«Noi, fratelli della McCarthy» di Giovanni Cerruti
«Noi, fratelli della McCarthy» «Noi, fratelli della McCarthy» Dal quartier generale di Londra voci e immagini per under 25 Giovanni Cerruti tONORA dal nostro invialo Se n'era accorto a Natale, tornando a Milano in acreo. «C'erano ragazzi e ragazze italiani che mi guardavano strani, mi avvicinavano, insomma mi trattavano come un divo. Mi hanno lasciato intuire che il successo è notevole». L'altra settimana, poi, la prova delle prove. Una multinazionale delle telecomunicazioni ha scelto proprio lui, Daniele Bossari, 24 anni, milanese, «veejay» di Mtv, come testimonial del nuovo cellulare. Una troupe è salita fino a Londra, negli studi di Camden Town, fotografie e spot, e Daniele comincia a guadagnare bene. Al momento è l'ultimo dei gioiellini di Mtv, presto sarà il penultimo. E la sua storia, come quella di Andrea Pezzi già finito in Rai, sembra una favola troppo bella. Un anno fa era uno dei tanti nessuno di Piazza Gambara, semiperiferia milanese, con la passione della musica e della radio. Ora è un piccolo divo che cresce. «Mtv-Italia» trasmette su «Rete A» dal 10 settembre 1997, quasi 24 ore su 24. E' l'unica, con la sorella russa, ad essere gratis. Per le altre 84 Mtv nel mondo, comprese le due cinesi, o le altre quattro europee, si paga. Lontano dall'Auditel si è conquistata d telepubblico giovanile. Non c'è casa discografica che non debba fare i conti con questo colosso della «Viacom» nato il 1° agosto 1981 negli Stati Uniti. L'ultimo Mtv-Music Award, trasmesso quest'anno da Milano, ha superato il miliardo di ascoltatori. Per l'Italia il 50 per cento della programmazione arriva in diretta da Londra, il resto è produzione italiana che viene trasmessa via satellite a Londra e poi torna su «Rete A». A settembre, però, quasi tutta la produzione sarà dall'Italia: «A Londra resterà solo l'archivio». Mtv sta cercando una sede nel centro di Milano. Vorrebbero un palazzo tutto a vetri, «così chi passa per strada potrà vedere i nostri yj al lavoro». Gli studi di Camden Town sono la casamadre di Mtv. Moquette grigia, computer, open spacc e 35 italiani al lavoro. Alle tre del pomeriggio Daniele Bossari è al trucco, due ore e il suo «Select» andrà in onda in diretta da Londra. «Un anno fa frequentavo l'ambiente della radio, Rtl soprattutto - racconta lui -. Avevo visto un promo di Mtv, «cercasi Dj», e ho spedito una mia cassetta. Non mi chiameranno mai, pensavo. E invece mi hanno cercato a luglio dell'anno scorso. Un mese in prova e da settembre sono qui». La favola troppo bel¬ la, appunto. «L'inglese l'ho studiato (?) a scuola. Non ero mai stato a Londra se non per qualche giorno. Avevo una mia idea, pensavo fosse l'ombelico del mondo, la capitale dove si mescolano tutte le culture, dove nasce tutto ciò che sarà nuovo, nella musica, nella moda, nell'arte... Mi sono sbagliato, ma per difetto». Per chi lo vede tutti i giorni su Mtv, target dai 14 ai 25 anni, Daniele Borsari potrebbe essere uno che a fine trasmissione va a sgavazzare per le discoteche londinesi. E invece no. «La mia giornata comincia alle nove del mattino, prendo lezioni di inglese per migliorarmi, e poi sono in studio tutto il giorno. Arrivo a sera distrutto. Vado a casa, nella zona di Portobello, e ho voglia soltanto di un bagno caldo e un libro». Anche questa sembra troppo bella per essere vera. «Leggo e rileggo il mio autore {ireferito, che è Dino Buzzati. Me 'aveva consigliato mio cugino qualche anno fa, avevo problemi adolescenziali e mi ha dato "Il deserto dei Tartari"». Quando torna a Milano, racconta il yj con la faccia da bravo ragazzo, la notte sale in auto e va a cercare le vie descritte da Buzzzati nei suoi racconti. «E' la mia passione, e vorrei tanto avere una sua foto». Potesse scegliere, Daniele Borsari da Londra non se ne andrebbe più. «Milano la vedevo come una grande metropoli, ora è solo casa mia, una Casina piccola». E' a Londra, dice, per imparare. Per conoscere l'inglese e gli inglesi, attività che non ha mai fatto male a nessuno tranne a Pinochet. E sta provando, vivendo, crescendo in questo piccolo grande miracolo che è Mtv, Music Television che trasmette da Londra in tutta Europa. Attraverso circuiti che sfuggono al grande circo dei media, Mtv-Italia è diventata una delle mete più ambite per i giovanotti di casa nostra. Borsari, e prima di lui Pezzi e Andrea Silvestrin, sono la dimostrazione di come non sia impossibile inventarsi personaggi tv partendo dal nulla e diventando yj, videojockey. «All'inizio mi mancava l'Italia, i colori, le zanzare a fine estate... Poi mi sono buttato e mi pare sia andata bene, no?». Stefano Orsucci, pisano, 36 anni, è il responsabile della produzione di Mtv. «In Italia non arrivi alla tv dal nulla -dice -, da noi sì. Prendiamo i ragazzi per sei mesi, hanno poca esperienza e molta voglia di imparare. All'inizio guadagnano quasi niente e il loro pregio è l'entusiasmo». Fanno di tutto, dalla regia alla segreteria di produzione all'archivio. Chi sfonda sfonda, come Daniele. Il trucco? «Avere lo stesso linguaggio di chi ti guarda, essere e stessi», spiega Orsucci, a Londra per Mtv dal '95, prima a Mediaset come autore di programmi («Planet», «Generazione X» con Ambra) e segretario di redazione di «Scherzi a parte» («in realtà cercavo le comparse...»). Mtv, la via londinese al successo in Italia. Ma se da noi Borsari è un divo in crescita, qui a Camden Town resta solo uno dei 35 italiani di Mtv. Il yj che ama Buzzati non si è ancora perso.
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