Di Pietro: no ai pacifismi strumentali

Di Pietro: no ai pacifismi strumentali Il LEADER PEll/ASINEllO «SOSTEGNO PIENO Al GOVERNO» Di Pietro: no ai pacifismi strumentali «Non potevamo fare come Ponzio Pilato» intervista Guido Tìberga mSMKkm LA guerra che «non è una guerra», ma «una missione per il ripristino della legalità», un'opposizione che usa tutti i mezzi a disposizione pur di farsi largo, «a partire dai ricatti», le bombe «che non si possono fermare», l'invasione via terra «cui è ridicolo opporsi», ma anche le sentenze di Brescia. Antonio Di Pietro, mentre Prodi cuce la sua tela in Largo Brazza e la maggioranza continua a litigare sulle operazioni nel Kosovo, parla da Cumo. Da qui, il leader organizzativo dei democratici rompe il silenzio dell'Asinelio sugli attacchi a Milosevic. Ma lo fa a modo suo, legando tutto insieme: la guerra, le tensioni nel governo, le questioni personali, «che tanto personali non sono, visto che danno la prova di quanto la politica si sia abbruttita, dalle parti del Polo...». Senatore Di Pietro, la guerra è cominciata da otto giorni Gh unici a non prendere posizione, finora, siete stati voi Democratici. Un silenzio strano, non le pare? «Ma quale strano? Non abbiamo fatto tante parole perché la nostra posizione era chiara da subito: sostegno pieno e solidale alle azioni del governo. Punto e basta. E poi non è che noi ce ne siamo stati zitti. Noi abbiamo parlato fin dal primo giorno: se nessuno se n'è accorto, è perché noi non siamo in caccia di facili pubblicità. A differenza di altri». A chi sta pensando? «Vuole i nomi? Nessun problema. La Lega, che va addirittura a far propaganda dall'altra parte. Quelli che dicono "ritiriamo i ministri", badando più al proprio orticello di voti che alla dignità intemazionale del Paese. Rocco Buttiglione, che sulla "Stampa" di ieri dice che bisogna allargare la maggioranza a Forza Italia. Per non parlare del Polo, con i suoi ricattucci: "Noi ti diamo il nostro voto, ma dopo ti devi impegnare a levarti dai piedi"...». Che cosa dovrebbero fare, secondo lei? Aprire la crisi? «Cerchiamo di vedere il problema con la giusta voce e nei giusti termini. La Nato non ha cominciato una guerra: la guerra c'era già. La combatteva da mesi il satrapo Milosevic contro la gente del Kosovo. Che cosa bisognava fare? Restarsene come Ponzio Pilato a mangiare l'uovo di Pasqua mentre a trecento chilometri da casa c'è gente che crepa di fame? Creda a me: in una situazione del genere ogni parlamentare ha il dovere morale di sostenere il governo, chiunque sia il presidente del Consiglio. Non è pei che D'Alema è uno dei nostri che noi sosteniamo il governo». Parlerebbe così anche se il premier «di guerra» fosse Berlusconi? «Lo farei con chiunque. Anche se la motivazione della sentenza di Brescia ha dimostrato che tipo di individuo sia il signor Berlusconi. E non lo dico io, stia attento, lo dice un magistrato. Fosse successo a me, mi avrebbero già preso a calci e buttato fuori dal Parlamento...». Senatore, ammetterà che questo è un discorso che con la guerra c'entra poco... «Fmo a un certo punto, fino a un certo punto... Questo fatto, dimostra il livello cui è precipitata la lotta politica in Italia». Per D'Alema, però, i problemi più gravi arrivano dal centrosinistra. Cossutta, Manconi. Lo stesso Buttigliene che chiede l'allargamento parla da dentro, non da fuori. 0 no? «Lasci perdere Buttiglione, che ha capito di non poter aggiungere alcunché a questa maggioranza e si è ridotto a far da battistrada a qualcun altro. Cossutta e Manconi dovrebbero pensare alla dignità del Paese, invece di insistere nel loro pacifismo strumentale». Perché «strumentale»? «Perché tutti siamo pacifisti. Tutti ripudiamo la guerra, ci mancherebbe. Questi discorsi sulla tregua, sulla "fase due" che va bene e la "fase tre" che va combattuta non hanno senso, se non guardando ai propri interessi elettorali...». Senatore Di Pietro, sta dicendo che voi Democratici siete favorevoh all'attacco via terra della Serbia? «Io parlo per me. E dico che le operazioni di guerra vanno lasciate ai militari, che le sanno fare. Quando si vuole salva."»' un popolo dalla distruzione, por. t: dei limiti non ha senso». Non le sembra contraddittorio che alla manifestazione paci- lista di domani partecipino forze come i comunisti italiani, i Verdi, la sùiistra diessina, i popolari? «Se protestano contro Milosevic non ci vedo niente di male». L'impressione è che protestino contro D'Alema, non crede? «Manifestare contro il governo significa soltanto rendere più difficili lt: operazioni di soccorso dei profughi. A questo dovrebbero pensare gli oppositori interni Ma d'altra parte, finche per fare una maggioranza in grado di reggere bisognerà tirar dentro la gente più diversa sarà sempre cosi Ma è l'ultima volta: dal 19 aprile gli italiani potranno essere sicuri che quelli che li governano, chiunque essi siano, la penseranno tutti allo stosso modo». «Quelli che dicono ritiriamo i ministri pensano soltanto al loro orticello e ai loro voti»

Luoghi citati: Brescia, Italia, Kosovo, Serbia