A Verona il «made in Italy» in bottiglia

A Verona il «made in Italy» in bottiglia Si inaugura oggi la 33a edizione di <<Vinitaly>>. Attesi 120 mila visitatori da tutto il mondo A Verona il «made in Italy» in bottiglia // settore fattura 15 mila miliardi All'esposizione stilisti e top model Vanni Cornerò inviato a verona Sorridono i profeti di trent'anni fa, quelli che avevano capito e previsto. Sorrìdono di soddisfazione a vedere questo «Vinitaly» 33" edizione, qui in una Verona piona all'inverosimilo di auto e pullman Largati tutta Europa, in questa città d'arte in cui perfino la favola universale di Giulietta e Romeo è in questi giorni offuscata dalla storia del vino. Una storia altrettanto universale, uscita dalle cantine per diventare costumo, moda, finanza, turismo. Tutto quello che ruota intorno a un settore-fenomeno, che è riuscito a faro di una parte In miglior vetrina di un tutto: perché il vino, oggi, ò il miglior ambasciatore di un mondo complesso e articolato qua! è l'agricoltura, di cui ai consumatori spesso risulta difficile capire la valenza. Il punto di contatto tra consumo e produzione agricola, oggi, è proprio il vino, quell'elemento della nostra alimentazione che più di ogni altro ispira suggestioni e può a) contempo essere valutato tecnicamente. La dimostrazione di questo interesse 0 che, l'anno scorso, al Vinitaly ci sono stati 96 mila visitatori certificati («Siamo l'unico onte fiore cho certifica questi dati», dicono con orgoglio gli organizzatori) o che, nei cinque giorni dell'edizione '99 dovrebbero, secondo stimo altrettanto serie, andare verso i 120 mila. ficco, ma il punto è: che tipo di visitatori? La risposta può ossero scmpliccmcnto riassuna in una parola: tutti. Dai viticoltori ai ragazzi cho siamo ormai abituati ad immaginare con davanti un boccale di birra e che smentiscono nettamente questo luogo comune. Professionisti, impiegati, operai, intere famiglio cho rappresentano al loro interno varie generazioni vengono qui a pagare 30 mila lire di biglietto por vedere questo show del vino. Show davvero, visto cho tra gli si and si esibiranno cantanti come Alex Brilli, Mariella Nava, Eugenio Finardi al seguito degli spumanti d'Asti e di Franciacorta, o poi top model, firme della moda, come Ottavio Missoni. Vino o moda, due clementi di fascino vincente e due simboli di gusto e stilo italiano che all'estero vanno a braccetto, tant'è vero cho i principali mercati di esportazione por «fashion» c vino made in Italy sposso coincidono, corno in Gonnania, Usa o Giappone. Ma qui, a Verona, ci sono anche lo altre grandi firme, quelle del settoro, da Robert Mondavi, che al mito californiano ha contribuito ad aggiungere il mito di Napa Volley, ai grandi di Francia, agli hidalgo del vino spagnolo, agli junker del Reno, alle nuove aristocrazie enologiche dol Sud America o dell'Australia. Ma il vino, tra charme o immagino, ò un business a cinque stollo, basti pensali' che il fatturato complessivo italiano ili settore ammonta a 15 mila miliardi e che, in quan- tità, la produzione italiana rappresenta il 21% di quella mondiale e il 34% di quella dell'Unione europea. Senza contare che il vino è la punta di diamante del nostro export agroalimentare. Naturale, quindi, vedere arrivare a Verona in questa occasione operatori commerciali da tutto il mondo e che a questo Vinitaly presenzino tre ministri, strettamente interessati al successo di questi nostri gioielli in bottiglia: Paolo De Castro per le Risorse agricole, Piero Fassino per il Commercio estero ed Enrico Letta por le Politiche comunitarie. Ed è proprio il fronte comunitario che preoccupa, anche dopo i successi riportati da De Castro nella trattativa fiume di Bruxelles sui finanziamen¬ ti all'agricoltura del 2000. Il nostro vino dovrà confrontarsi con una riforma comunitaria di mercato che vedrà ancora una volta i Paesi del Nord opporsi a quelli mediterranei. E si rischia una dura battaglia, come quella non ancora del tutto conclusa sull'olio d'oliva, anch'esso presente qui a Verona con il «Sol», un salone parallelo che lega vite e ulivo in un abbraccio mediterraneo. 11 vino, dopo mare e opere d'arte, è la terza attrattiva turistica d'Italia, recita una ricerca del Censir;, commissionata dal Movimento turismo del vino, e da qui possono partire investimenti per 500 miliardi e nascere 10 mila nuovi posti di lavoro. Una risorsa che non ci possiamo permettere di trascurare. La produzione nazionale rappresenta il 21% di quella mondiale. Ma i produttori temono una «guerra» politica con il Nord Europa Il vino, terza attrattiva turistica in Italia, è protagonista assoluto in questi giorni a Verona con Vinitaly

Persone citate: Alex Brilli, De Castro, Enrico Letta, Eugenio Finardi, Mariella Nava, Ottavio Missoni, Paolo De Castro, Piero Fassino, Robert Mondavi