Nella Nato c'è chi si lamenta di Maurizio Molinari
Nella Nato c'è chi si lamenta Critiche «ufficiose» alla linea italiana Maurizio Molinari ROMA Dietro il termine «insufficiente» con cui il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, ha liquidato l'offerta di tregua giunta da Belgrado ci sono anche le forti pressioni che gli alleati stanno esercitando per ottenere nel momento critico dell'offensiva aerea il pieno allineamento dell'Italia alla linea della fermezza nei confronti di Slobodan Milosevic che oramai accomuna Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania. L'importanza strategica dell'Italia per le operazioni militari contro la Jugoslavia impedisce a molti partner di Bruxelles di confermare pubblicamente i malumori che serpeggiano in ambienti militari, e non, e di cui il governo italiano è a conoscenza. Negli alti gradi dell'Alleanza ci si lamenta per il mancato pieno uso «per ragioni politiche» dei nostri Tornado per bombardare la Serbia. L'intensificazione dol¬ l'offensiva aerea, grazie alla finestra di buon tempo e l'importanza che assume nella strategia anti-Milosevic, hanno fatto emergere negli ultimi giorni la necessità di utilizzare «ogni ap- Earecchio» per mettere ko la Seria come si fece con l'Iraq nel 1991 ma, osservano fonti militari chiedendo l'anonimato, (d'Italia non fa pieno uso dei suoi Tornado nonostante siano dotati di armi di precisione come invece non lo erano al tempo della guerra del Golfo». L'uso «ridotto» dei Tornado italiani, aggiungono le fonti, ha avuto delle ripercussioni nei piani di volo dell'offensiva e nelle operazioni a terra nelle basi militari. Ma non è tutto. In alcune capitali alleate la persistenza di rapporti diplomatici fra Italia e Federazione Jugoslava viene tollerata con qualche difficoltà mentre cresce il rischio di perdere vite umane in combattimento. «Né l'ambasciata italiana a Belgrado né il governo italiano stanno recitando un ruolo di primo piano nel negoziato in corso per porre fine alla guerra, dove i russi non hanno rivali e stanno facendo un buon lavoro», sottolinea un alto diplomatico europeo accreditato a Roma facendo notare che «l'Italia continua a volersi differenziare mentre Washington, Parigi, Londra e Bonn sono unite in questo frangente critico della guerra». A conferma delle tensioni c'è anche il giallo sulla relazione che l'ambasciatore italiano alla Nato, Amedeo De Francois, avrebbe svolto sui «rischi per il turismo nell'Adriatico ed a Venezia» durante ima riunione del Consiglio Atlantico a Bruxelles nei giorni seguenti all'inizio dell'attacco. «In quell'occasione De Franchis annunciò la volontà italiana di fermare la guerra facendo sobbalzare sulle sedie i presenti» racconta una fonte di Bruxelles. Ma l'episodio viene smentito dalla delegazione italiana alla Nato: «E' falso, l'ambasciatore non ha mai chiesto la fine della guerra e ha sempre seguito le indicazioni del governo, in quell'occasione spiegò solo quali erano le conseguenze per l'Italia dell'attacco alla Jugoslavia, proprio come fecero gli altri colleghi». La linea di fedeltà alla Nato scelta da D'Alema consente comunque all'Italia di continuare la sua partita diplomatica. La visita a Palazzo Chigi dell'ambasciatore russo a Roma, Nikolui Spassky, è avvenuta ieri quasi contemporaneamente all'annuncio della proposta di tregua. Mosca spera che l'Italia possa ammorbidire le posizioni degli altri Paesi Nato in occasione delle riunioni del Gruppo di Contatto di oggi a Bruxelles e del G-8 venerdì a Dresda. Il governo italiano guarda con attenzione alla mediazione di Mosca e ne segue ogni mossa grazie alle consultazioni quotidiane fra i rninistri degli Esteri, Lamberto Dini e Igor Ivanov. L'ultimo passo è stato la partenza per Belgrado di Ghennadi Selczmov, presidente della Duma (il Parlamento russo), apprezzato a Botteghe Oscure e possibile candidato alla successione di Boris Eltsin. Tra i punti contestati l'ambasciata a Belgrado che è rimasta aperta e l'uso dei Tornado che sarebbe «ridotto» Nella Nato c'è chi si lamenta Un Tornado in dotazione all'Aeronautica italiana: al centro del dibattito l'impiego di questi aerei nell'azione della Nato
Persone citate: Amedeo De Francois, Boris Eltsin, D'alema, De Franchis, Igor Ivanov, Lamberto Dini, Massimo D'alema, Slobodan Milosevic, Spassky
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