Elicotteri e 2600 soldati Usa al confine di Andrea Di Robilant

Elicotteri e 2600 soldati Usa al confine In Albania, con blindati e batterie di missili. Clinton agli alleati: non accettate una mezza pace Elicotteri e 2600 soldati Usa al confine II comandante Nato: i bombardamenti aerei non bastano Andrea di Robilant corrispondente da WASHINGTON. Ventiquattro elicotteri Apache, 18 batterie missilistiche, 14 blindati Bradley e un contingente di 2600 uomini: il dispiegamento della «Task Force Hawk» in Albania, approvato ieri a Bruxelles su richiesta del Pentagono, segna una svolta importante nell'escalation della guerra della Nato contro la Serbia. E viene annunciato mentre il generale Wesley Clark, comandante in capo delle forze alleate in Europa, in un'intervista al quotidiano cattolico «La croix» dice: «Non-va. I bombradaments aerei non bastano da soli a impedire le peggiori atrocità». Allo stesso tempo il Presidente Clinton scende in campo per esortare l'Alleanza a rimanere unita di fronte al pericolo che Slobodan Milosevic tenti nelle prossime ore una manovra diplomatica per dividere gli alleati e fermare i bombardamenti. «Non possiamo accettare promesse vuote e mezze misure», ha detto il Presidente. «Dobbiamo persistere fino alla vittoria». L'uscita a sorpresa di Clinton è venuta poco dopo che il dipartimento di Stato aveva detto di aver «ricevuto indicazioni» di una imminente iniziativa di Milosevic in quel senso. Il segretario di Stato Madeleine Albright ha chiamato i ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia Eer assicurarsi, altdet;tp .jl,.suo„., portavoce James Rubin, che nessuno stava per cedere «davanti alla prospettiva di accordo di pace fasullo». Clinton ha ribadito le quattro condizioni che Milosevic deve rispettare per ottenere la cessazione dei bombardamenti: ritiro delle truppe serbe dal Kosovo, rientro dei profughi, autonomia del Kosovo, forza di pace Nato. Le probabilità che gli americani tornino a dialogare con il leader serbo sono però ogni giorno più remote. E alla Casa Bianca si comincia a ragionare sul dopo-Milosevic (anche di questo la Albright ha parlato con gli alleati). La Task Force Hawk approvata ieri dalla Nato sarà operativa tra sette-dieci giorni. Il Pentagono insiste che «rientra nell'ampliamento della campagna di bombardamenti e non prelude all'invio di truppe di terra nel Kosovo». Ma i 24 Apache e il massiccio arsenale di sostegno fanno parte della U.S. Army. E il loro invio segna il primo coinvolgimento diretto dell'esercito americano nel conflitto. L'obiettivo degli elicotte- E' l'embrionforza di (40-60 milache dovrà ra casa i dePrima delraid i genespresserosull'efficaccampagnariqutimfotemsinebatetaaucitopbdzitrp«fcoremchdStrptammltlpPbdss one della i terra la soldati) riportare deportati el via ai enerali ro dubbi acia della na aerea ri, spiegano fonti militari, sarà quello di mettere fuori combattimento quel che resterà delle forze serbe in Kosovo dopo l'intensa campagna di bombardamenti aerei prevista per le prossime settimane. Gli Apache sono delle macchine micidiali. Possono volare a bassissima quota, anche di notte. Sono dotati di missili antitank (fino a 16) e di cannoncini automatici (30 millimetri) capaci di sparare 625 colpi al minuto. Ma sono anche vulnerabili per questo sono necessarie le batterie missilistiche - e richiedono una complessa manutenzione. La Task Force Hawk potrebbe diventare la prima componente sul terreno di quella «forza internazionale» che, secondo fonti Nato, dovrà scortare e proteggere le centinaia di migliaia di deportati albanesi che faranno ritorno in Kosovo. I piani prevedono una forza di almeno 40-60 mila uomini. Sarà guidata dalla Nato ma potrebbe essere integrate da truppe di altri Paesi. E sarà introdotta in Kosovo solo quando la campagna di bombardamenti aerei avrà ridotto considerevolmente i rischi di un intervento di terra. O, come ha detto ieri il portavoce della Casa Bianca Joe Lockhart, «quando la capacità serba di colpire in Kosovo sarà considerevolmente degradata se non distrutta». L'Amministrazione rimane convinta che la campagna aerea, rafforzata dall'invio degli Apache, sarà -,;n (KtRrfrtR 'Sufficiente jSdr mettere i serbi fuori combattimento in Kosovo. Ma alcuni militari continuano a lasciar filtrare le loro perplessità. E ieri i loro mugugni sono finiti sulla prima pagina del «Washington Post». Già prima dell'inizio dei bombardamenti, racconta il quotidiano della capitale, i capi di stato maggiore si dimostrarono scettici sull'efficacia di una strategia basata esclusivamente sulla potenza aerea. Ed espressero dubbi e perplessità anche sulla teoria, propugnata soprattutto dal segretario di Stato Madeleine Albright, che la «perdita» del Kosovo avrebbe avuto conseguenze disastrose per gli Stati Uniti. Il Presidente Bill Clinton è intervenuto personalmente ieri, assieme al segretario alla Difesa William Cohen e al capo di Stato maggiore Hugh Shelton, per cercare di soffocare la polemica. «Tutti noi sapevamo che la campagna aerea avrebbe avuto i suoi limiti», ha detto. «Ma era la migliore opzione possibile da un mazzo di pessime opzioni». .E' l'embrione della forza di terra (40-60 mila soldati) che dovrà riportare a casa i deportati Prima del via ai raid i generali espressero dubbi sull'efficacia della campagna aerea GLI OCCHI DELL'APACHE Il sistema per la visione notturna può rivelare e attaccare bersagli in tutte le condizioni atmosferiche, comprese nuvole di fumo, sabbia e polvere. L'immagine arriva al pilota attraverso un visore notturno indossato come un paio di occhiali o su uno schermo del pannello di controllo. IL TERRORE DELLE TRUPPE Di TERRA Cannone automatico a tiro rapido da 30 mm, con 1200 colpi (625 al minuto) 76 razzi da 70 mm collocati sotto le due piccole semi-ali MISSILI Fino a 16 missili anticarro Hellfire Lungo 17,76 metri, alto 4,66. ha un equipaggio di due persone, sistemate nell'abitacolo come su un tandem: davanti l'armiere-navigatore, dietro il pilota. La velocità massima è di 293 km allora, la quota operativa è di 4500 metri. Può volare con ogni tempo e la corazzatura, unita alla bassa segnatura all'infrarosso, gli consente un'alta sopravvivenza in battaglia. Impressionante è la componente elettronica: rilevatori agli infrarossi, laser, radar, telecamere e un sistema di tiro e acquisizione dei dati che trasmette i dati direttamente nei caschi dell'equipaggio. RESTANO I DUBBI SUL PREZZO DA PAGARE PER LA NATO