Una pattuglia di ragazzi figli del sogno americano

Una pattuglia di ragazzi figli del sogno americano Una pattuglia di ragazzi figli del sogno americano personaggi NEW YORK dal nostro inviato Due figliastri e un figlio fatti prigionieri: mamma America piange. E' arrivata ieri, per la prima volta, la guerra, in un sobborgo di Los Angeles, in un paese del Michigan e in una città-prigione del Texas. C'è arrivata con i nomi, i volti e le storie di questi tre ragazzi che sono già martiriesempi-eroi ed erano, invece, vite qualunque disperse nella media e nella pianura. La prima cosa, i nomi: Ramirez (Andrew), Gonzales (Steven), Stone (Christopher). Erano già un indizio: due ispanici con nomi di battesimi americani, domiciliati in California e Texas. Due appartenenti alla seconda o terza generazione di «alieni», discendenti di qualcuno che aveva un tempo lontano attraversato il confine scavando la terra o chiuso un furgone, alla frontiera che corre da San Diego a El Paso. Due ragazzi che avevano imparato a dichiararsi americani e per essere creduti avevano indossato la divisa ed erano partiti per l'Europa. Due figliastri, più il figlio: il sergente Stone nato a San Antonio e trasferito a Smiths Creek, Michigan, sposato e con figlio. La seconda cosa: i volti. Due facce da minoranza etnica che si è integrata con il sangue e la fatica, ma nell'unico Paese dove il tempo e la ragione hanno fatto dell'estraneità una regola, più un viso da bravo ragazzo, marito puro e padre responsabile, bello perfino, somigliante a Matt Damon nella parte del soldato Ryan, quello da salvare perché disperso oltre le linee nemiche. Infine le storie, da antologia americana: amori e atletica al college, LA. Confidential e bracci della morte. Sergente Ramirez Andrew. Anni 24. Residente a Los Angeles. Famiglia abitante in un sobborgo per (ex) messicani. Dice lo zio Frank alla Cnn: «Siamo molto uniti, noi: quel che succede a uno, succede a tutti». Quel che fa uno, fanno tutti. Andrew ha fatto il soldato perché voleva essere come suo fratello Steven, che ora ha cambiato divisa e fa il detective nella polizia di Los Angeles. Ci credeva talmente, Andrew, che non ha mai desiderato altro. Si era diplomato a Montebello, era forte nella lotta libera, ma a 17 anni si era arruolato. Diceva, anche ai vicini di casa, mentre aiutava il padre a fare lavori di riparazione in cortile, frasi da manuale come: «Voglio servire il mio Paese». Ne era fiero e voleva che l'America fosse fiera dell'americano Ramirez. Missione compiuta, sergente. Soldato Gonzales Steven. Anni 24. Residente a Huntsville, Texas. Per chi non la ricordasse è quella città dove puoi essere solo due cose: guardia o ladro. Finisci comunque in prigione. Ce ne sono otto. Chi non ci va da detenuto, ci va a lavorare. C'è una camera della morte dove sparano una siringa letale a settimana. Il padre di Gonzales (Gilbert) stava con le guardie ed era impiegato nell'ammininistrazione penitenziaria. Il figlio Steven se la cavava bene a scuola. Vinse anche una medaglia nel campionato di scienze, tipica specialità americana: squadre di studenti che competono nel creare l'acquario più interessante, il mini-razzo più volante, il micro-onde più cocente. 1 suoi ex compagni l'hanno immediatamente riconosciuto nel video della tv serba per via delle orecchie a sventola. Erano un suo difetto e, anziché nasconderlo, lo esaltava sporgendole con le mani per far ridere gli amici. «Hanno preso Orecchione Gonzales» ha esclamato uno di loro al Texan Cafe. «Orecchione» mollò lì l'università dopo un anno, un tex-mex a Huntsville non diventa ingegnere. Per evitare la prigione, si arruolò nei rangers. Voleva viaggiare. Missione compiuta, soldato. Sergente Stone Christopher. Anni 25. Residente a Smiths Creek, Michigan. Diplomato nel '91. Il più bello della Capac High School. Ricorda sospirando una sua compagna di classe, la significativa Melissa Biondo: «Ave¬ vamo tutte una cotta per lui». Ma si sposò e fu fedele a moglie e patria. E' uno che si impone le cose, il sergente Stone. Il suo allenatore di atletica ricorda: «Non era forte nella corsa, ma non si arrendeva mai, ci dava dentro e rendeva più degli altri». Il padre; dice: «Sono choccato, non sapevo che rischi ci fossero là, non capivo che cosa stesse succedendo. Chris me lo sta spiegando con la vita». Missione compiuta, sergente. Due figliastri, un figlio, tre martiri-esempi-eroi. Adesso il quadro è completo. Andate a rivedere quel film, «Sesso e potere». Per distrarre l'opinione pubblica s'inventa una guerra fasulla. Dove? «In Albania». Perché? «Nessuno sa dov'è». A un certo punto manca qualcosa: un martire-esempio-eroe. Ne creano uno, gli dedicano una canzone e simboliche scarpe da tennis sui rami in segno di solidarietà. Mancano solo quelle, nei vialetti del Michigan o della California. Ma questi tre ragazzi sono veri, comuni e tragicamente americani. Lo zio del sergente Ramirez: diceva «Voglio servire il mio Paese» Il soldato Gonzales abita a Huntsville, la città che vive del carcere Il padre del sergente Stone: non sapevo che corresse questi rischi

Persone citate: Gonzales Steven, Matt Damon, Melissa Biondo, Ramirez, Ramirez Andrew, Sergente Stone Christopher