«Da Sodoma a Hollywood» riscopre il mito di Betty Page di Sergio Trombetta

«Da Sodoma a Hollywood» riscopre il mito di Betty Page IL FESTIVAL Il cinema gay a Torino dal 15 al 21 aprile «Da Sodoma a Hollywood» riscopre il mito di Betty Page Sergio Trombetta TORINO Betty Page, pin up degli Anni 50, eroina eterosessuale del bondage, il sado-maso soli, diventata per i suoi modi esagerati un'icona gay. Rock Hudson, allegro fidanzato d'America con tragica uscita di scena nell'85 per Aids. La rivolta di Stonewall a New York 30 anni fa, che diede il via al movimento di liberazione omosessuale. «More Tales of the City», una sit-com ambientata in un condominio di San Francisco negli Anni 70, ma realizzata adesso dall'inglese Channel Four. Ruota intorno a questi eventi principali «Da Sodoma a Hollywood» il quattordicesimo Festival Intemazionale con Tematiche Omosessuali in programma al Massimo di Torino dal 15 al 21 aprile. Gianni Minerba, direttore del Festival, ha presentato questa edizione che raccoglie 150 film di cui 32 in concorso (dieci lungometraggi, 14 corti e 8 documentari) e presenta due novità: uno slogan, «I film che cambiano la vita», e un trailer (realizzato in coproduzione con i festival di San Francisco e Londra) che sarà proiettato all'inizio di ogni film e presenta due coppie eterosessuali al cinema poco per volta si stringono le mani, ma secondo nuovi incroci e con soddisfazione per tutti. Temi emergenti dei film in concorso, in arrivo da 22 Paesi, il mix multietnico che investe non soltanto la civiltà occidentale, il transgender, cioè le non coincidenze fra genere e sesso, lo sport. Nelle sezioni speciali il cinema francese, Charles Laughton, cinema e muscoli con la proiezione di «I figli di Ercole» commentato in sala dall'ex culturista Mickey Hargitay, l'ultimo film di Aurelio Grimaldi «Un nuovo giorno». Minerba ha lamentato i soliti problemi di finanziamenti pubblici, che però anche quest'anno gli enti locali garantiscono. Sul fronte degù' sponsor privati c'è la novità del canale satellitare CineCinemas che ha garantito i cinque milioni del premio Ottavio Mai al miglior lungometraggio. E' stato chiesto un intervento finanziario anche a Dolce e Gabbana, che da tempo fa una pubblicità mirata per la comunità gay, ma gli stilisti milanesi han risposto che consideravano esaurito per quest'anno il loro impegno appunto con quella campagna pubblicitaria. La celebre pin up Betty Page

Luoghi citati: America, Hollywood, Londra, New York, San Francisco, Torino