« Ma non ce l'ho con Caselli »
« Ma non ce l'ho con Caselli » « Ma non ce l'ho con Caselli » Margara: su di lui niente da dire però avrebbe potuto telefonarmi ROMA Dopo la lettera di Margara a Diliberto, i più stretti collaboratori del ministro della Giustizia commentano che il successore designato, Caselli, «ha sempre dimostrato grande senso della democrazia e delle garanzie individuali» e non può certo essere considerato «un estremista di destra». Ribatte Margara: «Infatti io su Caselli non ho niente da dire». Ma nella lettera lei lo tira in ballo, dice che forse bisognava trovargli un posto... «E' quel che ho letto sui giornali. Una contrapposizione tra me e Caselli non ha alcuna ragion d'essere, anche perché non mi risulta che lui abbia mai tratteggiato linee di politica penitenziaria. Però una telefonata poteva farmela». Forse credeva che il trasferimento fosse una scelta concordata tra lei e il ministro. «Se ò così è stato male informato, qualcuno gli ha detto il falso, lo (ino all'altro ieri stavo tranquillamente al mio posto di direttore del Dap, e non pensavo di dovermene andare. Ripeto che il problema è col ministro, non con Caselli». Lei non crede che nella carceri italiane esista un problema di sicurezza, come sembra pensare Diliberto? «Sinceramente no, io non vedo un'emergenza come quelle che si sono verificate nel '77 o nel '78, ai tempi del terrorismo, e nel '92, dopo le stragi di mafia. Quei periodi haiuio portato a un congelamento del carcere che poi è stato superato, e oggi non trovo motivi per tornare indietro. Quando si imboccano certe strade, è difficile stabilire dove ci si fermerà». E come giudica le evasioni di dicembre se non un indice di scarsa sicurezza'/ «Come qualcosa di fisiologico, mi pare che in Italia ci sia il tasso di evasioni più basso d'Europa. Tra l'altro gli evasi sono stati ripresi quasi subi- to, e in altri casi si tratta di persone di scarsissima pericolosità sociale. Insomma, non credo che rivelino una debolezza del sistema carcerario». E' vero che lei non ha digerito la creazione dell'Ugap e la nomina a suo direttore del generale Ragusa? «No, l'ho digerita e accettata. Ma si tratta di un segnale molto preciso, una sottolineatura dell'aspetto sicurezza della quale secondo me oggi non c'è alcun bisogno». Però gli agenti di custodia esultano per la sua partenza. «Non gli agenti, ma alcuni rappresentanti sindacali. Con la polizia penitenziaria credo di aver sempre avuto un buon rapporto, e di aver lavorato in assoluta armonia». E' deluso dal ministro comunista? «Forse stupito, ma non deluso, perché non mi ero fatto illusioni. Ho solo preso atto che c'era visioni diverse». [gio. bia.l
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