I calciatori con il lutto ma soltanto in Italia di Roberto Condio

I calciatori con il lutto ma soltanto in Italia I calciatori con il lutto ma soltanto in Italia Roberto Condio Oggi torna la serie A del calcio. Lu classifica, nuturalmente, e la stessa lasciata lo scorso 21 marzo. Ma in questi 13 giorni di sosta qualcosa è cambiato: c'è una guerra, ci sono i profughi, la gente che muore. Impossibile far fìnta di niente. E anche negli stadi entra il dramma dei Halcani: i giocatori serbi scenderanno in campo con una fascia nera al braccio in segno di lutto per le vittime del Kosovo e di protesta por gli attacchi aerei Nato. Hanno ufficializzato la loro presa di posizione i laziali Mihajlovic e Stankovic, lo juventino Mirkovie, i sampcloriani Sakic e Zivkovic. l'or solidarietà vestirà il lutto pure un calciatore croato, il difensore dolio Salernitana Bobe. Anche in Germania la colonia di giocatori serbi avrebbe voluto fare altrettanto, rna la federcalcio tedesca (Dfb) glielo ha proibito. «O rinunciano dol tutto a scendere in campo o giocano senza visibili segni di lutto», ha spiegato la Dfb che ha adottato ernesta decisione in accordo con i club. I giocatori jugoslavi che si rifiuteranno di rispondere alla convocazione non subiranno alcuna conseguenza, sempre che si tratti di «un periodo di tempo limitato». «Non siamo contro chi vuole dare un segnale di protesta, ma non vogliamo essere il loro strumento. Lo sport non deve essere utilizzato por questi fini», ha sottolineato il presidente della Hundesliga, Straub. Tant'e che ieri, in 2" divisione, si è giocata senza fasce nere una partita speciale: il Tennis Berlino (con un albanese-kosovaro, due serbi, un bosniaco e tre macedoni) contro il Kickers Stoccarda, forte di un serbo, due croati e due bosniaci. In Italia, invece, nessun divieto. Lutto libero, insomma: ognuno si comporti secondo coscienza. Proprio come il presidente federale Luciano Nizzola aveva spiegato già dopo la partita giocata mercoledì sera dagli azzurri ad Ancona: «La nostra è una scelta in linea con il Coni, che aveva dato questo tipo di orientamento. Domenica scorsa alcuni serbi del basket e della pallavolo avevano già giocato col lut- to. Non c'era motivo perché la nostra federazione si differenziasse dalle altre: è una forma di rispetto che può aiutare a sdrammatizzare». E oggi il lutto lo porterà anche Vujadm Boskov, in panchina col suo Perugia contro il Bologna ma «con la testa anche nella mia città colpita dalle bombe, Novi Sad, dove vive una delle mie due sorelle. Ha paura, voleva andare a vedere il ponte che hanno distrutto, ma sente le sirene e non si muove». Tra l'Italia che lascia fare e l'inflessibile Germania, il calcio ha scoperto anche una terza via per vivere il dramma degli jugoslavi: il caos spagnolo. Nessuno, infatti, sa quel che succederà tra oggi e domani nella Liga: se Mi jalovic (Real Madrid), Djorovic e Jokanovic (Tenerife) hanno trovato comprensione da parte dei rispettivi club e resteranno a casa, se Djukic (Valencia) ha detto di voler giocare comunque, altri giocatori, invece, sono stati o saranno sanzionati. Come il portiere del Malaga Lekovic o l'attaccante del Sevilla Gluscevic, multati per non aver partecipato domenica a gare di 2" divisione. L'allenatore del Perugia Boskov