Manette ai capi dei disoccupati

Manette ai capi dei disoccupati An e Forza Italia polemizzano: «Sbagliato crirninalizzarli» Manette ai capi dei disoccupati In 9 sotto accusa per i disordini a Napoli Enzo La Penna NAPOLI Nove leader delle liste di disoccupati napoletani sono da ieri agli arresti domiciliari. E' la risposta giudiziaria a due anni di manifestazioni di piazza, sfociate in violenze e scontri con le forze dell'ordine. Gli sviluppi dell'indagine, che colpisce alcuni gruppi collocati all'estrema destra nel frastagliato arcipelago delle sigle e dei senzalavoro, hanno provocato la protesta sia dei movi menti di lotta coinvolti sia di esponenti di An e Fi che bollano l'iniziativa della magistratura come azione di «repressione e criminalizzazione». I nove arrestati sono i rappresentanti di primo piano di tre gruppi di disoccupati (Alternativa popolare per il lavoro, Forza lavoro disponibile e Lista storica per il collocamento), promotori di cortei durante i quali si sono vissute scene da guerriglia urbana: cassonetti della spazzatura scaraventati in strada e dati alle fiamme, lancio di petardi, blocchi stradali, assalti a uffici regionali, occupazione di stazioni ferroviarie. Sequenze che, all'insaputa dei partecipanti, sono state registrate dagli agenti della Digos, i quali hanno consegnato alla procura della Repubblica una copiosa documentazione costituita da foto e videocassette. Le immagini rappresentano i principali elementi di prova che hanno indotto il gip Maria Aschettino ad accogliere le richieste di misure cautelari. I reati contestati sono di blocco stradale, violenza, minacce e lesioni aggravate a pubblici ufficiali ed uso di esplosivi durante manifestazioni pubbliche. I fatti si riferiscono a un arco di tempo che va dai primi mesi del '97 alla fine dello scorso anno, nel corso del quale si sono svolte una dozzina di manifestazioni sempre degenerate in episodi di violenza. I magistrati sostengono che i leader arrestati sono gli organizzatori di cuna vera e propria strategia attuata attraverso violenze spesso gratuite rispetto agli obiettivi di protesta perseguiti, finalizzate alla creazione di disagio nella cittadinanza e all'intimidazione delle istituzioni pubbliche». «L'indagine non colpisce il sa¬ crosanto diritto di manifestare pubblicamente - ha spiegato un funzionario della Digos -, ma intende punire chi si rende responsabile di violenze, del lancio di bombe-carta, di incendi di cassonetti: al centro dell'inchiesta vi sono infatti episodi di guerriglia urbana e non altri, pure eclatanti, come l'occupazione del Duomo, ma che non sono mai degenerati in incidenti». La pensano diversamente i politici che dopo la notizia degli arresti hanno diffuso dichiarazioni di protesta. Il senatore di Fi Emiddio Novi ha parlato di alinea sudamericana di totale chiusura verso le opposizioni sociali » ed ha puntato l'indice contro il sindaco Antonio Bassolino, accusato di promuovere «una politica di chiusura verso la Napoli stretta dai morsi della crisi», mentre alcuni esponenti locali di An hanno defunto gli arresti «un'azione tesa a criminalizzare il movimento di lotta per il lavoro a Napoli». La Lista storica ha sostenuto che non si possono adottare provvedimenti di restrizione della libertà «nei confronti di persone che non possono reiterare il reato, scappare o inquinare le prove». E chiedono l'intervento del ministro della Giustizia Diliberto «per verificare l'operato della procura». E adesso c'è chi prevede che la linea dura adottata dagli inquirenti possa dare avvio a una nuova stagione di tensioni. tino degli episodi di violenza urbana che hanno sconvolto Napoli tra II '97 e il '99

Persone citate: Antonio Bassolino, Diliberto, Emiddio Novi, Enzo La Penna, Maria Aschettino

Luoghi citati: Napoli