Bombe anche sull'Iraq

Bombe anche sull'Iraq Bombe anche sull'Iraq Colpito un terminal petrolifero BAGHDAD Cacciabombardieri americani sono tornati ieri a colpire l'Iraq dopo che da due settimane non si erano registrate violazioni irachene delle zone di «non sorvolo» imposte su Baghdad da Usa e Gran Bretagna nè incidenti. Per Washington c'è stato un solo raid mentre per Baghdad gli attacchi aerei sono stati due, ieri in mattinata e nel pomeriggio. Sabato scorso, il vice segretario di stato degli Stati Uniti Martin Indyk aveva avvertito Baghdad di non approffitare della crisi nei Balcani perchè gli Usa sono in grado di affrontare contemporaneamente due crisi internazionali. L'annuncio di un raid in Iraq è giunto diverse ore dopo che Washington aveva smentito notizie irachene secondo cui aerei americani avevano effettuato raid con il ferimento di due persone. «Alle 13,30 gmt (le 14.30 in Italia) abbiamo bombardato un centro di comunicazioni e una stazione radio» ha detto un portavoce del comando delle forze armate nel quartier generale di Tampa (Florida), che coordina le operazioni in Iraq. Il portavoce ha ribadito che i raid sono stati effettuati nel pomeriggio e non ieri e sono avvenuti solo dopo le violazioni delle zone di «No-ily». L'agenzia ufficiale «Ina», citando un portavoce del ministero della difesa, aveva riferito che «due civili iracheni sono rimasti feriti durante raid di aerei anglo-americani» contro zone residenziali nella città di Afak nel Sud dell'Iraq. La fonte ha precisato che velivoli dell'aviazione irachena con l'appoggio delle batterie di missili terra-aria hanno «intercettato e respinto» gli aerei. Tredici formazioni ostili di F-14, F-15, F-16 e F-18 e Tornado - ha detto il portavoce - hanno violato lo spazio aereo iracheno alle 09:00 locali (le 06:00 in Italia). Baghdad ha confermato anche l'attacco aereo nel pomeriggio. Il 19 marzo un iracheno era rimasto ferito in un raid sulla «zona di non volo» nel Sud mentre, il 14 marzo, un F-16 e un Tornado avevano colpito due centri di comunicazioni militari dopo essere stati inquadrati dai radar della contraerea. Sabato scorso, in un'intervista al giornale arabo «Al-Hayat», il vice segretario di Stato Usa Martin Indyk aveva ammonito Saddam Hussein di non tentare di sfruttare la crisi in atto nel Kosovo per sfidare gli Usa. [Ansa]

Persone citate: Hayat, Martin Indyk, Saddam Hussein