Bari in piana contro la guerra
Bari in piana contro la guerra Bari in piana contro la guerra I sindacati: ma l'Italia non aveva alternative BARI «Le ragioni del negoziato e della pace contro la guerra e il genocidio»: è racchiuso in questa frase scritta sullo striscione d'apertura del corteo il significato della manifestazione di Cgil, Cisl e Uil ieri sera a Bari. Il corteo era posto da diverse decine di migliaia di persone - cinquanta - cen tornila, secondo gli organizzatori sotto le bandiere delle tre confederazioni, ma anche i gonfaloni dei comuni pugliesi. Alla testa del corteo i leader Cofferati, Larizza e D'Antoni. I sindacati avevano organizzato tre treni speciali provenienti da Liguria, Veneto, Friuli ed Emilia Romagna, e circa 400 pullman. E poi c'erano giovani, delegazioni di partito come Ds e Udr, la sinistra giovanile, Legambiente e altre associazioni. Più della metà del corteo era composto da persone giunte da mori della Puglia. Ma nonostante il numero elevato, la manifestazione ha avuto un tono quasi compassato: molti gli striscioni, moltissime le bandiere - soprattutto quelle rosse della Cgil • ma pochi, quasi inesi- stenti gli slogan, ì momenti «creativi» che avevano invece caratterizzato la manifestazione del 3 aprile a Roma. Su quasi tutti gli striscioni, le scritte erano per la pace e contro il genocidio. Poche erano quelle che chiedevano l'immediata sospensione dei bombardamenti Neto. Tra queste, un messaggio in lingua italiana e slava: era della Fillea Cgil di Trieste che diceva «No alla guerra della Nato». E mentre, durante il comizio, i comunisti chiedevano uno sciopero generale contro la guerra, Cofferati diceva a gran voce che «la pace deve caratterizzare l'inizio del terzo millennio. Per questo va costruita oggi attraverso un negoziato in cui la diplomazia prevalga sulle armi. I segnali dati da Milosevic rappresentano uno spiraglio nel quale va proiettata con decisione l'iniziativa diplomatica e politica: non va fatta cadere questa possibilità, si tratta di verificarla concretamente nelle prossime ore: io credo che dovrebbe farlo la Nato con un atto politico nuovo collegiale in modo tale da verificare se davvero questi spazi possano consentire la garanzia dei diritti umanitari fondamentali e creare le condizioni per portare la Nato a decidere di cessare ì bombardamenti». «In perfetta identità di vedute con il governo» si è detto Larizza, «per quello che ha fatto, per quello che si ripromette di fare e per i comportamenti che sta assumendo, che vanno in direzione della pace, ma nel rispetto della verità. Questa manifestazione è volta ad esprimere un forte sentimento di pace e di solidarietà dei lavoratori italiani verso i ragazzi, le donne, i vecchi che sono stati allontanati dalle loro case e dalla loro terra e che rischiano di restare senza patria». E D'Antoni ha ribadito che «l'Italia non aveva alternative rispetto all'intervento Nato in Kosovo. Esistono obblighi internazionali; tutta l'Europa è in campo e finora il governo si è comportato bene». Parole che certo sono piaciute al diessino Folena: «Qui a Bari • ha commentato infatti - vedo un movimento per la pace che mette al primo posto il tema della solidarietà, dell'aiuto ai profughi, al secondo posto la battaglia per i diritti umani in particolare per il popolo kosovaro e mime la battaglia per la pace e il dialogo perché cessino le guerre in atto». (r. L] Centomila persone con toni compassati molti striscioni nessuno slogan Folena: al primo posto la solidarietà, dopo la battaglia per la pace rLstPndgdms Un momento della manifestazione contro guerra e genocidio organizzata ieri a Bari da Cgil-Cisl-Uil
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