Wilson, parole e musica Il pop diventa donna

Wilson, parole e musica Il pop diventa donna Wilson, parole e musica Il pop diventa donna Alessandro Rosa DONNE, du-du-du, sempre più donne. Musiciste sempre più forti e autonome, senza altri filtri culturali cui piegarsi in ruoli come in passato. Grazie anche ad un pubblico femminile che oggi crea mercato, un nuovo mercato: le Spice Girls sono state elette regine della pop music dalle donne, così come Lucinda Williams nel country e Ani DiFranco nel folk sono state portate ai trionfi dal pubblico femminile. Cui vanno aggiunti nomi nuovi come la canadese Jewel, poetessa oltre le note, come Lauryn Hill, ex-regina dei Fugees. Tendenza che si conferma con altri nuovi dischi. Dopo gli standard del folk e del blues americano, Cassandra Wilson si misura con Miles Davis in dodici partite musicali riunite sotto il titolo «Traveling Miles» (Blue Note, 1 Cd). Se Davis non ha mai affiancato la sua tromba alla voce umana (a parte Bob Doratigli in «Blue Xmas» e «Nothing like you»), si è però sovente stropicciato con i successi del grande varietà («Someday my Prince will come», «Time after time» di Cindy Lauper, «Human nature» di Michael Jackson). Al repertorio del trombettista, Cassandra aggiunge brani cui ha scritto le parole e alcune sue composizioni. L'insieme soddisfa soprattutto nelle parti di ballata e canzone pop con una base strumentale dove le chitarre dominano. Come nei precedenti album, il jazz è diventato un colore per la voce della Wilson in cui si mescolano tenerezza, fremiti di fascino e scatti selvaggi di personalità. E' qualcosa di diverso, che fa apparire la tematica «Miles» un po' aneddotica, oltre quel movimento incessante che il trombettista imprimeva ai suoi musicisti. Ricco il cast coivolto. Si distinguono un eccelso lassista, Lonnie Plaxico, con Steve Coleman, Angélique Kidjo. Pat Metheny e Dave Mollami ininI fluenti. Gran bel disco è anche quello di Nada. A 7 anni dal precedente, la cantante toscana si ripresenta con «Dove sei sebi (Mercury, 1 Cd) dove musiche e parole di dieci canzoni portano la sua firma, e una (la deliziosa «Piccoli fiumi» con chitarra e clarinetto) di Gianmaria Testa. Se già si era distinta a Sanremo l'aspra, scabrosa «Guardami negli occhi, il resto dei brani sfaccetta i toni sempre tesi di un disco maturo, particolare, insinuante, pienamente femminile, di respiro internazionale. Dominano le tinte blues, la voce sussurra e grida, gioca a cercare e rompere la melodia. Ben l'aiutano i toni di rock scarno, intenso ed essenziale, creato da Mauro Pagani. Con versi sempre chiari ed immagini mai banali. Una bella sorpresa, specie con le prime cinque canzoni. Di forte intensità è il particolare stile con cui si ripresenta Sarah Jane Morris con un disco targato dall'etichetta italiana Irma. «Fallen angel» è un disco carnoso, saturo di sapori. La Morris ha sfruttato al meglio la libertà concessale dalla casa discografica, per confezionare uno stile che lei definisce «il mio Joplin- Capta in Beefheart-Isley Brothers ibrido». Gran uso di strumenti (elettronici, ukulele, cori inglesi, mandolini, percussioni) in modo non tradizionale. Mentre esplora le proprie perplessità, passioni, disperazioni, Morris le colora con estro musicale in novativo. Emozioni gradevoli coinvolgenti. e ìnvolij m

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