«Non è reato dare un film porno ai bambini» di Maria Corbi

«Non è reato dare un film porno ai bambini» Secondo i giudici quel comportamento non può essere considerato un «atto sessuale» «Non è reato dare un film porno ai bambini» Nuova sentenza choc della terza sezione della Cassazione Maria Corbi ROMA Dopo la famosa «sentenza sui jeans» - impossibile violentare una donna che indossa pantaloni aderenti - la terza sezione della Cassazione stupisce ancora. Implacabile nelle sue motivazioni, sentenzia adesso che mostrare foto porno e filmini hard a minori non è reato. Un regalo pasquale per i pedofili, dice qualcuno. Comunque una scintilla che accende polemiche, che fa discutere dentro e fuori il Palazzo. I giudici della Suprema Corte ritengono che non ci sia alcun illecito, nemmeno quello di tentata corruzione, in un sessantenne - questo il caso dibattuto - che mostra a ragazzini minori di sedici anni materiale hard. Comportamento che non può essere considerato «un atto sessuale». Insomma i giudici affidano il loro giudizio a un'interpretazione stretta del termine «atto sessuale» che si concretizza in una «attività fisica che coinvolga in qualche modo direttamente gli organi sessuali, maschili o femminili». Atto sessuale, precisano, è «qualunque atto diverso dalla congiunzione carnale, idoneo a dare sfogo alla concupiscenza, anche incompleta, e brevissima, ed idoneo ad essere percepito dal minore con turbamento e con la consapevolezza, anche se vaga, che esso riguarda la sfera intima del sesso e del pudore». E filmini e riviste pomo non farebbero nulla di tutto questo. Così è stata annullata senza rinvio la condanna a un anno di reclusione, inflitta dal pretore di Merano in primo grado e confermata in appello dalla corte di Trento, a Francesco Pichler, 68 anni, per il reato di tentata corruzione di persone minori di anni sedici. L'uomo, con precedenti per reati analoghi, aveva mostrato giornali e videocassette porno a cinque ragazzini di età compresa tra i 12 e i 15 anni nel marzoaprile del 1992.1 giudici avevano ritenuto che, sebbene non si fosse «concretato alcun gesto di concupiscenza sul corpo proprio o altrui», tuttavia questi atti «avevano certamente in sé l'inequivoca idoneità a creare le premesse di quello stato di pericolo che viene preso in considerazione per la sua punibilità». I magistrati avevano dunque compreso nella sfera degli «atti sessuali» anche la visione di materiale pomo mostrato da un adulto per «risvegliare nei minori desideri dei sensi ancora quiescenti, determinando in loro turbamento psichico con immagini di parti del corpo che essi già consideravano con pudore e riservatezza». Ed era stata riconosciuta la sussistenza del tentativo di corruzione. Una decisione contro cui avevano ricorso l'imputato ed il procuratore generale della corte di appello di Trento che aveva chiesto una «rilettura» degli atti anche per la mancanza dei verbali in tedesco. Ma la Cassazione (sentenza 4264) è andata oltre annullando la condanna senza rinvio. La sentenza ha immediatamente scatenato dichiarazioni di fuoco. Un'interrogazione urgente al ministro dell'Interno su questo caso è stata presentata dal senatore verde Athos De Luca, segre¬ tario della Commissione bicamerale per l'infanzia. Per Alessandra Mussolini ci troviamo di fronte «a un colpo di Stato». E il Parlamento deve difendersi anche con «leggi speciali per controllare in qualche modo l'operato di questi giudici». Giudici, continua la parlamentare di An, che non conoscono nemmeno la legge, visto che è scritto chiaramente che far vedere filmini pomo a minori è un reato. E' inutile che noi facciamo le leggi se poi la magistratura vanifica il nostro lavoro». Di «sentenza ingiustificabile» parla il sottosegretario alla Giustizia Maretta Scoca. «Ci deve essere - commenta - un'epidemia di follia che si aggira anche nei corridoi della Cassazione. Oggi è veramente un venerdì di passione». Ma anche «in casa» la Cassazione trova critiche. Qualche preoccupazione per questa sentenza la esprime Giuseppe Salme, magistrato della prima sezione civile della Suprema Corte, per lungo tempo giudice minorile. «Perché - spiega il giudice - il risultato pratico che ne derivereb¬ be, se fosse confermato questo orientamento, sarebbe del tutto opposto a quello a cui mirava il legislatore che ha votato la legge sulla violenza sessuale». Del filo che deve legare legislatore e giudici parla anche Livia Pomodoro: «Le nonne - dice - non possono esser interpretate senza tener conto della volontà del Parlamento». E la legge del '96, dice ancora il giudice, «è rigorosa». «Ha alla base un principio fondamentale di tutela a largo spettro dell'integrità fisica e morale dei ragazzi». La Mussolini: «Questi magistrati non conoscono neppure la legge». La Scoca «Un'epidemia di follia» fofftHnfttf* ì99ft un matrimonio fattilo: tei aveva l'amante, ma lui era sleale, la Cassazione: quando un matrimonio fallisce, come si fa a parlare di adulterio? Blwrtbr» 1997» anche rosibìziomsta va punito come stupratore. Secondo la Cassazione il reato non è contro la morate ma contro la persona OfcMKMri» 19$U» lo spogliarello è reato s© diventa osceno atoyte 19f*« è reato baciare sulla guancia una donna senza il suo espresso consenso portava i jeans, non fu stupra. Non si possono sfilare questi pantaloni senza collaborazione

Persone citate: Alessandra Mussolini, Athos De Luca, Francesco Pichler, Giuseppe Salme, Livia Pomodoro, Maretta Scoca, Mussolini, Scoca

Luoghi citati: Merano, Roma, Trento