La Pasqua blindata di Nazareth di Aldo Baquis
La Pasqua blindata di Nazareth Un accordo ferma la rissa su un'area che gli uni vogliono parcheggio, gli altri moschea La Pasqua blindata di Nazareth Scontri tra cristiani e musulmani: 30 feriti Aldo Baquis nostro servizio TEL AVIV Pasqua blindata per i cristiani di Nazaret (Galilea) che per due giorni si sono affrontati con la popolazione musulmana nella centrale via Paolo VI, armati di spranghe e di sassi. Il bilancio della guerriglia urbana - placatasi solo ieri sera quando in municipio è stato raggiunto un accordo di principio - è di una trentina fra feriti e contusi delle due parti, di ottanta automobili danneggiate dalle sassate dei dimostranti e di numerose vetrine infrante. Fonti locali hanno accusato ieri i dimostranti islamici di aver cercato domenica di compiere un pogrom contro la comunità cristiana e di essere ricorsi al lancio di bottiglie incendiarie. In una angosciata omelia pasquale il Patriarca latino Michel Sabbah ha affermato che questi scontri coinvolgono una minoranza e che la maggioranza dei cristiani e dei musulmani - a Nazaret co¬ me a Betlemme - vogliono ancora la coesistenza. Ma lo «Shin Bet», il servizio di sicurezza israeliano, avverte che qualora a Nazaret non si trovi un compromesso le tensioni interconfessionali rischiano di estendersi altrove. Al centro della disputa c'è la tomba di uno sceicco, Shaheb a-Din (lontano discente del Saladino), vissuto in epoca turca. Nel terreno attiguo - largo 1860 metri quadri sorgeva una scuola, che è stata demolita: perla popolazione cristiana è quello il posto ideale per approntare un grande parcheggio per i torpedoni dei pellegrini che durante il Giubileo si recheranno in visita nella vicina Basilica dell'Annuncizione. Al progetto si oppone però la popolazione musulmana che da due anni afferma che quell'area è «Waqf» (di proprietà dell'ente per la protezione dei beni islamici in Palestina) e deve essere utilizzata per edificarvi una moschea. «La costruzione di una nuova moschea vicino alla Basilica del¬ l'Annunciazione - ha rilevato ieri Moti Zaken, il consigliere per le questioni arabe del premier Benyamin Nelanyahu - è vista in modo negativo in Vaticano». Il difficile compromesso si era ulteriormente alllontanato nei mesi scorsi, in seguito alle elezioni municipali: il comunista (cristiano) Ramzi Jeraisy era stato confermato sindaco, ma il movimento islamico era riuscito ad ottenere nel consiglio municipale dieci dei 19 seggi. Ieri dunque, al termine di una serrata mediazione mentre nelle strade gli animi erano ancora esasperati e la città era paralizzata da uno sciopero indetto dal movimento islamico, è stata raggiunta un'intesa secondo cui nella zona contesa sarà edificato un luogo di culto islamico, di dimensioni ridotte. I progetti dovranno essere vagliati ed approvati dal sindaco. Ma attivisti islamici hanno preannunciato che la costruzione del luogo di culto iiuzierà a giorni.
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