Operazione recupero di Elisili di G8 Maurizio Molinari

Operazione recupero di Elisili Dini: l'escalation si è mostrata fallace, bisogna premere in altro modo su Milosevic Operazione recupero di Elisili In settimana riuniti Gruppo di contatto e G8 Maurizio Molinari ROMA Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania ed Italia hanno accettato la proposta russa di riunire il Gruppo di Contatto e il G-8 per discutere la guerra nei Balcani. La risposta positiva è giunta al termine di una conferenza telefonica fra il segretario di Stato Usa, Madeleine Albright, e i ministri degli Esteri inglese Robin Cook, francese Hubert Védrine, tedesco Joschka Fischer e italiano Lamberto Dini. «Dalla consultazione congiunta sulla proposta avanzata dal presidente Boris Eltsin è emerso un riscontro positivo per la riunione del Gruppo di Contatto e del G8», racconta Dini a In Stampa, sottolineando che «la Russia è profondamente preoccupata per 10 sviluppo dogli eventi e ha cercato di far sentire la sua voce per convincere Belgrado a compiere un gesto sufficiente». Dini é convinto che «bisogna cercare iniziative politiche in un quadro di consenso per garantire 11 sostegno ai rifugiati», perché «l'escalation militare finora non ha convinto, si è mostrata fallace», e quindi «bisogna premere su Milosevic in altra maniera». Negli ultimi tre giorni i governi italiano e francese avevano a più riprese sondato gli altri alleati sulla possibilità di cogliere l'offerta di Boris Eltsin sul Gruppo di Contatto. A sbloccare la situazione è stato il «sì» comunicato dalla Albright e da Cook durante la teleconferenza avvenuta nella notte fra venerdì e sabato al termine di una riflessione sul duplice ruolo che la Russia può giocare: spingere Belgrado a porre fine alla repressione in Kosovo; partecipare all'invio di un contingente di truppe di terra sia della Nato sia russe, su modello della «Sfor» presente in Bosnia-Erzegovina, per proteggere i profughi albanesi in un'enclave in Kosovo. L'altro interesse degli occidentali è di veder garantita la protezione del Montenegro dalle minacce di Belgrado. Gli incontri sono imminenti. In settimana si riunirà il Gruppo di Contatto (Usa, Russia, Gran Bretagna, Francia e Itali), e subito dopo, il 9-10 aprile, si svolgerà a Dresda la riunione del G-8 (Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Canada e Giappone più la Russia) a livello di direttori politici. Nel tentativo di rientrare in gioco nella partita dei Balcani, Mosca avrebbe voluto un rango più alto per i partecipanti al G-8, e sta premendo per ottenere che il Gruppo di Contatto sull'ex-Jugoslavia si riunisca a livello di ministri degli Esteri. Ma gli alleati sono molto cauti: temono che Mosca invece di contribuire a isolare Milosevic miri ad imbrigliare politicamente le operazioni militari della Nato. Le due riunioni in programma fra occidentali e russi ridanno fiato all'opzione diplomatica dolio dieci giorni di l'orti tensioni, che avevano portato il ministro degli Esteri russo, Igor Ivanov, a dichiarare «morto» il Gruppo di Contatto. Al tentativo di recuperare Mosca partecipano anche gli altri alleati della Nato. Il premier turco, Bulent Ecevit, si è rivolto personalmente al presidente russo, Boris Eltsin, chiedendogli di mettersi «dalla parte dell'Occidente» perché «essere una grande potenza comporta delle responsabilità*. «Se la Russia lanciasse un serio monito al governo serbo la situazione cambierebbe radicalmente», ha aggiunto Ecevit. Le dichiarazioni di Ankara so¬ no la cartina di tornasole di ima opinione sempre più condivisa a Bruxelles: se Milosevic perderà il sostegno politico di Mosca sarà fortemente indebolito e potrebbe arrendersi prima. In vista della riunione del Gruppo di Contatto i cinque Paesi occidentali stanno mettendo a punto una piattaforma da presentare ai russi per far accettare a Milosevic «un Kosovo pacifico, multietnico e democratico dove ogni cittadino sia sicuro». Sono quattro le condizioni che - si apprende alla Farnesina - Belgrado dovrà accettare: ritorno di tutti i rifugiati; spiegamento di una forza internazionale di sicurezza; ritiro delle forze militari, di polizia e paramilitari serbe; ristabilimento di un quadro politico sulla base degli accordi di Rambouillet. Se Mosca condividerà questo approccio teso a garantire una soluzione umanitaria - confermano fonti alleate a Bruxelles - Milosevic sarà più solo e si aprirà la strada alla partecipazione delle truppe russe al contingente di terra destinato alla protezione dei profughi. Se la riunione del Gruppo di Contatto produrrà un ri avvicinamento fra Nato e Russia, il successivo appuntamento di Dresda del G-8 potrebbe anche affrontare temi di carattere più generale ed economico. Soddisfazione per gli sviluppi diplomatici si respirava ieri sera sia nel governo sia a Botteghe Oscure, impegnati per vie diverse nell'ultima settimana a riaprire la via di Mosca mostrando attenzione per i pur deboli risultati della missione a Belgrado del premier Evgheny Primakov. «Recuperare la Russia è un momento cruciale per far partire il negoziato di pace - commenta il sottosegretario agli Esteri, Umberto Ranieri -, perché Mosca è impegnata a sviluppare un'iniziativa politica che può indurre Slobodan Milosevic a porre fine alla violenza contro i civili». «La convocazione del Gruppo di Contatto è una novità molto positiva perché riporta la discussione nella sede dove è nato l'accordo di pace firmato a Rambouillet», aggiunge Luigi Colajanni, responsabile Esteri della Quercia. La convocazione urgente era stata chiesta con insistenza dal leader del Cremlino La Russia potrebbe partecipare a una forza in Kosovo sul modello della Sfor presente in Bosnia La portaerei Theodore Roosevelt è attesa nell'Adriatico