«Niente ferie, aiuto i profughi»

«Niente ferie, aiuto i profughi» Intasate le linee telefoniche delle organizzazioni umanitarie. E c'è chi contesta Missione Arcobaleno «Niente ferie, aiuto i profughi» Kosovo, boom di adozioni a distanza Mario Tortello «Mezzo milione. Di più non posso. Ma non posso nemmeno partire per qualche giorno di vacanza, con quello che leggo e sento comprando il giornale o accendendo radio e Tv... Rinuncio. Sperando che questi soldi servano a chi sta malo, dall'altra parte dell'Adriatico». E' una donna di mezza età quella che chiama il Cisd, Comitato italiano sostegno a distanza. A Mezzano di San Giuliano Milanese, una delle addette (02/98.23.20.20) registra i dati. «E' la famiglia la vera protagonista dell'emergenza Kosovo. E, tra i disperati, ci sono oltre 70 mila bambini: un dramma nel dramma - osserva Marco Griffini, presidente Aibi, una delle organizzazioni organizzate dal governo italiano a svolgere le pratiche per l'adozione intemazionale -. Ci sono famiglie kosovare in fuga; famiglie albanesi che aprono loro le caso, garantendo un aiuto insostituibile allo organizzazioni di volontariato; e famiglio italiano chiamato a contribuire all'ospitalità di un bambino profugo in una casa albanese». Versando 300 mila lire è possibile, da subito, sostenere por sci mesi l'impegno di accoglienza offerto da una famiglia albanese a un bambino kosovaro rimasto solo. Una commissione, composta anche dai rappresentanti de! ministero della Solidarietà italiano, garantirà trasparenza e efficacia degli aiuti. Spiega Griffini: «Siamo a Tirana da più di due anni, per aiutare i minori albanesi in difficoltà. Ma quello che abbiamo visto in questi giorni sarà difficile da dimenticare. Lo famiglie albanesi (poverissimo) si recano nei campi profughi per raccogliere le fiuniglie kosovare e invitarle a casa propria. Ce chi ha dato ospitalità anche a 15-20 creature stremate dall'esodo. Abbiamo il dovere di aiutarli.-». Anche attraverso un so¬ stegno a distanza. Dopo gli appelli è un diluvio di offerte d'aiuto. I telefoni delle associazioni di volontariato squillano in continuazione. «Missione Arcobaleno» ha ricevuto duemila clùamate in sole 24 ore. Chi chiede informazioni per versare il suo contributo (sempre più spesso per le vie brevi di una carta di credito), chi s'offre di partire per il Kosovo o l'Albania. Alla Caritas, alla Croce Rossa, all'Unicef, alla Comunità di Sant'Egidio la risposta è gentile, ma ferma: «Serve solo gente qualificata». Medici, infermieri, persone che abbiano maturato una formazione sul campo. Impossibile partire senza una esperienza specifica in situazioni «difficili». Al Consorzio italiano di solidarietà chiedono un curricolo più dettagliato possibile. La «Missione Arcobaleno» (ieri Marco Vitale è stato nominato da D'Aloma commissario al coordinamento e all'utilizzo dei fondi della sottoscrizione) ha dato il via a una gara di generosità che di giorno in giorno si arricchisce di nuove iniziative. Unicef, Commissione pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio e Ferrovie italiane preparano il «treno per la vita». Partirà il 9 aprile da Milano, capolinea Bari, dove i generi di prima necessità donati da aziende e semplici cittadini verranno imbarcati su una nave italiana e trasportati a Durazzo. Il treno farà sosta a Parma, Roggio Emilia, Bologna, Ancona o Pescara; in ogni nuova stazione verrà aggiunto un vagone. Prima emergenza, l'acqua. Ancora l'Unicef è impegnata nell'invio di kit sanitari e di tavolette per la depurazione dell'acqua; mentro, nella sola giornata di ieri, l'Acnur (l'alto commissariato Onu per i rifugiati; numero verde 167 - 055100) ha distribuito acqua, succhi di frutta, alimenti per bambini e articoli sanitari, 47 mila coperte o sacchi a pelo, 12 mila filoni di pane e due tonnellate di aiuti alimentari. Accanto ai gesti di solidarietà si accendono anche le polemiche. Il Consorzio italiano di solidarietà (Ics) contesta la «Missione Arcobaleno» del governo italiano, ribadendo la «non disponibilità» a parteciparvi, poiché provede la partecipazione dell'Esercito: «Non siamo interessati a ricevere denaro e a partecipare ad una missione che serve a nascondere lo contraddizioni di chi la promuovo», sostengono. Posizione sostenuta da Sandro Curzi, direttore di «Liberazione», quotidiano di Rifondazionc comunista: «Riteniamo ipocrita e contraddittorio per un governo che partecipa attivamente alla guerra promuovere contemporaneamente un intervento "umanitario". Preferiremmo che le risorse raccolte fra i cittadini fossero gestite da associazioni e organizzazioni al di sopra delle parti e dall'Onu». I profughi kosovari cacciati dalle proprie case hanno bisogno di tutto e in questi giorni le organizzazioni umanitarie fanno ogni sforzo per alleviare le loro sofferenze

Persone citate: D'aloma, Griffini, Marco Griffini, Marco Vitale, Mario Tortello, Roggio Emilia, Sandro Curzi