Guerra delle banane, vittoria Usa

Guerra delle banane, vittoria Usa Il giudizio del Wto: sono state violate le leggi del commercio internazionale Guerra delle banane, vittoria Usa Sanzioni all'Unione europea GINEVRA L'Europa ha perso la «guerra delle banane» che la opponeva agli Stati Uniti. Un lodo arbitrale dell'Organizzazione mondiale del commercio (World trade organization) ha dato torto, per la seconda volta dal '97, all Unione europea, riconoscendo che le regole sull'importazione delle banane in vigore nell'Unione europea violano le leggi del commercio internazionale. In sostanza, secondo la valutazione di tre «arbitri» - Stuart Robinson, Kym Anderson e Christian Haberli - l'Ue deve ancora modificare il suo regime d'importazione delle banane, aumentando le quote dei «Paesi extra-Acp», cioè al di fuori delle ex colonie dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (fin qui favorite a scapito delle banane di provenienza centro-americane), mentre gli Stati Uniti non possono applicare sanzioni commerciali oltre i 191,4 milioni di dollari, cioè ben al di sotto dei 520 milioni di dollari pretesi. Le sanzioni saranno retroattive a partire dallo scorso 3 marzo, ma l'elenco di merci sui cui sarà imposto un dazio doganale del 100%, dal formaggio pecorino ai maglioni di cachemire, dovrà essere quindi ridotto per conformarsi alla cifra di 191,4 milioni di dollari stabilita dal Wto. «Il Wto ha utilizzato dei criteri molto riduttivi - è stato il commento di Peter Scher, responsabile delle politiche agricole Usa - ma 200 milioni di dollari sono comunque una cifra importante, e soprattutto è stato mandato un segnale molto chiaro: l'Unione europea sta continuando a violare gli accordi internazionali». Parimenti deciso il commento del respon- sabile per il Commercio estero Usa, Charline Barshefsky, che entro domani renderà nota la nuova Usta di prodotti Sanzio- nati: «E' la quinta volta in sei anni che il Wto condanna l'U- nione europea sul commercio delle banane - ha dichiarato Barshefsky -. Gli europei favoriscono l'importazione dalle ex colonie, con grave danno per i distributori americani come Chi qui t a e Dole». La risposta europea è arrivata direttamente dal commissario Ue Leon Brittan, il quale ha fatto sapere che si riserva il diritto d'appello e che comunque, valuta eccessive le misure di ritorsione decise da Washington: «Ci atterremo scrupolosamente alle regole che discendono da tali decisioni, come ci eravamo impegnati a fare. Ma è comunque già chiaro dalla decisione arbitrale che le unilaterali misure di rappresaglia attualmente in vigore negli Stati Uniti contro le esportazioni europee erano e restano ampiamente illegittime, fissate come sono a un livello doppio di quanto ha stabilito l'arbitrato». La durezza con cui gli americani hanno insistito nello scontro con l'Europa ha fatto venire al quotidiano New York Times il dubbio che dietro tanta determinazione si nasconda la mano di Cari Lidner, numero uno della Chiquita e grande finanziatore sia del partito democratico che di quello repubblicano. Comunque, gli Usa hanno lasciato aperto uno spiraglio per la ripresa delle trattative con Bruxelles. L'Unione europea e gli Stati Uniti sono legati da relazioni commerciali senza pari nel mondo: nel 1998 la bilancia commerciale Usa nei confronti dell'Europa ha segnato un deficit di 26,9 miliardi di dollari (oltre 48 mila miliardi di lire), 10,2 miliardi di dollari in più rispetto al 1997. In definitiva, cantano vittoria l'Ecuador, maggior esportatore di banane, i Paesi latino-americani e le multinazionali statunitensi della frutta (Chiquita e Dole) che sperano di veder presto aumentate le quote delle loro banane sui mercati d'Europa. Ir. e. s.) Leon Brìttan commissario Ue

Persone citate: Barshefsky, Christian Haberli, Dole, Leon Brittan, Peter Scher, Stuart Robinson