Una brigata di volontari di Guido Novaria

Una brigata di volontari Una brigata di volontari Punta di diamante il Terzo alpini già in Kurdistan, Sarajevo, Valona Guido Novaria TORINO I tagli imposti dal nuovo modello di difesa avevano rischiato di cancellare la Taurinense, la prima (e unica) brigata alpina italiana formata da volontari. «Una scelta che ci ha permesso di sopravvivere, anche se si è dovuto ridimensionare il reclutamento tradizionale con i soldati di leva, provenienti soprattutto dalla provincia di Cuneo», dicono alla caserma Monte Grappa, a Torino, sede del comando brigata. La trasformazione in una brigata di volontari ha interessato, innanzitutto, il 3° Reggimento alpini di Pinerolo, da sempre «punta di diamante» della Taurinense. E' questo il reparto prima con la denominazione di battaglione «Susa» - che da quasi trentanni fa parte deU'Amf, la Forza mobile della Nato, in grado di entrare nelle aree di operazioni con un preavviso di pochissime ore. Una capacità d'intervento che ha reso questo reparto particolarmente adatto alle sempre più numerose missioni all'estero richieste dallo Stato Maggiore. A 3° alpini ha costituito l'ossatura del contingente Albatros, che nella primavera del '93 è stato impegnato con i «caschi blu» dell'Orni in Mozambico, dopo la fine della guerra civile. Dall'autunno del '97 alla primavera del '98, gli alpini della Taurinense, guidati dal generale Armando Novelli, hanno operato a Sarajevo, nell'ambito della forza di stabilizzazione della Nato. Il reparto di sanità aviotrasportabile della brigata aveva preso parte, nel '91, all'Operazione Pellicano, in Kurdistan, mentre l'anno scorso l'ospedale da campo è stato per oltre tre mesi in Albania, a Valona, impegnato nella missione Alba. Da settembre dell'anno scorso, la brigata è guidata dal generale Pietro Frisone, già addetto militare all'ambasciata italiana a Mosca. Da due giorni, 200 uomini della brigata sono in Albania, impegnati nell'Operazione Arcobaleno. Tra qualche mese, gli alpini della Taurinense avrebbero dovuto ritornare a Sarajevo con un contingente di 1500 uomini. Alla vigilia di Pasqua, le licenze agli alpini volontari sono state concesse normalmente «anche se l'impressione è che potesse esserci qualche improvvisa mobilitazione».

Persone citate: Armando Novelli, Pietro Frisone