New York, incriminati i poliziotti pistoleri

New York, incriminati i poliziotti pistoleri Un colpo a Giuliani, rischiano l'ergastolo New York, incriminati i poliziotti pistoleri Freddarono con quarantuno colpi un nero incensurato e disarmato Formale incriminazione, ieri, per i quattro poliziotti di New York responsabili dell'episodio che ha scosso la città e attenuato di molto il suo entusiasmo per la «formula Giuliani». Il 4 febbraio scorso loro avevano inseguito fin nell'androne della casa del Bronx in cui abitava Amadou Diallo, un giovane nero disarmato, incensurato, estraneo a qualsiasi attività criminale, insomma il classico «bravo ragazzo», e lo avevano freddato scaricandogli contro 41 colpi. Molto più di un caso di «eccessivo uso della forza» da parte dei poliziotti, insomma, che è arrivato proprio quando la misura del comportamento delle «Street crime unities» create dal sindaco Rudolph Giuliani. Quelle unità costituiscono la spina dorsale della famosa «tolleranza zero» proclamata da Giuliani. Una sorta di «fiore all'occhiello» da lui ostentato e al quale ha preteso di attribuire tutto il merito per la diminuzione della criminalità (che invece è un dato nazionale, si è verificata anche nelle città prive di «Street crime unities» e i criminologi stanno ancora cercando di capirne le ragioni profonde). Ma quelle unità, con i loro numerosissimi abusi piccoli e grandi, le loro molestie ingiustificate e il loro atteggiamento che le fa somigliare più a delle «forze di occupazione» che a dei tutori dell'ordine, sono diventate motivo di crescente risentimento, specie fra le minoranze etniche e in particolare quella nera. L'uccisione di Diallo ha scatenato tutto ciò e la risposta di Giuliani - nessun provvedimento nei confronti dei quat¬ tro poliziotti nonostante quegli incredibili 41 colpi sparati sembrava fatta apposta per esacerbare ancora di più gli animi. La loro incriminazione è arrivata dopo due mesi dal fatto e dopo un'incessante protesta dei maggiori esponenti della comunità nera di New York e dei «liberal» della città. Sono state decine, in questo periodo, le manifestazioni di «disobbendienza civile»: personaggi noti (l'ex sindaco David Dinkins, Jesse Jackson, sportivi, gente dello spettacolo e dell'arte) bloccavano gli ingressi dei commissariati, venivano arrestati e trattenuti per 24 ore. Ma ad ogni arresto la posizione della polizia (e di Giuliani) si faceva sempre più imbarazzante, mentre i giornali riferivano statistiche eloquenti (per ogni bianco che veniva fermato «per controllo» dieci giovani neri subivano la stessa sorte) e infinite testimonianze sulle ragazze palpeggiate con la scusa di perquisirle, sui ragazzi costretti a inginocchiarsi come «atto di sottomissione» verso i poliziotti e cosi via. L'incriminazione dei quattro poliziotti è per omicidio di secondo grado, il che vuol dire che rischiano dai 25 anni di prigione all'ergastolo. Si sono tutti dichiarati «non colpevoli» e il giudice ha concesso loro la libertà su cauzione (nonostante il parere contrario dell'accusa), fissata a 100.000 dollari ciascuno. Fuori, ad attenderli, c'era una folla che li ha accolti al grido di «assassini», ma c'erano anche tanti poliziotti fuori servizio che li hanno abbracciati come eroi e salutati con un convinto «Siamo tutti con voi». lf. p.l

Persone citate: Amadou Diallo, David Dinkins, Diallo, Giuliani, Jesse Jackson, Rudolph Giuliani

Luoghi citati: New York