La Nato chiude la ferrovia per Bar

La Nato chiude la ferrovia per Bar La Nato chiude la ferrovia per Bar Minata in Bosnia per «salvare» il Montenegro Ingrid Badurina nostro servizio ZAGABRIA Si moltiplicano i moniti al presidente jugoslavo Milosevic affinché non tenti un colpo di Stato nel Montenegro (ieri anchje il ministro degli Esteri francese Védrine si è unito al coro), la Repubblica che insieme con la Serbia costituisce la Federazione jugoslava. «Il nostro appoggio al governo montenegrino e al presidente Milo Djukanovic è forte e incondizionato», ha dichiarato ieri il portavoce del Dipartimento di Stato americano James Rubin, annunciando che gli Stati Uniti manderanno immediatamente aiuti economici a Podgorica. Da Bruxelles il Consiglio della Nato ha ripetuto che le forze alleate seguono ogni movimento delle truppe serbe all'interno e verso il Montenegro. «Abbiamo prove mconfutabili che Milosevic sta preparando un putsch militare», ha detto il portavoce della Nato Janùe Shea, riconfermando che gli alleati impediranno ogni tentativo serbo di rovesciare le autorità democratiche montenegrine. La situazione è allarmante e la Gran Bretagna la sta seguendo ora per ora, ha ribadito il viceministro della Difesa britannico. E ieri le unità della Sfor, le forze della Nato e dell'i imi stazionate in Bosnia, hanno chiuso la linea ferroviaria Belgrado-Bar, nella parte che attraversa il territorio bosniaco. «Vogliamo impedire il trasporto delle truppe serbe verso il Montenegro», ha dichiaralo il comandante della Sfor, aggiungendo che il tratto ferroviario è stalo minato dai suoi soldati che durante l'operazione sono stati attaccati a colpi di arma da fuoco da un gruppo di sconosciuti. «Risponderemo a ogni tentativo di estendere la violenza al territorio della Bosnia», ha detto l'alto ufficiale della Sfor. Il timore di un golpe si sta diffondendo sempre di più tra gli abitanti del Montenegro, che vedono il pericolo maggiore nello scontro tra l'esercito federale controllato da Belgrado e le forze di polizia fedeli al presidente Djukanovic. Ma il vicepresidente del Parlamento montenegrino, Predrag Popovic, ha affer¬ mato ieri che il tentativo di Milosevic di rovesciare le autorità di Podgorica non avrebbe l'appoggio né dei partiti politici, né della popolazione, e neppure della Seconda armata e della Marina militare jugoslava. «Se poi Milosevic volesse veramente fare la guerra contro il popolo del Montenegro, sarebbe per lui una guerra perduta e il segnale che intende distruggere anche questa Jugoslavia», ha detto Popovic. Il vicepremier di Podgorica, Dragisa Burzana, ha dichiarato di aver ottenuto ampie rassicurazioni dal nuovo comandante della seconda annata del Montenegro, il generale Milorad Oh rado vie. «La mia prima impressione è che si tratti di una persona ragionevole e che potremo continuare a collaborare per la difesa della pace». Il generale Obradovic, un fedelissimo di Milosevic, ha preso pochi giorni fa il comando delle for/.e armate nel Montenegro rimpiazzando il generale Martinovie, silurato dal regime di Belgrado. A Podgorica sono state intanto annullate due manifestazioni amiNato. Dopo i primi bombardamenti contro alcuni obiettivi dell'esercito federale jugoslavo in territorio montenegrino, la piccola Repubblica non è più stata colpita. Col risultato che i sentimenti anti-occidentali che rischiavano di dilagare fra la gente si sono affievoliti. Ma domani in piazza si terrà lo stesso un concerto rock contro la guerra, sul modello di quelli di Belgrado.