La disperata euforia di Belgrado

La disperata euforia di Belgrado Appello del governo ad Annan: fermi l's fallimi La disperata euforia di Belgrado Di notte le bombe, di giorno il rock Fernando Mozzetti inviato a BELGRADO Centro all'oliato, negozi gremiti, mercatini brulicanti, non un posto libero ai tavoli dei tanti caffè all'aperto sotto il sole della giornata quasi estiva. Malgrado tre consecutive notti di fuoco, con gli attacchi Nato che dopo quello di sabato si sono ripetuti ogni giorno, colpendo precisi obiettivi militari, Belgrado rimane vitale, gaudente, in una complessa miscela di sentimenti collettivi: nella forte passione nazionale sotto il tiro della più potente macchina da gueira della storia, confluiscono torbido fondo balcanico, raffinatezze occidentalizzanti, adesione a feticci, miti e simboli della pop cultura umericana. I concerti anti-Nato ma soprattutto anti-americani ogni giorno si svolgono in una cornice che testimonia tutta l'attraziono americana: al rock hard si alternano motivi unti-Clinton di fresca composizione a riuno di folk-music da vecchio Far West. Quasi tutti esibiscono al petto gadget all'americana con scritte unti-Nato, i giovani sfoggiano cappellini di carta da stadio di baseball, con colori americani e scritte contro gli Stati Uniti. Tutto intorno, insegue di McDonald, dello più famoso marcho di jeans e sigarette americane. Nel cuore della zona pedonale su improvvisati pannelli per attaccarvi messaggi di protesta, foto di Clinton, dellu Albright, di Chirac, sotto la scritta «Wantod», ricorcati; foto dei tre soldati Usa catturati, con la scritta: «Non salverete il soldato Ryan». Su Clinton, si ò feroci. La Tv Kosawa, (Vento dell'Est), di proprietà dellu figlia di Milosevic, Marija, ha trasmesso un film porno con protugonista un presidente Usa e la sua amante, «Moronca Lesbinsky». Ben poco la gente sa della catastrofe umanitaria con la fuga in mussa dui Kosovo che stu commuovendo il mondo. Sunno che da quelle purti ci sono operazioni «contro i terroristi di utnia albanese», e per questo la Nato uttacca la Serbia in Docente, Surreale, il governo lancia un procluniu agli ulbuncsi del Kosovo aftinché non fuggano: «Non abbandonate il vostro e nostro Stuto, ulzute lu voce contro le follie degli as:,assmi Nato». Poi ha chiesto l'intervento del segretario generale dell'Orni, Kofi Annan, affermando che, se non interverrà a fermare «l'aggressione della Nato... si renderà complice del fallimento dell'Onui>. Ma rispondendo ulle domande dei giornalisti su una possibile iniziativa di pace, il portavoce Fred Kckhard ha già detto che «Ajuiun non lui intenzione di andare a Belgrado». Allo choc delle primo ore dopo il primo attacco nel centro dellu rapitalo sabato notte, ò subentralo il tono di sfidante normalità, mentre l'opposizione u Milosevic si chiude lu bocca e si unisce u lui nell'altare del patriottismo. La vera vittima delle bombe è l'opposizione democratica. Un parrucchiere per signora, con «solarium» per l'abbronzatura, è strapieno. Nelle profumerie bisogna fendere la folla. Surà perché (inora i colpi sono stati precisi su obiettivi inilituri, ma pure che ci si siu già abituati alla guerra. Sulla «Sremska», ima viuzza rigur- gitante di chioschi o bancarelle di ogni genere, in vari caffè si fa calcio-scommesse, non si sa quanto clandestino, ma certo ben organizzato. C'è già coda per la prossima giornuta di gioco. Si scommette sui campionati di mezzo mondo, ma soprattutto su quello italiano, serie A, B e C. La vitulità e normalità del centro strido con la visione d'insiemo dellu città, dai grandi viali deserti e senza traffico: distributori chiusi, carburante solo per i servizi essenziali, benzina al mercato nero u sotte murchi ul litro. 11 clima di emergenza piomba u metà pomeriggio, quundo i negozi chiudono, le strade si svuotano, c di sera la città senza luci si fu spettrale. Col primo buio arriva l'allarme, con lu notte i missili. Lu notte fra domenica e lunodi è statu quella degli uttucchi più intensi, Milla capitale e sul Paese, favoriti anche dal bel tempo. Alle quattro e mezzo Belgrado è stata scossu du due potenti esplosioni, dopo che se ne erano avute altre due in lontananza due ore prima. La botta grossu ha centrato il comundo doll'uoronuuticu e dolio forze di difese uorca a Zemun, sobborgo della capitalo. Anche questo, corno i ministeri degli Interni l'odorale o sorbo colpiti sabato notte, sarà stuto ima scatola vuota, comandi da tempo altrove. Un'ala dell'edificio che dà sulla si rada è distrutta, ma intatti sono le case di fronte o vicini, salvo qualche finestra infranta dallo spostamento d'aria o lievi danneggiamenti e una scuola di musica e alla facoltà di agricoltura. Intatti una scuola elementare e media, lu sedo del consiglio di quartiere, il toatro poco uvanti. Il colpo è giunto dall'ulto, come se fosse implosione più che esplosione, arri- vando in profondità a far saltare le tubature dell'acqua. Metà della popolazione della zona, circa 50 mila persone, senz'acqua. Più avanti colpita la scuola di polizia, ma non ci si può arrivare, tutto bloccato. Altri missili hanno colpito l'aeroporto civile della capitale a Surcina. Raid su varie altre località: Aleksinac, Loznica, Novi Sad (dove un missile ieri sera alle 22.30 ha distrutto la centrale termica vicino alla raffineria petrolifera), Sombor (dove è stato distrutto un ponte), Ni» (colpito l'aeroporto e il quartiere generale della Terza armata), Raska. Qui, colpiti una caserma, un ponte sul fiume ibar, un tunnel che porta al Kosovo, un ripetitore Tv. Vi sarebbero state vittime, ma non si hanno dati ufficiali. Attacchi nel Kosovo su Stari Trg, vicino a Kosovska Mitrovica, dove è stato colpito un ripetitore Tv, e a Pristina, nelle vicinanze del monastero di Grecanica e dell'aeroporto di Slatina. Un missile è caduto senza esplodere nella Macedonia settentrionale. Un ministro, Milan Bozic, dichiara alla Reuter che i tre soldati Usa catturati non saranno messi sotto processo: «Torneranno a casa quando finirà questa stupidità». Un altro esponente governativo, il vicepremier della Serbia Milovan Bojic, sbotta contro i russi in un discorso: «Invece di sostenerci a parole, ci diano anni. Basta con le promesse, è ora di darcele, svegliatevi». Milosevic, in riunioni governative, fa un bilancio dei (Ianni, dello stato dell'economia e della situazio ne agricola, promuove e decora decine di militari. Ma emana anche un decreto da economia di guerra, con obbligo di lavoro per tutti i cit t ad ini di età superiore ai 15 anni non impegnati nell'armata. Il regime beffa i kosovari: non lasciate la vostra terra Prendetevela con l'aggressione Nato L'ordigno che ha distrutto la sede dell'Aeronautica ha lasciato intatte le case intorno Missile in Macedonia Il patriottismo ha cancellato la dissidenza: la vera vittima dei raid è l'opposizione democratica A sinistra un ponte sul Danubio a Novi Sad distrutto dalle bombe dei raid Nato. Qui sotto, una manifestazione di protesta contro I bombardamenti alleati su Belgrado A sinistra, il fumo si leva da una centrale termica ai limiti dei quartieri residenziali di Belgrado Sopra, i pompieri di fronte a un palazzo distrutto