«Accoglieremo i rifugiati»

«Accoglieremo i rifugiati» «Accoglieremo i rifugiati» Schroeder: la Germania è pronta lo stesso facciano gli altri Paesi BONN Davanti all'acuirsi della crisi del Kosovo, che rischia di travolgerti con un fiume di popolazioni in fuga le strutture di accoglienza dei vicini, la Germania è pronta a fare In sua parte ospitando «una quota adeguata» di profughi, ma si attende una partecipazione anche dai partner Ue. E' quanto ha detto ieri a Bonn il cancelliere Gerhard Schroeder, aggiungendo che accoglierà «temporaneamente» una parte dei rifugiati e che da subito organizzerà almeno sei voli al giorno Eer portare aiuti agli sfollati che anno cercato scampo in Macedonia, dove finora sono arrivati circa 70 mila kosovari. «Ovviamente potremo farlo soltanto a livello europeo. La Germania parteciperà, ma il peso dovrà essere ripartito» fra ì Quindici, che awieranno immediatamente la discussione sull'argomento», ha affermato Schroeder. «I Paesi confinanti con il Kosovo non possono essere lasciati soli di fronte a questo problema», ha continuato il cancelliere sottolineando che «non si può più parlare di ondata di rifugiati» in quanto quella in atto è «una deportazione sistematica» voluta dal regime jugoslavo. Sulla stessa lunghezza d'onda il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, che ieri ha sentito il collega russo Igor Ivanov. «Abbiamo a che fare con l'espulsione di un intero popolo. E' un inconcepibile crimine di guerra», ha detto il capo della diplomazia di Bonn durante la conferenza stampa tenuta assieme a Schroeder e al ministro della Difesa Rudolf Scharping. Molti esponenti politici tedeschi avevano giustificato l'operazione della Nato contro la Jugoslavia con il rischio di mia nuova ondata di profughi. Durante il conflitto bosniaco in Germania ne arrivarono oltre 350 mila, più che in qualsiasi altro Paese dell'Unione europea, e circa 100 mila non sono ancora tornati in patria. (Agi!

Persone citate: Gerhard Schroeder, Igor Ivanov, Joschka Fischer, Rudolf Scharping, Schroeder

Luoghi citati: Bonn, Germania, Jugoslavia, Kosovo, Macedonia