cultura hanno scavato tra francesi e tedeschi un abisso incolmabile Da una parte lo Stato scintillante che dominava le scienze e le arti e con arroganza li aveva umiliati Dall'altra non c'era orgoglio, ma un forte complesso di inferiorità, un senso permanente di tristezza, il disprezzo per rituali e cerimonie ntrasto litica, ultura to tra deschi mabile chi del o è che o una a arreo pena quee al vedeschi 'nici e alchiunamene quadel suo amente nde couropea. nia del fine, e a, per parte e un fi 6 molalcuno, ca, che siero o he mo è diffio o per riuscito censcirono Francia 0, e inedeschi principi mperaItalia e no, fora attenfra due civiltà le oriISAFrala gNato a Riga, in Lettonia, nel 1909 da una ricca famiglia ebraica, stabilitosi poi a Pietroburgo, Isaiah Berlin (qui in una caricatura di Levine) lascia la Russia nel 1919 per trasferirsi in Inghilterra. Qui affronta gli studi filosofici e avvia una carriera accademica come docente presso il New College e l'Ali Souls College di Oxford. Lascia l'attività accademica nel 1941. Muore a 88 anni nel novembre del 1997 Nato a Riga, in Lettonia, nel 1909 da una ricca famiglia ebraica, stabilitosi poi a Pietroburgo, Isaiah Berlin (qui in una caricatura di Levine) lascia la Russia nel 1919 per trasferirsi in Inghilterra. Qui affronta gli studi filosofici e avvia una carriera accademica come docente presso il New College e l'Ali Souls College di Oxford. Lascia l'attività accademica nel 1941. Muore a 88 anni nel novembre del 1997 Il filosofo tedesco Kant e il francese Montesquieu