Anche Gucci è alla stretta finale Anche Cucci e alla stretta finale

Anche Gucci è alla stretta finale Anche Cucci e alla stretta finale Settimana decisiva per il naturo della casa fiorentina contesa dai colossi francesi Lvmh e Ppr Anche Gucci è alla stretta finale Anche Cucci e alla stretta finale Domani si sapranno i dettagli dell'opa di Arnault ROMA ~ Settimana decisiva Dcr il futuro del- Settimana decisiva per il futuro della Gucci, oggetto del braccio di ferro tra due colossi francesi, Louis Vuitton Moet Hennossy (Lvmh) o Pinault-Printemps-Redoute (Ppr), che hanno ingaggiato una battaglia a colpi di carte bollate e di migliaia di miliardi di lire. Domani Pierre Godo, braccio destro del «patron» di Lvmh Pierro Arnault, dovrebbe infatti svelare i dettagli dell'offerta pubblica d'acquisto da oltre 8 miliardi di dollari (14 mila miliardi di lire) presentandoli a una delegazione della casa della doppia G. Il supervisory board della Gucci H1 "UI1'1'a entro fine settimana per decidere se raccomandare l'accetta- zione dell'offerta a tutti eli azioni- si riunirà entro fine settimana per decidere se raccomandare l'accettazione dell'offerta a tutti gli azioni sti, incluso il gruppo Pinault che a marzo aveva reso noto un patto segreto che aveva portato all'acquisizione del 42% della società per un controvalore di 2,9 miliardi di dollari (5.300 miliardi di lire). Per Arnault, dopo lo sgambetto del rivale francese, l'Opa totalitaria è diventata una strada obbligata. In seguito all'annuncio, a gennaio, di aver rastrellato più del 5% del capitale Gucci, Arnault aveva accresciuto la propria partecipazione fino al 34,4% del capitale per un costo di 1,4 miliardi di dollari (oltre 2.500 miliardi di lire). Ma i piani del ma- gnate transalpino erano stati osta- colati dalla Gucci che, con la consu- miliardi di lire). Ma i piani del magnate transalpino erano stati ostacolati dalla Gucci che, con la consulenza della banca d'affari statunitense Morgan Stanley, aveva prima neutralizzato i diritti di voto dello scalatore emettendo un identico ammontare di azioni destinate a un piano di opzioni destinate ai dipendenti e poi accolto a braccia aperte la partecipazione del gruppo Pinault. Di qui la decisione di Arnault di alzare la posta con un'offerta di acquisto totalitaria sulla Gucci mirata a evitare il rischio di vedere la propria quota diluita del 20%. Secondo indiscrezioni l'offerta di Lvmh dovrebbe essere pari a 81 dollari ad azione, interamente in contanti, per tutte le azioni Gucci. Ma l'offerta è subordinata a una dollari ad azione, interamente in contanti, per tutte le azioni Gucci. Ma l'offerta è subordinata a una sua accettazione da parte del 40% degli azionisti Gucci. E poiché Pinault detiene una quota del 42% e che numerosi investitori istituzionali hanno già detto di considerare gli 81 dollari un'offerta troppo bassa, l'offerta sembra destinata a fallire. In tal caso l'avventura italiana di De Sole e del direttore creativo Tom Ford continuerà e Gucci punterà a diventare il leader mondiale del lusso, proprio in concorrenza con Lvmh. Un progetto che l'amministratore delagato della griffe fiorentina aveva già annunciato a nò- fl H vembre, e che non sembra voler abbandonare, tanto più che fino ad ora i risultati gli danno ragione. Nel '98 la Gucci ha realizzato un miliardo di dollari di fatturato (+6,9%) e 195 milioni di dollari di utile netto (+3%). L'azienda fiorentina sembra dunque la gallina dalle uova d'oro e così dopo Investcorp (più di 3 mila miliardi di lire di plusvalenza in meno di 4 anni) e Preda (25 miliardi in 6 mesi) sono arrivati anche Lvmh e Ppr (che se vende guadagna 200 miliardi in una settimana). [a. vig.l \ ék fl H Francois Pinault che guida il gruppo Ppr

Luoghi citati: Roma