Il mercoledì santo del «Barabba» liberato
Il mercoledì santo del «Barabba» liberato UNA TRADIZIONE SPAGNOLA LUNGA-240 ANNI Il mercoledì santo del «Barabba» liberato // detenuto scarcerato deve portare in processione una statua la storia Gian Antonio Ori MADKIl) In nessun altro posto di Spagna la Settimana Santa, che, pure, dappertutto, è tradizione radicata anche tra i non credenti, è sentita come nel carcere provinciale Albanrn di Malaga. Dal 1759 in questa galera dell'Andalusia, la più grande ed affollata del Paese, ogni mercoledì santo graziano un detenuto, indipendentemente dal reato che abbia commesso e dalla pena che gli sia stata inflitta. A liberarlo legalmente, grazie ad un privilegio unico al mondo, è la Confraternita di Nostro Padre Gesù Nazzareno, conósciuto popolarmente come «Jesus el Rico» (di misoricordiu). E l'evento si è ripetuto anche quest'anno. Miguel Mnldonado, 44 anni, condannato a 15 anni per concorso in omicidio, è il 240° detenuto liberato alla vigilia di Pasqua. Mercoledì notte, con il viso coperto da un cappuccio e vestito da Nazzareno, ha assistito alla lettura da parte del direttore della prigione dell'editto che gli concede l'amnistia. Poi ha accompagnato la statua del suo liberatore in processione prima di riacquistare, definitivamente, la libertà. La storia dell'indulto nasce 240 anni fa. A Malaga dilagava la peste e la processione di «Jesus el Rico», da sempre venera¬ to dai galeotti, venne sospesa. I detenuti chiesero di portare lo stesso sulle loro spalle la statua. Richiesta negata. Ed allora si ammutinarono e, dopo aver avuto ragione dei carcerieri, si diressero in massa al convento di San Luis El Real, che custodisce la statua tutto l'anno, si misero sulle spalle il Cristo e lo portarono in processione chiedendogli di far finire la terribile epidemia. Poi tornarono, tutti, in prigione. Nessuno evase. La peste finì. Il re Carlo III rimase molto impressionato da quell'atto di fede e decise di seguire l'esempio di Gesù, che fece liberare il ladrone Barabba, concedendo alla confraternita la potestà di graziare un condannato all'anno. Da allora, la devozione è aumentata esponenzialmente tra i galeotti di Alhaurn. Chiunque, se non ha altri carichi pendenti con la giustizia ed è stato condannato dal tribunale di Malaga, sa che può essere prescelto. E che, se viene graziato, la sua vita cambia completamente. Nessuno, a Malaga, ha mai rifiutato di dar lavoro ad un graziato di «Jesus el Rico». Il procedimento per ottenere il privilegio, lungo e laborioso, comincia ogni anno a novembre. Il «fratello maggiore» della Confraternita Isidro Merino richiede al ministero di Grazia e Giustizia la concessione annuale della grazia. Poi comincia il «concorso del perdono». La Confraternita, insieme ai responsabili del penitenziario, esamina tutti i curriculum dei carcerati, che quest'anno erano 1571,1446 uomini e 125 donne «Prendiamo in considerazione, oltre alla personalità ed al com portamento del galeotto, soprattutto le sue necessità e la condizione familiare - spiega Merino, il capo della Congregazione fondata nel 1756, la più antica della città -. Il fattore umano è la cosa più importante». Viene quindi compilata la famosa «terna di carcerati» graziabili, che passa prima dal Tribunale provinciale, poi dal ministero di Grazia e Giustizia ed infine arriva al Consiglio dei ministri, che decide chi sarà amnistiato dei tre candidati, nell'ultima riunione prima della Settimana Santa.
Persone citate: Gesù Nazzareno, Gian Antonio Ori Madkil, Isidro Merino, Luis El Real, Merino, Miguel Mnldonado
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