Primo attacco alle truppe a terra di Francesco Manacorda

Primo attacco alle truppe a terra Primo attacco alle truppe a terra La Nato: ecco le 5 condizioni alla Serbia Francesco Manacorda corrispondente da BRUXELLES Ormai è caccia aperta alle truppe serbe in Kosovo. La Nato conferma di aver effettuato «con successo», martedì pomeriggio, un «importante primo attacco contro le forze di terra», cioè una colonna di mezzi corazzati, mentre il Segretario alla Difesa William Cohen, in visita a Bruxelles, parla di attacchi sulle «singole unità» delle forze armate serbe. E' di fatto la partenza della Fase due. attacchi a bassa quota contro le truppe direttamente responsabili della pulizia etnica in Kosovo. I bombardamenti, dico ancora Cohen dopo aver incontrato il segretario generale della Nato Javier Solano e il generale Wesloy Clark, continueranno e verranno anzi intensificati «nei prossimi giorni e nelle prossime settimane» porche «questo non è il momento di una pausa». «Stiamo muovendoci verso una campagna aerea molto più aggressiva», è l'ultima minaccia a Milosevic. Una minaccia sostenuta dagli ultimi dati forniti dal portavoce militare della Nato, il generale David Wilby, secondo cui nelle ultime 24 ore prima del briefing Nato ci sono state «439 missioni con tutti i tipi di aerei», e resa ancora più credibile dalla richiesta di Clark di avere nuovi aerei a disposizione. Di truppe di terra alleate, invece, Cohen parla solo per dire che non verranno mandate in Kosovo se ci sarà «un ambiente non-permissivo». Una formula vaga che in sostanza significa che sarà possibile impiegare lo truppe anche prima di qualsiasi accordo di pace o tregua, a patto che il Kosovo sia stato sgombrato - con le buone o con le cattive - dalle forze di Milosevic. Non intedono mollare la presa, insomma, gli Alleati, dopo il cessate il fuoco unilaterale dichiarato martedì da Milosevic e subito respinto al mittente. Anche perche, come commenta Wilby, «al momento la Nato non riconosce alcun cessate il fuoco» dato che non osserva alcun ritiro di mezzi corazzati dal Kosovo. Ieri, per chiarire ancora una volta quale dovrebbe essere secondo gli occidentali il tenore di un'offerta di Belgrado, il portavoce dell'Alleanza Jaime Shea ha elencato le cinque condizioni «irrinunciabili»: «Milosevic è pronto a sospendere gli attacchi contro la polazione civile? E' pronto a un ritiro di tutte le forze militari e paramilitari dal Kosovo? E' pronto ad accettare lo spiegamento di una forza multinazionale? E' pronto al ritorno di tutti i rifugiati? E' pronto a un quadro politico basato sugli accordi di Rambouillet?». Tutte domande che per ora restano senza risposta. La Nato la notte scorsa ha colpito «per autodifesa» degli obiettivi militari sul territorio del Montenegro, dopo - ha spiegato Shea - «che gli aerei dell'Alleanza erano stati illuminati da radar di missili della difesa antiaerea di stanza a Podgorica». Sull'altro fronte aperto dalla Nato, quello umanitario, ieri il Consiglio Atlantico ha dato il via libera alla creazione del quartier generale alleato in Albania. Un'iniziativa nata sotto la spinta dell'Italia e che servirà appunto a coordinare e organizzare gli aiuti umanitari per l'enorme massa di profughi che dal Kosovo si è riversata nella vicina Albania. Ma a Bruxelles nessuno nasconde che quel primo spiegamento di forze già alla frontiera con il Kosovo potrebbe risultare prezioso nell'accelerare i tempi se si decidesse di intervenire con le truppe nella provincia serba. Nonostante la macchina della guerra continui a girare a pieno ritmo, qualcosa si sta muovendo lentamente anche a livello diplomatico. La riunione del Gruppo di Contatto di ieri a Bruxelles, alla quale hanno partecipato i direttori politici degli Esteri di Italia, Francia, Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti, oltre che la presidenza tedesca dell'Ile, non ha dato per ora risultati significativi, ma alla Nato si considera con molta attenzione questo primo segnale di «ricucitura» nei rapporti con Mosca e si sottolinea come, per la prima volta dall'inizio degli attacchi aerei, russi e occidentali si siano parlati di persona e non attraverso dichiarazioni pubbliche. Oggi, in Lussemburgo si riuniscono i ministri degli Esteri dell'Unione europea, mentre è confermato che lunedi i ministri degli Esteri della Nato si incontreranno a Bruxelles: per gli Stati Uniti parteciperà il segretario di Stato Madeleine Albright. LE CINQUE V CONDIZIONI IRRINUNCIABILI POSTE A MILOSEVIC DALLA NATO SOSPENSIONE DEGÙ ATTACCHI CONTRO LA POPOLAZIONE CIVILE DEL KOSOVO I i RITIRO DELLE FORZE MILITARI E PARAMILITARI DAL KOSOVO ACCESSO NEL KOSOVO DI UNA FORZA MULTINAZIONALE » RITORNO DI TUTTI I RIFUGIATI CORNICE POLITICA BASATA SULLACCORDO DI RAMBOUILLET Un vigile del fuoco tenta di spegnere un incendio provocato da un missile alleato COME SPIA LA NÀTO DALLO SPAZIO Satelliti intercettano le comunicazioni dell'esercito serbo e fotografano la posizione delle truppe 4 twin Una varietà di aviogetti dal veterano del volo ad aha quota U-2 ai droni (aviogetti telecomandati) che volano a barn quota, avanti e indjetro peri dell jugoslavi KEYHOLE Satellite della intelligence, dolio spazio può vedere i " • particolari di un piccolo oggetto LAC ROSSE satellite che usa un radar di precisione per vedere attraverso le nuvole MERCURY, MENTOR E TRUMPET Satelliti avanzati per l'intercettazione dei segnali, possono captare qualsiasi cosa trasmetta: dalla radio .il telefono cellulare radar e radiojrjcevitori. localizzare gli oNetthrF _ vtkoifnertfldJw rnovimerrto * *TL V A TERRA AMBASCIATI „. Senza truppe di terra e con poche Fondamentali ma la Nato Mpie, te possibilità di sorveglianza ha abbandonato le sedi * ■. della Nato sorto molto limitate diplomatiche a Belgrado . \