Eltsin non desiste: tentiamo la pace col G-8 di Anna Zafesova

Eltsin non desiste: tentiamo la pace col G-8 Mosca (smentita) continua ad annunciare successi di Belgrado: «Colpito un altro Stealth» Eltsin non desiste: tentiamo la pace col G-8 Dopo ilfallimento diPrimakov, magli Usa bocciano l'idea Anna Zafesova mosca" noslm servizio Due giorni dopo il fallimento del tentativo di pace di Evghenij Primakov, la Russia lancia una nuova iniziativa di pace che Washington respinge. Stavolta a scendere in campo è Boris Eltsin in persona. 11 presidente russo ha chiesto ieri la convocazione di una riunione urgente dei rappresentanti della Russia e dei sette Paesi industrializzati, il cosidetto «G8», per cercare di aprire uno spiraglio nel dramma balcanico. Il padrone del Cremlino è apparso alla televisione per leggere il suo messaggio. Nessun tono minaccioso, come quelli che sono stati usati da Mosca nei confronti dell'Occidente nei giorni scorsi. Solo un appello a fermare la tragedia: «Ogni giorno perduto porta a nuove vittime». Ma il ministro della Difesa americano William Cohen ha dato ieri una prima risposta negativa alla richiesta. «Non capisco - ha detto Cohen - quali sarebbero i benefici di un incontro del G8. Abbiamo indicato a Milosevic che egli ha in tasca le chiavi della pace, e può metterle sul tavolo in qualunque momento. Deve fermare le uccisioni, il massacro, la pulizia etnica. Deve ritirare esercito e polizia dal Kosovo. E deve accettare i principi negoziati a Rambouillet». E il Dipartimento di Stato ha accolto freddamente la proposta russa dicendo che il C-8 non è necessariamente un forum appropriato. Secondo Eltsin, un'escalation militare in Jugoslavia «minaccia di trasformarsi in una grande disgrazia e non solo per gli europei. Non possiamo permetterlo». Per impedirlo, Eltsin propone una riunione urgente del ministri degli Esteri del G-8, per discutere come raggiungere la pace nel Kosovo. E' un problema che «può e deve essere risolto al tavolo delle trattative». «Primakov ne ha avuto la dimostrazione parlando con Milosevic», ha detto Eltsin, riferendosi al viaggio che il premier russo ha compiuto a Belgrado due giorni fa. I risultati di quella trattativa però erano stati giudicati «insufficienti» dai Paesi della Nato. Mosca ha cominciato a protestare contro i bombardamenti fin dall'inizio della crisi e, scontrandosi con la ferma opposizione della Casa Bianca nel Consiglio di Sicurezza dell'Orni, ha cercato più volte di aggirare gli Usa, o di metterli a confronto con altri Paesi in organismi europei e internazionali. Non è chiaro però se, oltre a proporre un nuovo meccanismo negoziale, la Russia ha in mente anche qualche piano di regolazione nel Kosovo. La diplomazia russa afferma che non ha senso tornare agli accordi di Rambouillet, cancellati dai bombardamenti e che la cessazione degli attacchi aerei deve precedere il ritiro delle truppe serbe dal Kosovo. Il Cremlino comunque nega di pretendere il monopolio nei negoziati: «Non siamo in concorrenza con nessuno», ha detto ieri Ivanov, «e siamo pronti a regalare la vittoria a chiunque». Ma i russi sanno di avere - nonostante la propria debolezza economica e politica una carta forte: sono di fatto gli unici a poter parlare direttamente con Milosevic e, forse, tentare di convincerlo. Le posizioni della diplomazia russa rimangono infatti esplicitamente proserbe e Mosca e Belgrado sono in contatto quotidiano. Che serve anche nella guerra della propaganda che Mosca conduce contro la Nato. Il ministro della Difesa russo Igor Sergheev ha annunciato ieri Sbattimento in Jugoslavia, di altri due aerei Nato. L'agenzia russa «Ria-Novosti» citata dalla televisione statale di Mosca «Rtr» ha riferito che è stato colpito e «danneggiato» un altro «Stealth», l'aereo «invisibile». La fonte non ha fornito altri particolari, ma ha detto che l'aereo americano avrebbe compiuto un atterraggio di emergenza a Zagabria, in Croazia. Fonti Nato hanno tuttavia smentito la notizia dichiarando che la notizia «è destituita di qualsiasi fondamento». Secondo le informazioni dei russi, l'Alleanza atlantica è anche coinvolta direttamente in attività sovversive sul territorio del Kosovo. Sergheev ha raccontato che in Jugoslavia sono state arrestate sei «spie» che installavano congegni radio che avrebbero dovuto aiutare l'aviazione della Nato a colpire gli obiettivi prescelti. Ma la Russia a sua volta si è scontrata con l'mquietudine dell'Occidente per la decisione di inviare nell'Adriatico le sue navispia. Ivanov ieri è stato costretto a dare spiegazioni al segretario di Stato degli Usa Madeleine Albright. Il ministre ha dichiarato che la prima nave - che partirà oggi da Sebastopoli e raggiungerà l'Adriatico tra 4 giorni - è necessaria per «garantire la sicurezza della Russia». Il padrone del Cremlino è apparso alla televisione per leggere il suo messaggio. Nessun tono minaccioso, come quelli che sono stati usati da Mosca nei confronti dell'Occidente nei giorni scorsi. Solo un appello a fermare la tragedia: «Ogni giorno perduto porta a nuove vittime» Nella fotografia in basso, il missile finito per sbaglio in Bulgaria