Femminismo, una filosofia lunga duecento anni per passare dall'egualitarismo alle differenze

Femminismo, una filosofia lunga duecento anni per passare dall'egualitarismo alle differenze UN LIBRO Al. ttiOWNO Femminismo, una filosofia lunga duecento anni per passare dall'egualitarismo alle differenze Raffaella Siiipo TENERE alto il livello di tensione per qualche millennio non è cosa da poco, eppure riesce quotidianamente benissimo a Uomo e Donna. La dicotomia più antica del mondo ha prodotto lungo i secoli complessi schemi sociali e familiari, furibonde lotte e passioni, ingiustizie, incomprensioni, meraviglie. Nel secolo scorso ha dato origine a una corrente di pensiero ricca e varia, il femminismo, di cui appare oggi per la prima volta in Italia una densa antologia unita a una sintetica ricostruzione storica: le filosofie femministe di Franco Restaino e Adriana Cavarero. Già la divisione del lavoro tra i due autori è una palese dichiarazione di intenti: a lui la parte compilativa, a lei quella creativa, a contraddire sul campo il luogo comune per cui il pensiero originale è prerogativa maschile. Restaino traccia così un chiaro itinerario del pensiero femminista, partendo dal libro di Mary WoUstonecraft Rivendicazione dei diritti della donna (1792), fino ai nostri Anni 90, passando per Jane Austen e Simone de Beauvoir, Virginia Woolf e Luce brigar?y. Il percorso è lungo: dalla ricerca deU'eguagalianza formale e mate- naie dell'800 alla fierezza della differenza di Woolf (Una stanza tutta per sé) e de Beauvoir (ZI secondo sesso), entrambe acute pensatrici, oltre che personalità affascinanti. Nel dopoguerra il femminismo si frammenta: l'attacco alla Mistica della femminilità di Betty Friedan, l'interesse per la psicanalisi di Juliet Mitchell. Ma è solo dopo il '68 che diventa radicale: si combatte per divorzio e aborto, l'interesse si sposta sulla sessualità liberata, nei saggi e nelle piazze si teorizza il primato dell'orgasmo clitorideo, Germaine Greer crea la frase chiave del periodo: «Il personale è politico». Dopo gli anni della rivoluzione, quelli del riflusso. La maternità viene recuperata come «risorsa e non condanna» (Rich), si cercano nuove solidarietà, emerge una nostalgia per il matriarcato e il desiderio di reimparare 1'«ordine simbolico della madre» (Muraro). Proprio a queste elaborazioni si rifa la Cavarero, che sottolinea l'importanza di andare a fondo nello specifico femminile del linguaggio e del pensiero. Impariamo a parlare con le nostre madri, a capirle, soprattutto ad amarle, è il messaggio finale ma anche, a ben vedere, l'intento del libro: siamo figli del passato, per conoscerci dobbiamo avvicinarlo, con rispetto, senza pregiudizi né fanatismi. Il pregio del volume sta proprio nel non semplificare, non limitarsi a uno schema storiografico rigido, ma nel riportare invece le voci di tutte queste «madri», anche se non univoche, non coordinate, non facilmente interpretabili. Il risultato finale è tutt'altro che semplice, anzi faticoso, ma molto stimolante. Proprio come conoscere, e amare, una persona reale, e non una teoria. Franco Restaino e Adriana Cavarero Le filosofie femministe Paravia 259 pagine, 22 mila lire

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