Uccidono e bruciano un giovane per rubargli l'auto sportiva
Uccidono e bruciano un giovane per rubargli l'auto sportiva Cagliari: fermati due fratelli, volevano far pensare a uno sgarro Uccidono e bruciano un giovane per rubargli l'auto sportiva CAGLIARI Hanno ucciso per rubare una macchina sportiva. E' l'accusa contro due fratelli, Alessio e Massimiliano Farci, formulata dal pubblico ministero che indaga sull'assassinio di Roberto Baldussi, di 34 anni, di San Sperate (Cagliari), il cui corpo semicarbonizzato era stato trovato il pomeriggio di sabato nelle campagne di Assembri (Cagliari), nascosto sotto alcuni materassi e coperto d'aglio, tre giorni dopo la denuncia di scomparsa. Domenica il pm Fernando Bova aveva dapprima disposto il fermo di Massimiliano Farci, di 32 anni, originario di Assommi ma residente a Monastir. Durante la notte, al termine di un lungo interrogatorio ed un confronto, il magistrato ha sottoposto a fermo di polizia giudiziaria anche un fratello di Farci, Alessio, di 19 anni. Gli inquirenti ritengono di aver scoperto anche il movente del delitto: la rapina della Lotus di Baldussi, che il geometra aveva intenzione di vendere per 35 milioni di lire e che Massimiliano Farci, senza un'occupazione stabile, non avrebbe mai potuto acquistare. Invece, come abbi, Farci aveva mostrato una «procura a vendere» sottoscritta da Baldussi. Gli accertamenti dei Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale e della Squadra Mobile della Questura di Cagliari avrebbero invece accertato la falsità del documento. Il fatto dimostrerebbe, secondo gli mquirenti, la premeditazione dell'omicidio. A Massimiliano sarebbe attribuita la responsabilità del delitto, ad Alessio la complicità nell'occultamento e distruzione del cadavere e falso di fronte al notaio. Le modalità dell'assassinio di Baldussi, che sarebbe stato strangolato, e le mosse successive per precostituirsi un alibi avrebbero, se¬ condo gli inquirenti, messo in evidenza caratteristiche di efferatezza criminale insospettabili in una persona come Massimiliano Farci, che non aveva alcun precedente penale. Il presunto assassino al termine di un nuovo interrogatorio condotto dal pubblico ministero Bova e un confronto col fratello più giovane, avrebbe confessato, ammettendo le proprie responsabilità e spiegando che l'unico movente del delitto era il possesso quella Lotus nera biposto, il cui desiderio gli avrebbe fatto cadere ogni freno inibitorio. Un caso da manuale di criminologia, hanno detto gli inquirenti, con elementi che rischiavano di portare fuori pista e ad ipotizzare per il delitto scenari del tutto diversi. Quel cadavere semicarbonizzato, cosparso d'aglio e nascosto sotto materassi in una discarica abusiva alla periferia di Assemini, aveva indotto in un primo momento a pensare ad una punizione per uno «sgarro». La realtà si è poi rivelata ancora più sconcertante. I fermi dei due fratelli Farci dovranno essere convalidati nei prossimi giorni dal giudice delle udienze preliminari del tribunale di Cagliari. [c. g.l La vittima voleva vendere la macchina Il cadavere gettato in una discarica
Persone citate: Assembri, Bova, Fernando Bova, Massimiliano Farci
Luoghi citati: Assemini, Cagliari, Monastir, San Sperate
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