Contro i raid un «sacco appello»

Contro i raid un «sacco appello» Domani a Roma la manifestazione dell'Arci e dell'Ics, con Ingrao, don Ciotti e Bertinotti Contro i raid un «sacco appello» Volontari, sindacati e comunisti in piazza Maria Laura Rodotà RÓMA Da anni e anni non capitava di sentir dire «abbiamo fatto un sacco appello». Nel caso specifico, un sacco appello per evitare che i partiti aderenti alla manifestazione «Fermiamo la guerra» di domani a Roma, evitino forti connotazioni politiche nel corteo da piazza Esedra a San Paolo. Comunque Raffaella Bolini, romana trentottenne, responsabile internazionale dell'Arci, ha fatto appello perchè il contesto non è un sacco bello. E gli organizzatori, Arci, Ics che è il coordinamento dei gruppi di volontariato italiani, Ach e Assopace, gergo a parte, non hanno voglia di esser presi per sinistresi velleitari. «L'idea della manifestazione è venuta ai gruppi che fanno volontariato, da otto anni, nell'ex Jugoslavia», racconta Bolini. «Che avevano previsto quel che è successo: la solidarietà dei serbi bombardati con Milosevic, il solco tra Occidente e Russia creato dai bombardamenti Nato, l'isolamento del Kosovo senza osservatori internazionali che ha permesso, in una settimana, di fare la pulizia etnica che non era riuscita in dieci anni». La manifestazione, organizzata in quattro e quattr'otto, si prepara con un bel rischio-partecipazione (è anche il sabato di Pasqua), e un rischio-strumentahzzazione. Ma per il comitato promotore è soprattutto una bella fatica: «Ora abbiamo in gestione un campo profughi per seimila persone nel nord dell'Albania, il nostro lavoro è triplo», dice Bolini. E Soana Tortora delle Ach fa presente che anche i volontari, nel loro piccolo, si arrabbiano. Che «non possiamo essere solo quelli che fanno, è il momento di parlare». A Porta San Paolo, scelta perché luogo storico della Resistenza, parlerà un rappresentante dei comitati, poi Pietro Ingrao e don Luigi Ciotti. Tra i gruppi che hanno aderito, ci saranno la Sinistra giovanile Ds, i giovani Popolari, la Fiom e la Firn in attesa dell'iniziativa dei sindacati il 7 aprile a Bari. Ci saranno anche Rifon- dazione comunista (quella che alcuni promotori temono metta un cappello sull'evento), i Comunisti italiani, i Verdi e un po' sinistra diossina. Tra loro, l'autoproclamato «vecchio signore» Aldo Tortorella, figura storica del Pei, che vuol fare «uno sforzo di testimonianza» in aggiunta alle dimissioni per protesta dalla direzione del suo partito. Nell'attesa, se ne sta compostamente a casa sua, ma ha già partecipato a dimostrazioni antiguerra. «Giorni fa ero a un sit-in davanti a Montecitorio. Dietro di noi c'erano dei somali, e ci hanno detto: vi siete scordati di noi, in Somaha c'è una guerra spaventosa. E che gh dovevo dire, avete ragione, dovremmo manifestare anche per voi. E, visto che ci siamo, che stiamo facendo "guerre etiche", dovremmo bombardare tutti: non ci pensiamo al Kurdistan? E all'Afghanistan dei Talebani? E ai Tamil dello Sri Lanka? Se li sono scordati, i Tamil?». Il vecchio signor Tortorella fa ironia amara; qualche battuta però arriva anche dai volontari. Quando ricordano l'inverno 1991, e la grande botta di vita e di immagine dei leader quarantenni del neo-Pds: insomma Massimo D'Alema, Walter Veltroni e altri, venuti a piazza San Pietro a omaggiare il Papa che predicava contro la guerra con l'Iraq completi di decorativi bambini (loro figli, ovviamente) sulle spalle. «Loro portavano i bambini in spalla in piazza la domenica, noi h accogliamo nelle zone di guerra e li difendiamo», rivendica Giulio Marcon, trentanovenne presidente dell'Ics. Che annuncia, per ogni evenienza, un vasto afflusso di ragazzini alla manifestazione di Roma: «I boy scout, i bambini gemellati con bambini di Sarajevo, che verranno coi genitori». Insieme a Bertinotti, quelli di Pax Christi, il verde Paolo Cento in polemica col portavoce Manconi perché avrebbe preferito ritirare i ministri dal governo, l'Associazione obiettori nonviolenti, Legambiente, Uisp e molti altri. A sentire Ingrao e Ciotti, più un pacifista serbo e uno kossovaro, più i Balknija, gruppo formato da musicisti bosniaci e napoletani, che suonerà alla fine. Tutti convocati dal mondo del volontariato cattolico e laico, utile e sempre lodato da tutti, ora infuriato. Che ha accolto tutte le adesioni pur sapendo che, dice Marcon, «la voce dell'associazionismo è debole, le semplificazioni inevitabili». Ma nei momenti di grande preoccupazione e confusione, a rischiare semplificazioni, contaminazioni inaspettate e spunti per ironie facili sono anche le voci ben impostate, come quelle dei sindacati confederah Cgil-Cisl-Uil. E' di ieri la notizia, dopo quella dell'adesione del Ppi, che a Bari, alla seconda manifestazione della pace di questi giorni, parteciperà una delegazione dell'Udr, guidata dal segretario organizzativo Massimo Ostilio: «Nella convinzione che vada amplificata al massimo la solidarietà verso le popolazioni colpite dalla guerra e nella speranza che al piii presto tacciano le armi e si riprenda la strada del negoziato». Un altro responsabile organizzativo, Carlo Ghezzi della Cgil, glissa: «1" una manifestazione pacifista, chiunque aderisca è benvenuto». Anche perche i sindacati, che in genere si mobilitano con un certo anticipo, hanno dovuto far lutto molto rapidamente: «Non c'è stato tempo per organizzare treni speciali, sono al minimo, puntiamo sui pullman; Bari è difficile da raggiungere». A Bari poi, in piazza della prefettura, parleranno Cofferati, D'Antoni e Larizza. Intanto, alcuni gruppi di volontariato aderiscono alla manifestazione sindacale; oltre a Fiom e Fini, alcuni segretari regionali come quello della Cgil Emilia Romagna aderiscono alla manifestazione di Roma. E tutti si appellano, un sacco e non. Tutti convinti che non sarà una buona Pasqua. Gli organizzatori: «Siamo stanchi di lavorare in silenzio Ora ci sentiranno» L'Arci: «L'idea è venuta ai gruppi che fan volontariato da otto anni nell'ex Jugoslavia» Tortorella ironico: «Visto che stiamo facendo 'guerre etiche", bombardiamo tutti» MtusajgMftMjkj Qui sopra don Luigi Ciotti A sinistra Pietro Ingrao a destra Sergio Cofferati Nella foto grande un'immagine della manifestazione che ieri i serbi hanno organizzato davanti alla base aerea di San Damiano a Piacenza Il senatore dell'Ulivo Antonio Di Pietro