«Ma Ivrea non è credibile» di Roberto Ippolito

«Ma Ivrea non è credibile» «Ma Ivrea non è credibile» Bernabò alla battaglia del «quorum» Roberto Ippolito ROMA Smontalo pezzo per pezzo. E bocciato: «li piano industriale di Olivini uon è credibile» sentenzia la Telecoir. Italia. Con la regia dell'amministratore delegato Franco Bernabe, il gruppo di telecomunicazioni si sta difendendo dall'assalto deil'Olivetti. E' in pieno svolgimento una campagna elettorale senza precedenti pei l'economia italiana. Bornabe e Colaninno si contendono il consenso di un milione e mezzo di azionisti, piccoli e grandi. L'opa sulla Telecom ha successo se i soci vendono le azioni all'ol i velli, accettando i contanti e i titoli della Tecnost (con la quale si realizza l'opa) e quindi credendo nel progetto presentato. L'opa salta se sabato l'assembloa Telecom approva le prime contromosso di Bernabò (conversio- ne delle azioni ordinarie in risparmio e acquisto di azioni proprie). E Bernabò si gioca tutto per questo appuntamento. Invita gli azionisti a essere presenti, a schierarsi con lui! Per approvare le contromosse serve almeno il 30%. Non esistono dati ufficiali sulle azioni già depositate per l'assemblea. Secondo l'agenzia Ansa, sarebbe già stata toccata la quota del 25%. E contro le sollecitazioni a non votare in assemblea da parte deil'Olivetti e del Siti (un sindacato di risparmiatori) la Telecom presenta oggi un esposto alla Procura. La Banca d'Italia, che detiene il 2,29%, ha depositato le azioni, ma non ha confermato la presenza nè come voterebbe. Il ministero del te¬ soro, titolare del 3,4% in vendita, sarà assente ritenendo cosi di restare neutrale, «il governo ha preso una posizione ed è la posizione di tutti» ha puntualizzato ieri il ministro Carlo Azeglio Ciampi smentendo voci di dissensi. A caccia di consensi, Bernabò cerca di demolire il piano industriale deil'Olivetti che, secondo quanto sostenuto in sei pagine di analisi diffuse dalla Telecom, «è dettato dal bisogno» di rimediare ai debiti contratti per realizzare l'opa «piuttosto che da un criterio strategico». Nel documento si definiscono «difficilmente perseguibili» i risultati preventivati da Colaninno dopo l'eventuale successo nell'opa essendo «di gran lunga superiori» a quelli dei principali concorrenti. E solo in funzione di questi è stata programmata la «riduzione dei costi» per 2,3 miliardi di euro (quasi 4.500 miliar¬ di di lire). Riduzione che, secondo Bernabò, va al di là delle necessità: «Olivetti esagera deliberatamente la dimensione delle inefficienze» per rendere credibili i suoi tagli, ma «le spese di gestione» dell'azienda sono in linea con i concorrenti. Chiamando l'avversario per nome, la Telecom afferma che «Colaninno non spiega come otterrà» il taglio dei costi oltre d'eliminazione di 13 mila posti di lavoro» non sufficiente per arrivare alla cifra prevista. La Telecom rimprovera a Colaninno di non volere (qualora vincesse l'opa) l'integrazione con la Tim, controllata con il 60%, pur volendo «sfruttare le sinergie» fra rete fissa e mobile. Ma «senza l'integrazione completa» con la Tim (di cui Bernabò con un'altra opa vuole comprare il mancante 40%) «il maggior valore generato» sarà dirottato «verso le minoranze Tim». A fianco Franco Bernabò in,miniiu atore delegato Telecom e (alla sua destra) Roberto Colaninno lo «scalatore» di Ivrea A

Luoghi citati: Italia, Ivrea, Roma