Stupri: ci sono le prove

Stupri: ci sono le prove Stupri: ci sono le prove Raccolte dagli investigatori dell'Aia LONDRA Le scelgono mentre fanno la coda alla frontiera con la famiglia, i mariti, i figli, le portano via e le violentano per ore o per giorni: in Kosovo i serbi usano anche lo «stupro etnico» come strumento di terrore e vendetta nei confronti di chi fugge dal terrore e dalla tragedia. Un vero e proprio strumento di guerra, una «pratica» alla quale sono sottoposte le profughe soprattutto al confine con l'Albania, a Monice. Proprio come successe pochi anni fa in Bosnia Erzegovina con le vittime delle città conquistate dalla ferocia delle truppe fedeli a Belgrado. Per le donne del Kosovo ora si ripete quella la tragedia: giovani e anziane, violentate dai serbi. L'ha raccontato ieri il «Times» in un reportage da Kukes. in Albania. «E' in corso una campagna sistematica di abusi sessuali. Abbiamo molti, affidabili resoconti in materia», ha detto al giornale londinese un investigatore occidentale che a Kukes indaga per conto del tribunale internazionale dell'Aia sui crimini di guerra. Secondo gli investigatori del tribunale dell'Aie e le organizzazioni umanitarie, le guardie serbe a Monice si comportano da nazisti: individuano le vittime tra fé immani folle in attesa, le trascinano in un edificio vicino e là le violentano a loro piacimento, per ore o per giorni. Le donne e le ragazze spesso piangono, chiedono pietà ma - racconta il «Times» - le loro implorazioni cadono nel vuoto. I vestiti strappati, l'espressione scioccata, la disperazione di genitori e mariti segnalano questa tragedia nella tragedia su cui ì profughi glissano: nella cultura albanese lo stupro è l'affronto più grave e irreperabile che si possa fare ad una donna. E copre di vergogna le stesse vittime. Meglio quindi non panarne. «Quando le giovani vengono restituite alle famiglie non ci sono celebrazioni di gioia per il fatto che sono sopravvissute. Si buttano in silenzio nelle braccia dei genitori, nascondono la faccia, raggiungono in silenzio quella misera umanità di cui fanno parte», scrive il «Times». Le organizzazioni umanitarie si dicono impotenti a fornire assistenza in questo campo. Si augurano che le famiglie sappiano confortare le donne violate - perlopiù adolescenti - che rischiano altri grossi traumi se per caso rimangono in stato di gravidanza in seguito agli abusi: potrebbero essere rifiutate dalle loro stesse comunità come madri di «bastardi» o trovarsi davanti al drammatico problema di allevare dei figli concepiti nell'odio più terribile. Gli stupri etnici da parte delle forze paramilitari serbe avverrebbero anche all'interno del Kosovo, per spingere le popolazioni albanesi all'esodo. [Ansa]

Persone citate: Kukes

Luoghi citati: Albania, Belgrado, Kosovo