Blace, la deportazione della folla dei dannati

Blace, la deportazione della folla dei dannati IL CAMPO PROFUGHI IN MACEDONIA DALL'ALBA E VUOTO Blace, la deportazione della folla dei dannati reportage OWler Francois BRAZDA ■ fuochi dei campi sono solI tanto cenere. E il fumo, che B nei giorni scorsi copriva con una nuvola acre i dintorni del posto di frontiera di Blace, è stato disperso dal vento. L'immensa bidonville dove si ammassavano molte decine di migliaia di albanesi (forse 60.000) cacciati dal Kosovo, sembra ormai una enorme discarica. I teli di plastica usati come coperture di fortuna sbattono al vento, scoprendo giacigli vuoti abbandonati per la fretta. Vestiti, pentole, povere provviste sparse sotto il sole. Alcune squadre addette alla disinfczione si muovono in pattuglia su una cloaca composta da escrementi, detriti, cibo avariato che sporge da fagotti sventrati. Alcuni poliziotti, stupefatti, scoprono una donna, sfinita, sotto uno strato di coperte infangate. E' la solo persone sfuggita alla gigantesca operazione di evacuazione organizzata la notte precedente dai militari macedoni per trasferire tutti i deportati jugoslavi verso i campi di transito montati in tutta fretta dalle truppe della Nato, Una operazione tanto massiccia, quanto rapida, brutalmente decisa dalle autorità della Macedonia e messa in atto da agenti di polizia che non nascondono certo i loro sentimenti filo-serbi. Paula Ghedini, portavoce dell'Unhcr (L'Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite), denuncia: «Noi temiamo che sui rifugiati siano state esercitate pressioni tali da costringerli ad abbandonare tutti i loro effetti personali, il civo e perfino i loro documenti». «Circa diecimila persone spiega Paula Ghedini - sono scomparse nel corso di questo trasferimento, le famiglie sono state separati; e noi siamo estremamente preoccupati». «I rifugiati - continua la portavoce dell'Unhcr - sono psicologicamente fragili: dovrebbero essere sempre informati su che cosa accade e su dove vengono trasferiti. Se sin dall'inizio fossero state ascoltate le loro necessità oggi le cose sarebbero molto più facili da gestire». I diecimila «scomparsi» dovrebbero essere stati trasferiti nei Sud dell'Albania, a Korcia. Gli altri a Brazda, dove i soldati francesi erano ancora occupati a montare le loro pesanti tende di tela, quando sono arrivati i primi autobus, carichi come vagoni per il trasporto di bestiame. «Tutto è stato fatto al contrario • constata un ufficiale -: noi avremmo dovuto costruire il campo attorno ai rifu- !;iati, scavare le latrine, instalare dei rubinetti per l'acqua, recuperare coperte e cibo». II comandante Francois Charrot, medico del primo reggimento dei paracadutisti spiega che nella notte sono arrivati in continuazione elicotteri carichi di viveri e medicinali e che «la nostra squadra ha lavorato per ore senza un attimo di riposo». «Due donne incinte aggiunge Charrot - sono state trasportate all'ospedale di Skopje che ha rifiutato di ricoverarle e ce le ha spedite indietro. In mancanza di un tavolo ginecologico, ne abbiamo dovuto sistemare una delle due che doveva partorire sopra una barella appoggiata su della cassette. A mezzogiorno il neonato e la mamma sono state ricoverate nell'ospedale da campo che i militari israeliani avevano appena finito di montare». Per tutto il giorno la pesante macchina militare ha gareggiato in efficienza. «I militari hanno gestito al meglio che hanno potuto il primo flusso di profughi - spiega un altro ufficiale -, ma spero che adesso si incarichino del resto le organizzazioni umanitarie». Dei tecnici volontari di Franco Telecom, arrivati da Pau in ferie ed a loro spese, hanno installato un telefono satellitare. Questo telefono dovrebbe servire a mettere gratuitamente in comunicazione i vari componenti delle famiglie che sono state separate, nel tentativo di ricomporle. Una iniziativa non meno importante, in favore dei Erofughi, di qualla della distriamone del cibo. Infatti la coda davanti all'apparecchio è lunga. E le conversazioni sono strazianti. Mancano i fondi per pagare la spesa che si preannuncia molto cara. I tecnici comunque fidano di convincere la loro ditta di farsene carico. Copyright Ubóratlon-La Stampa

Persone citate: Franco Telecom, Francois, Francois Charrot, Paula Ghedini

Luoghi citati: Albania, Kosovo, Macedonia, Pau