Ho trovato in lui il piacere del libro

Ho trovato in lui il piacere del libro Ho trovato in lui il piacere del libro Fabrizio Rondolino HO visto Giulio Einaudi una volta sola, alle Botteghe Oscure, mentre si festeggiava una vittoria elettorale della sinistra; non l'ho mai conosciuto personalmente. Aver pubblicato un libro con la sua casa editrice, però, è un po' come esser stato ammesso in un club esclusivo, seppur furtivamente e magari per la porta di servizio. Ci sono arrivato tra gli ultimi, nella famiglia un po' snob e così vasta degli einaudiani, e ho trovato una cosa che mi aspettavo e un'altra che, invece, non credevo di trovare. Ho trovato il piacere del libro, il piacere cioè di fare un libro insieme, dedicandosi ai dettagli con uno scrupolo ignoto, per quanto ne so, a gran parte del mondo editoriale contemporaneo. Ma ho trovato anche una familiarità molto informale, una disponibilità prossima all'amicizia, una festosità, persino, che l'ultimo arrivato raramente incontra e che contraddice l'immagine un poco aristocratica di cui lo Struzzo ama circondarsi. Non so che cosa Giulio Einaudi abbia detto fra sé delle polemiche, non sempre eleganti, che hanno accompagnato la pubblicazione, nella sua casa editrice, del mio romanzo. Può darsi che si sia infastidito. Ed è molto probabile che avesse di meglio cui pensare, e libri più importanti da leggersi. Però a me piace immaginare che almeno per un istante si sia fermato a riflettere, abbia allontanato da sé questo o quell'articolo di giornale, abbia preso in mano il libro e finalmente abbia sorriso, carezzando con le sue mani affusolate e rugose tutto quel bianco della copertina.

Persone citate: Fabrizio Rondolino, Giulio Einaudi