Gli aiuti arrivano e scompaiono a Tirana

Gli aiuti arrivano e scompaiono a Tirana Le navi e gli aerei hanno scaricato tonnellate di materiali che non sono ancora giunti al Nord Gli aiuti arrivano e scompaiono a Tirana Intralci burocratici ma anche sospetti più gravi Vincenzo lessandosi Inviato a TIRANA Il grosso cargo della Saudi Arabia pare un monumento all'opulenza, lì in mezzo alla pista dell'aeroporto di Rinas spazzato dal vento. I motori giravano ancora quando si ò aperto il portellone sul fianco destro e con un montacarichi hanno cominciato a scaricare scatoloni con le razioni di soccorso, coperte, tappeti. Le 13 di ieri, i facchini sono rapidi a caricare due autotreni ma anche pronti, alla prima occasione, a cacciare in tasca qualche razione umanitaria in busta. In totale, 60 tonnellate di aiuti, altrettante erano arrivate domenica mattina. Tutto vien preso in consegna dal governo albanese che lo ammassa nei magazzini della Riserve dello Stato, a Lundra, frazione a 5 chilometri da Tirana. «Questa è roba per un aiuto agli esuli», dice Abdulatif Salali, ambasciatore saudita. I camion si riempiono in fretta, Bohor Bejko, dell'ambasciata saudita, risponde che loro si fidano del governo, che lo hanno «già fatto l'anno scorso». Ma a Kukes ancora non è arrivato niente di quanto hanno inviato da Riad e gli scatoloni della prima spedizione sono accatastati nel vecchio magazzino nella valletta alle spalle di Lundra. Eppure, Alban Zusi, 30 anni, direttore del inaguzzino, assicura cho «ogni giorno vengono inviati a Nord almeno dieci camion», E questo, sottolinea, dall'indomani dell'inizio dei bombardamenti. Ma a Kukes il fornaio ha ricevuto una quantità decente di farina soltanto il martedì successivo. Contrattempi, insomma, forse inevitabili. O forse no. «Il governo albanese si è impegnato a temere sotto controllo gli aiuti umanitari, in modo che tutto possa arrivare a destinuzione», ha dichiarato Ermelinda Moksi, ministro dolio Coopcrazione Economica e del Commercio. E le ha fatto eco Lufter Xhuveli, ministro dell'Agricoltura e dell'Alimentazione: «Le riserve non sono un problema, si tratta soltanto di portarle in tempo nelle zone dove arrivano gli esuli dal Kosovo. Nelli.' Riserve dello Stuto sono depositato 22 mila tonnellate di grano, e altre 20 mila di farina sono nei depositi privati. E poi, prosegue l'acquisto regolare di farina è grano all'estero destinato al libero mercato locale». Però c'ò qualcosa che allarma, per esempio, un repentino aumento di prezzi, diffuso un po' dappertutto, non soltanto a Kukes che in questi giorni è diventato più caro di Tokyo, almeno por i giornalisti. Dice Xhuveli che i commercianti «non devono approfittare delle disgrazie altrui e della situazione difficile dello Stato e devono smetterla di speculare con i prezzi». Dicono che siano spariti 12 mila materassini, da alcuni giorni, e da sabato 3 mancano notizie pure sulla destinazione di 18 tonnellate di vestiario o indumenti, giunti da Vienna, e di 291 pacchi di tende e medicinali arrivati dal Pakistan; e poi ancora di tre camion sbarcati a Durazzo con coperte e taniche d'acqua; e di un altro con 4 tonnellate di biancheria, materassi, coperte e, chissà perché, anche di mobili in legno. A Valona cercano un autotreno di latte e materiale sanitario. E poi è arrivato anche un aereo polacco: ufficialmente portava medicinali, di quel carico non si sono più avute notìzie. Per la domenica di Pasqua dalla Gran Bretagna è arrivato un aereo con tende e coperte: dovevano essere consegnate all'Alto Commissariato per i Rifugiati. I camion hanno caricato tutto, di quella roba si sono perse le tracce. D'accordo, non si può pensare male, magari alla fine i conti torneranno, ma da quanto ho potuto vedere sui registri dei magazzini delle Riserve dello Stato, non sarà facile. Nell'attesa, si è perso tempo prezioso. Per esempio: alla tendopoli delle piscine, qui a Tirana, mica nel Nord più profondo, hanno ancora bisogno di coperte. Bene, il giorno di Pasqua, da Trieste, ne era arrivato un autotreno stracarico. Anche quello inghiottito dalle sabbie mobili. E ancora: dove sono finite quelle 27 tonnellate di alimentari e acqua scaricati da un aereo Nord americano? Sui registri della Cam (Missione europea per le dogane) viene tutto segnato meticolosamente. Ma una volta che i camion hanno varcato i cancelli dell'aeroporto o dei porti di Durazzo e Valona, seguirli diventa impossibile. A rendere più complicata la storia, le difficoltà per ottenere i lasciapassare doganali. In¬ somma, per snellire, diciamo così, questo meccanismo, Anastos Angjeli, ministro delle Finanze, ha deciso l'istituzione di una commissione tecnica che comprenda «gli europei». I suoi non l'hanno presa bene, soprattutto perché in una lettera il ministro ha sottolineato i rischi di «frodi e ritardi». Dunque, si avanza a tentoni nei labirinti della burocrazia. Ma, qualcosa, finalmente sembra essersi mossa. E' così che i primi soccorsi, l'altro giorno, sono arrivati nel girone dei dannati, su a Kukes, dove in fila con i disperati, c'era anche qualcuno deU'Uck, l'esercito di liberazione del Kosovo. E dietro una capanna, nel campo di Kolsh, poco distante dalla frontiera, in fretta hanno allineato 16 scatoloni di aiuti umanitari. Per un giorno di più, purtroppo, in sedici non hanno potuto essere aiutati. A Valona cercano un autotreno carico di latte e farmaci Non si hanno notizie di un velivolo polacco pieno di medicinali Il governo albanese parla di «ritardi» e vuole istituire una commissione che comprenda «anche gli europei» Piccolo profugo kosovaro curato da medici italiani nell'accampamento delle nostre truppe a Blace Sono: il centro raccolta dei soccorsi per la Missione Arcobaleno che è stato istituito a Napoli presso l'aeroporto di Capodichino