«Tutti i profughi devono tornare nel Kosovo»

«Tutti i profughi devono tornare nel Kosovo» L'Alto Commissario dell'Orni per i Rifugiati incontra a Roma il Pontefice e D'Alema «Tutti i profughi devono tornare nel Kosovo» Le Nazioni Unite: no a trasferimenti forzati in altri Paesi Maurizio Moiinari ROMA «Tutti i profughi del Kosovo dovranno tornare a casa garantiti da una forza militare di protezione internazionale, nessuno potrà essere oggetto di trasferimenti forzati e chiunque dovesse arrivare in Italia avrà diritto all'asilo»: questo il messaggio trasmesso ieri dall'Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite, Sadako Ogata, al governo italiano ed al Papa. Incontrando prima il presidente del Consiglio Massimo D'Alema e poi il ministro degli Esteri Lamberto Dini, Sadako Ogata ha ammesso che in questi giorni «c'è stata della confusione» nella gestione dell'emergenza profughi. «Ci siamo trovati davanti all'impellenza di far fronte ai forti timori della Macedonia per la pressione dei profughi alle frontiere», ha detto, giustificando implicitamente la decisione del ponte aereo Nato per allontanare dall'area 100 mila profughi. «Tuttavia l'Onu è contro ogni trasferimento forzato da parte di chiunque e di qualsiasi governo» ha aggiunto l'esile ma determinata signora giapponese, riferendosi alle resistenze opposte da molti kosovari ai trasferimenti via aerea. «Bisogna verificare le identità, evitare di separare le famiglie e far fronte alle emergenze dell'esodo - ha aggiunto - nel pieno rispetto di ogni singolo rifugiato». I trasferimenti di emergenza verso Usa, "Turchia, Norvegia e Germania sono una «evacuazione temporanea, non un reinsediamento, tesa a sollevare la Macedonia da un fardello che riteneva insostenibile». Nulla che vedere con la risposta definitiva alle cifre dell'esodo: 290 mila arrivi in Albania, 140 mila in Macedonia, 60 mila in Montenegro. «La soluzione vera è che la gente torni nelle proprie case, nella propria terra, in Kosovo ha affermato la Ogata facendo propria la posizione di numerosi Paesi europei - ma ora non è possibile perché mancano le garanzie di sicurezza, io stessa non potrei tornare con loro». A dimostrazione di questo ha fatto rife¬ rimento a quanto avvenuto nel campo di Blace al confine fra Macedonia e Kosovo: «C'erano 60 mila persone, 20 mila sono andate in Albania, 20 mila nei campi Nato attorno a Skopje ma altri 20 mila, sul lato serbo, sono scomparsi nel nulla». Il ritorno sarà quindi possibile per l'Alto commissario per i rifugiati del¬ l'Onu «solo quando sarà presente in Kosovo una forza internazionale che garantirà la libertà di accesso». L'incontro a Palazzo Chigi è servito per fare il punto sull'impegno italiano. D'Alema si è detto convinto della necessità di «attuare gli interventi umanitari in loco perché soluzioni alternative allontanerebbero la possibilità del ritomo». Sadako Ogata ha espresso «particolare apprezzamento per la risposta dell'Italia all'emergenza» che è stata «la più appassionata e la più grande rispetto ad altri Paesi». Ma poi, esile ma inflessibile, ha fatto presente a D'Alema che dovrà essere riconosciuto il «diritto all'asilo in Italia» ai kosovari che arriveranno sulle nostre coste «perché si tratta di rifugiati». Insomma, l'Alto commissariato non chiede all'Italia di ospitare temporaneamente dei contingenti di kosovari «perché sappiamo quanto state facendo in Albania», ma per chi riuscirà ad attraversare l'Adriatico ci sarà l'asilo. Ed è una decisione il cui effetto sull'Italia si potrà misurare solo col tempo perché, come ha sottolineato Sadako Ogata a Dini, siamo «davanti ad una crisi che non si risolverà rapidamente». Prima dell'incontro alla Farnesina, Sadako Ogata si era recala in Vaticano per illustrare la situazione-profughi al Papa ed al segretario di Stato Angelo Sodano. Al termine del colloquio Giovanni Paolo II si è detto «estremamente preoccupato della situazione e del destino dei rifugiati del Kosovo» mentre la Ogata ha fatto presente l'urgenza non solo dell'bnpegno umanitario ma della «soluzione politica» alla crisi. Nel pomeriggio l'Alto commissario è partito alla volta di Tirana, oggi sarà nei campi di Kukes e proseguirà poi verso la Macedonia. ! 5S1 L'incontro di Giovanni Paolo II con l'Alto Commissario Onu per i Rifugiati Sadako Ogata