L'Italia è appesa all'urna

L'Italia è appesa all'urna Tennis: rischia nel sorteggio anche se sarà testa di serie L'Italia è appesa all'urna Giovedì a Londra gli accoppiamenti per lo spareggio di fine settembre Cario Coscia inviato a NEUCHATEL ~ A funerale avvenuto, la salma del caro estinto ha avuto una specie di sussulto fra l'imbarazzo e lo sconcerto del coro dei dolenti. Ma era solo un'illusione, nessun miracolo, nessuna resurrezione. Sanguinetti ha battuto la riserva Heuberger, Pozzi ha superato il baby Federar e l'Italia della racchetta, con gli svizzeri già in vacanza, si capisce, ha conquistato le più inutili delle vittorie, che servono solo a rendere meno pesante il risultato destinato a rimanere negli annali. I giudizi di fondo in realtà non cambiano, e nemmeno le paure di finire nel baratro della retrocessione. Mal comune mezzo gaudio, recita il vecchio adagio: però non bastano i risultati per tanti versi sorprendenti del primo turno, ricco di illustri sconfitti, a rendere meno sgradito l'amaro boccone. Il futuro del tennis italiano è un buco nero. E giovedì a Londra ci sarà il sorteggio per lo spareggio di fine settembre, dove chi vince resta in A e chi perde finisce in B: speriamo che lo stellone torni a visitarci come ha fatto nel recente passato, quando anche grazie alla spinta della sorte l'Italia ha raggiunto traguardi assai più alti del suo reale valore. Il tennis azzurro è poca cosa e la sconfitta era nell'aria prima ancora di incrociare le racchette con la Svizzera. Però è anche vero, come bene sappiamo viste le due semifinali e la finale degli ultimi tre anni, che la Coppa Davis è una competizione strana. Prendiamo la Svezia. Quattro mesi fa ha vinto la grande insalatiera d'argento facendoci a fettine in quel di Milano e domenica, in casa, è stata messa al tappeto dalla Slovacchia. E prendiamo la Spagna. Ha due singolaristi, Moya e Corretja che sono il numero 2 e 6 al mondo, e davanti al suo pubblico è stata bastonata dal Brasile di Guga Kuerten. Hanno perso anche la Gran Bretagna di Henman e Rusedski contro la squadra C degli Stati Uniti che però, a differenza di quanto successe con gli azzurri a Milwaukee, hanno avuto il merito di mandare in campo sul sintetico di Birmingham il vecchio Jim Courier, e la Germania dei giovani Haas e Kiefer che si è arresa davanti alla Russia. Sconfitte amare, certo, e qualche rischio per il futuro. Ma anche la consolazione, che invece noi non abbiamo, di rappresentare comunque un tennis vitale e capace di rimediare prontamente alla caduta. Nell'urna di Londra, insieme a quello dell'Italia, finiranno i nomi di quindici squadre. Delle altre sette che hanno perso il primo turno del tabellone principale (Svezia, Germania, Gran Bretagna, Zimbabwe, Olanda, Spagna e Repubblica Ceca) e delle otto vincitrici dei gruppi di qualificazione: Equador (che nel match decisivo ha battuto l'Argentina), Cile (Colombia), Nuova Zelanda (Korea), Uzbekistan (Giappone), Romania (Croazia), Austria (Portogallo), Finlandia (Israele) e Sud Africa (Bielorussia). Prima del sorteggio la Federazione internazionale fisserà le otto teste di serie in base a criteri che tengono conto di molti fattori, compresi la classifica dei giocatori, la tradizioni e i risultati. Le teste di serie non si incontreranno fra di loro e avranno dunque il vantaggio di trovare avversari meno pericolosi, almeno sulla carta. L'unica sicura del piccolo privilegio è la Svezia, campione in carica, e anche l'Italia ha buone probabilità di essere scelta insieme a Spagna, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Repubblica Ceca e Cile. Visto quel che è successo nel primo turno, tuttavia, e considerando che molte nazioni saranno fortemente motivate dalla prospettiva di accedere al grande plcoscenico, anche la status di testa di serie non diminuisce di molto i rischi degli azzurri. I quali hanno parecchie probabilità di giocare fuori casa (in caso di mancanza di precedenti deciderà il sorteggio). In trasferta, per esempio, ci toccherebbero il Sud Africa e lo Zimbabwe dei fratelli Black, che in casa, sull'erba di Harare, è una squadra assai più temibile di quella che l'anno scorso a Prato si fece rifilare un pesante cappotto. Gli azzurri hanno molte probabilità di affrontare fuori casa l'incontro decisivo per rimanere in A Gianluca Pozzi, 34enne, ha battuto nell'ultimo match (ormai inutile) lo svizzero Roger Federar che ha esattamente la metà dei suoi anni

Persone citate: Corretja, Gianluca Pozzi, Haas, Henman, Jim Courier, Kuerten, Pozzi, Roger Federar, Rusedski, Sanguinetti