Primi decolli da una base tedesca

Primi decolli da una base tedesca Primi decolli da una base tedesca La Germania rafforza il ruolo militare tra le polemiche Alberto Gini BONN La Germania ha voltato un'ultra pagina quando ieri è stuto annunciato che per lu prima volta gli attacchi aerei alleati contro obiettivi sorbi in Jugosluviu sono partiti anche da una baso britamiica situala in torritorio todosco. Poco mono di duo settimane orsono, all'inizio dello operazioni, si ora avuta un'altra «prima»: da Piacenza orano decollati piloti tedesclii impegnati in operazioni belliche, un evento che non si era più registrato dalla fine della seconda guerra mondiale. La crisi del Kosovo conduco dunque per fasi successive la Germania allo status pieno di potenza militare impegnata, assieme agli alleati della Nato, nella difesa dei diritti umani in Europa. E' una svolta che non avviene senza polemiche, tanto più che a gestirla sono paradossalmente i partiti di sinistra, quello socialdemocratico (Spd) e quello ecologista, che negli ultimi due decen¬ ni erano stati più vicini ai movimenti pacifisti. Ma il cancelliere Gerhard Schroeder, il suo ministro della Difesa Rudolf Scharping ed il ministro degli Esteri Joscka Fischer non si stancano di ripetere che 1'«incredibile brutalità» del presidente jugoslavo Slobodan Milosevic va fermata, che il popolo albanese del KOSOVO è sotto la minaccia del genocidio, che l'intervento è motivato dalla necessità di scongiurare la «catastrofe umanitaria». Di consentire ai profughi, fuggiti a centinaia di migliaia, di tornare alle loro terre, un ritomo nella pace e nella sicurezza come anche ha auspicato il sottosegretario agli Esteri italiano Umberto Ranieri, venuto a Bonn ieri per discutere con la Presidenza di turno tedesca dell'Ile il coordinamento degli aiuti internazionali agli albanesi kosovari naufragati alle frontiere con Albania e Macedonia. Così nella notte fra domenica e lunedì di Pasqua sei Tornado della «Royal Air Force» accompagnati e riforniti da tre aerei-ci¬ sterna si sono alzati dalla loro base di Brueggon, una cittadina tedesca a ridosso della frontiera con l'Olanda, per attaccare i loro obiettivi. Per ragioni di sicurezza non è stato precisato contro quali installazioni sono entrati in azione i piloti inglesi: si sa solo che fra le infrastrutture da distruggere vi erano ponti e che tuttu la squadra ò tornata illesa alla base dopo sette ore di missione. La «Rat» non ha voluto indicale se a questa prima incursione da Brueggen altre ne seguiranno. Ma nei pressi di Spangdahlem, una pìccolissima cittadina tedesca vicino alla frontiera con il Lussemburgo, in quella che ò considerata la più grande delle busi aeree di cui dispongono in Europa, gli americani stanno approntando 13 bombardieri «invisibili». Sono appena arrivati, andranno ad aggiungersi aU'«armada» già dispiegata. La Nato ha deciso di intensificare le azioni e la Germania non si tira indietro: per aumentare la potenza di fuoco della sua squa¬ dra - 14 Tornado stazionati a Piacenza - sostituirà 2 dei 6 velivoli addetti alla ricognizione e all'eliminazione dei radar nemici con altri 2 apparecchi, progettati per il solo combattimento. A protestare in Parlamento contro la partecipazione del Paese ad operazioni belliche condotte senza mandato dell'Orni sono per ora solo i post-comunisti della Pds, che sventolano la bandiera del pacifismo senza compromessi, e uno sparuto gruppo di deputati ecologisti. Ma non mancano le voci di dissenso nei due partiti della coalizione rossoverde e fra i gruenen vi è chi parla addirittura di spaccatura, di fine del partito. Anche all'interno dell'Spd Schroeder e Scharping incontrano resistenze. Fra una settimana il partito si riunirà a congresso: doveva essere l'occasione per incoronare il cancelliere nuovo presidente del partito dopo le clamorose dimissioni del suo predecessore Oskar Lafontaine. Potrebbe essere invece l'ora della resa dei conti.

Persone citate: Alberto Gini, Gerhard Schroeder, Joscka Fischer, Oskar Lafontaine, Rudolf Scharping, Scharping, Slobodan Milosevic, Umberto Ranieri