«Ignorato l'avvertimento Cia»
«Ignorato l'avvertimento Cia» «Ignorato l'avvertimento Cia» Sul rischio profughi: ma Clinton ha fatto di testa sua Andrea di Robllant WASHINGTON dal corrispondente Sotto assedio da una pioggia im- {irowisa di critiche interne sul'operazione militare contro la Jugoslavia, il Presidente Clinton passa al contrattacco. E nonostante gh appelli del Papa in favore di una tregua pasquale, alza il tiro e minaccia di infliggere a Slobodan Milosevic nelle prossime settimane «un prezzo così alto da essere inaccettabile». «Non sopporto l'idea di dover continuare questa campagna durante la Pasqua», ha detto d Presidente in un'intervista alla Cbs. «Ma sopporto ancora di meno l'idea di mollare quando Milosevic continua a ripulire casa dopo casa, villaggio dopo villaggio, ammazzando innocenti. Come possiamo onorare la resurrezione di Cristo regalandogli un'altra giornata in cui uccidere civili?». E ad accentuare il nuovo tono di sfida adottato da Clinton ha ovviamente contribuito la cattura dei tre soldati americani, che a detta di Belgrado saranno processati da un tribunale militare. «Che Milosevic non si auto-inganni», ha ammonito Clinton parlando alla base navale di Norfolk. «Lo riteniamo personalmente responsabile per la loro sicurezza. E si ricordi che l'America si prende sempre cura dei suoi ragazzi». li segretario alla Difesa William Cohen, dopo giorni di latitanza, è ricomparso a fianco del Presidente per mostrare un fronte com- Eatto. Citando Winston Churchill, a assicurato che gh Stati Uniti «non demorderanno» nel tentativo di ridurre Milosevic all'impotenza. Ma dietro alla facciata, i dubbi, le incertezze, le critiche, le recriminazioni, continuano a serpeggiare in seno all'Amministrazione. E cominciano a trovare sbocco sui principali quotidiani americani. Stando al Washington Post la Cia spiegò in dettaglio al Presidente che un attacco contro la Serbia avrebbe provocato un esodo di profughi senza precedenti nella regione, come si sta puntualmente verificando. E fonti militari citate dal New York Times assicurano che il Presidente decise di andare avanti nonostante gh fosse stato spiegato chiaramente che una campagna limitata ai bombardamenti aerei non avrebbe piegato Milosevic. Questi attacchi dall'interno hanno fatto andare il Presidente e il suo entourage su tutte le furie. Cohen ha accusato i giornali di pubblicare articoli «completamente falsi». Ed ha aggiunto con tono difensivo: «Sapevamo benissimo che cosa potevamo fare e che cosa non potevamo fare con i bombardamenti aerei. Ma che cosa dovevamo fare? Starcene lì a guardare mentre Milosevic, che aveva già ammassato 40 mila uomini sud confine del Kosovo, si aggirasse come una furia tra gh al- banesi?». Sempre di più, dunque, l'Amministrazione giustifica i bombardamenti non più come un'azione indispensabile per difendere gh «interessi vitali» degh Stati Uniti, ma per evitare una tragedia umanitaria. Anche perché l'opinione pubblica americana rimane scettica sulla campagna anti-Milosevic e riesce a giustificarla (53 a 41 per cento, ultima rilevazione Cnn) solo in termini umanitari. Ma questa nuova strategia propagandistica diretta all'opinione pubblica non mette a tacere i mugugni dei militari, che cominciano a prendere le distanze dalla Casa Bianca. «Di fronte alla prospettiva di un fiasco molti al Pentàgono cominciano a dare la colpa a Clinton», dice una fonte militare a La Stampa. Ma la verità, aggiunge, è che a suo tempo nessuno dei capi militari ebbe il coraggio di dire al Presidente che l'operazione era da evitare. «Solo il generale Krulak, capo dei marines, ebbe la forza di dire la verità». Ora che le prospettive di una «vittoria» della Nato sono così incerte, dicono fonti al Pentagono, «gh stessi militari sperano che si possa trovare in extremis un accordo politico. Magari con l'aiuto della Russia. La Cia spiegò in dettaglio al Presidente che un attacco avrebbe provocato un esodo di profughi senza precedenti
Luoghi citati: America, Belgrado, Jugoslavia, Kosovo, Russia, Serbia, Stati Uniti, Washington
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