Energia, parte la rivoluzione
Energia, parte la rivoluzione Mercato libero e l'Enel si fa in cinque ROMA Parte la riforma del settore elettrico che ridisegnerà, dopo 37 anni di monopolio Enel, il mercato italiano e il molo della società guidata da Franco Tato e Chicco Testa. A oltre un mese e mezzo dal via libera di Palazzo Chigi alla riforma, il decreto legislativo - che recepisce la direttiva europea per il settore - e stato infatti pubblicato sulla Gazzetta ufficiale ed è entrato in vigore. Si avvia cosi una «rivoluzione» che cambiera le regole del gioco nel settore elettrico, aprendolo alla concorrenza, e che vedrà da subito un esercito di utenti, stimato in almeno 2 mila grandi consumatori (quelli con consumi oltre i 30 milioni di chilowattora l'anno), liberi di poter scegliere il proprio tornitore italiano od estero. Ma il via libera alla riforma consentirà anche un altro importante passaggio che riguarderà tutti gli oltre 28 milioni di utenti italiani, famiglie comprese: la riforma delle tariffe. Una questione su cui sta lavorando l'Authority per l'energia e che introdurrà grandi novità. Tra queste - secondo indicazioni - la revisione della fascia sociale e il ricorso al «redditometro» per individuare gli utenti che in base al reddito confineranno a beneficiare delle agevolazioni. La riforma prevede la trasformazione dell'linei in una holding industriale e un nuovo schema di riferimento per il funzionamento del mercato. Eccone i punti principali. APERTURA Da MERCATO] da subito l'Italia Boro il 30 ner cento del nro- prio mercato elettrico, quota che passerà al 35% nel 2000 e al 40% nel 2002. E' un'apertura più avanzata rispetto ai limiti previsti dall'Ue (26 per cento nel '99, 30% nel 2000 e 34% dal 2003). LINE SI FA IH QNQUL Alla holding Enel faranno capo cinque società, ognuna col suo business specifico: produzione, distribuzione e la vendita ai clienti «vincolati», vendita ai grandi utenti, proprietà della rete di trasmissione, smaltimento delle centrali nucleari. TARIFFI: ne esisterà una unica nazionale per gli utenti che non po iranno scegliere il proprio fornitore (i «vincolati»). PRODUZIONE: nessun operatore potrà detenere dal 2003 oltre il 50% dell'energia prodotta e importata. Tale tetto nhhlica l'Enel a cedere impianti per 15.000 megawatt: un dimagrimento del 25% del suo attuale parco produttivo per rispettare i tetti antitrust. Tale piano sarà presentato al governo che - come prevede il decreto - stabilirà successivamente con proprio provvedimento le modalità di vendita. Per portare a compimento la ristrutturazione sono previste agevolazioni fiscali, prima tra tutte l'esenzione dall'Invim per i conferimenti. L'Enel si è già messo al lavoro e nell'ultimo consiglio di amministrazione ha iniziato a scadenzare i passaggi per rispettare gli impegni societari derivanti dal decreto. DISTRIBUZIONE: è prevista una sola concessione per ogni Comune. TRASMISSIONE: la gestione sarà affidata a una spa, la cui proprietà resta all'Enel che ne curerà anche la manutenzione. CLIENTI UBERI: da subito potranno scegliere il proprio fornitore tutti quelli con consumi da 30 gwh annui. Da gennaio 2000 la soglia scenderanno a 20 gwh e l'anno successivo a 9 gwh. ACQUIRENTE UNICO: sarà una società costituita dal gestore della rete che stipulerà i contratti di fornitura per conto dei clienti vincolati, garantendo la tariffa unica. Il GESTORE Da MERCATO: sarà una sna che curerà l'emiilibrio tra do¬ manda e offerta. Dal 2001 diventerà Borsa dell'energia. 6U AUTOPRODUTTOth II presidente dell'Unapace (che raggruppa gli autoproduttori di energia elettrica) Giuseppe Gatti ha così commentato le nuove nonne: «La liberalizzazione del mercato è più annunciata che reale, più teorica che concreta. Siamo solo agli inizi di un processo inevitabilmente ancora lungo. Un giudizio definitivo dipenderà dalla capacità di assolvere nei tempi previsti ai troppi adempimenti che concretamente costruiranno la riforma. Gatti rileva inoltre che «con la dismissione di 15 mila Mw di potenza l'Enel conserverebbe il 60% della capacità produttiva, quando lo stesso decreto pone un limito antitrust del 50% alla quota di mercato dei sineoli sospetti». Ir. e. s.l Il ministro dell'Industria Pierluigi Bersani Energia, parte la rivoluzione
Persone citate: Chicco Testa, Franco Tato, Gatti, Giuseppe Gatti, Italia Boro, Pierluigi Bersani
Luoghi citati: Roma
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