Bruxelles
Bruxelles Bruxelles «Un salto di qualità» BRUXELLES. E' la campagna aerea, con i suoi effetti di crescente intensità, la strada giusta per piegare Milosevic. All'indomani dell'attacco al cuore di Belgrado la Nato conferma la sua determinazione a proseguire, intensificandoli, gli attacchi aerei. Ieri, commentando il raid di venerdì notte, il portavoce della Nato, Jamie Shea, ha detto: «L'abbiamo fatto per salvare delle vite. Milosevic può risolvere la situazione in cinque minuti se dichiara che ferina la repressione nel Kosovo, che ritira le sue forze e che rispetta il cessale il fuoco. Anche la Nato sarà ben felice di fermare tutto questo». La Nato aveva preannunciato già tre giorni fa che nessun «santuario» del potere jugoslavo sarebbe stato risparmiato, ma, secondo dichiarazioni raccolte dal corrispondente dell'Ansa, il bombardamento dell'altra notte non ha avuto altro effetto se non quello di rafforzare la posizione dell'uomo forte dei Balcani, il presidente Slobodan Milosevic. Gli attacchi notturni nel cuore di Belgrado hanno, nelle intenzioni della Nato, un alto valore «simbolico», in quanto colpiscono i centri decisionali della repressione in Kosovo. Ma i due Ministeri degli Interni non resteranno i soli obiettivi nella capitale, se Slobodan Milosevic non porrà fine alla violenza e alle operazioni di pulizia etnica contro gli albanesi. E' questo il «saito di qualità» di cui ha parlato ancora ieri il portavoce Nato. A spingere l'Alleanza ad alzare il tiro è il rapidissimo aggravarsi della situazione sul terreno in Kosovo e i rischi di destabilizzazione in tutta la regione. «Lo abbiamo già detto: conti- i nueremo finché Milosevic non si fermerà», aggiungono le fonti Nato, precisando che l'Alleanza ha preso anche in questa occasione «tutte le precauzioni possibili per minimizzare le perdite civili». L'operazione, ha spiegato Shea, «è stata pianificata ed eseguita con molta attenzione». Il «danno collaterale» di venerdì notte, espressione con la quale il portavoce Nato si riferisce alle vittime civili, «sembra minimo». Shea non ha però specificato se ci siano stavi morti o feriti. Gli edifici del Ministero degli Interni presi di mira la scorea notte ■ osservano le fonti dell'Alleanza - sono quelli da dove partono gli ordini per i reparti speciali della polizia impegnati contro la popolazione kosovara, sono la sede delle istituzioni «direttamente responsabili» della pianificazione e dell'esecuzione della repressione in Kosovo. Secondo il portavoce Nato Jamie Shea, «ci bastano due giorni di tempo buono per avere un impatto molto forte» sulle strutture militari di Belgrado. «E' sempre stato chiaro - ha aggiunto - che nessun obiettivo in Jugoslavia collegato alle attività militari in Kosovo può ritenersi al sicuro». I bombardamenti, ha annunciato il sottosegretario alla Difesa britannico Douglas Henderson, aumenteranno «in intensità e raggio» e continueranno a concentrarsi contro i «centri nervosi» della repressione serba e «la macchina decisionale» di Milosevic. I raid dei Tomahawk, ha aggiunto, «stabiliscono un precedente per il futuro dell'operazione "Allied Force"». «Non ci sarà scampo per le forze della repressione - ha ribadito Shea -. Stiamo lavorando a un effetto valanga e a prosciugare le attività militari jugoslave in Kosovo». I prossimi raid aerei Nato partiranno anche dalla base tedesca di Spangdahlem, nel Sud della Germania, dove sono in arrivo dagli Stati Uniti 12 caccia F-117 Stealth, i cosiddetti aerei invisibili. La base italiana di Aviano è infatti insufficiente a gestire il gran numero di missioni di attacco, le. st.]
Persone citate: Douglas Henderson, Jamie Shea, Milosevic, Slobodan Milosevic
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