«Ingannati dall'Occidente»

«Ingannati dall'Occidente» DURO ATTO D'ACCUSA DA UN NEMICO DEL REGIME «Ingannati dall'Occidente» // direttore della radio anti-Milosevic Veran Malie Veran Matic, direttore della radio Indipendente di Belgrado B-92. Durante l'attacco Nato è stato trattenuto in prigione e la radio messa a tacere. BELGRADO Si supponeva che gli attacchi aerei contro la Jugoslavia avrebbero fermato la macchina da guerra di Milosevic. In realtà, la campagna di bombardamento sta mettendo a rischio la vita di 10 milioni di persone e sta sconfiggendo le esili forze della democrazia in Kosovo e in Serbia. I bombardamenti dimostrano quanto ferma sia la volontà del presidente Clinton e della Nato di impedire la catastrofe umana nel Kosovo. Proteggere una popolazione in pericolo è un nobile scopo, che ri¬ chiede però una chiara strategia e una coerente realizzazione. Da come si sviluppa la situazione sul terreno e nell'aria, è evidente che tale strategia non c'è. Al contrario, ogni missile che tocca il suolo peggiora il disastro umanitario che la Nato vorrebbe prevenire. Non è facile fermare la macchina della guerra una volta che è stata scatenata. Anche prima dell'annuncio dell'Alleanza di voler prendere a bersaglio gli edifici governativi a Belgrado, gli analisti si domandavano se gli attacchi aerei avrebbero davvero salvato gli albanesi del Kosovo. Ora i serbi sono ancora più ostili. Fino a che punto la Nato è disposta ad arrivare? Che succederebbe se la guerra si allargasse? A tali questioni va data risposta, benché io pensi che pochi vogliano accollarsene il fardello storico. La stesse domande affollavano la mia mente mentre mi trovavo in una prigione a Belgrado il primo giorno degli attacchi della Nato, trattenuto por otto ore mentre il governo riduceva al silenzio la mia stazione radio. Mi chiedevo quale fosse l'obiettivo occidentale per il «inorami; after». Mi immaginavo la Nato che toglieva le dita dal grilletto. Ma finora non vedo indicazioni che mi diano speranza. I miei amici occidentali continuano a chiedermi perché qui in Serbia non ci ribelliamo. Dove sono le folle che riempirono le strade ogni giorno per tre mesi del 1996, chiedendo democrazia e diritti umani? Zoran Zivkovic, il sindaco (di opposizione) della città di Nis, ha risposto così: «Venti minuti fa la mia città è stata bombardata. La gente che vive qui è la stessa che ha votato per la democrazia nel 1996, che ha protestato per cento giorni dopo che le autorità avevano cercato di sottrarle la vittoria conseguita alle urne. Ha votato per la stessa democrazia che esiste in Europa e negli Usa. Adesso la mia città viene bombardata dalle democrazie di Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Canada. Ha senso tutto questo?». La maggior parte di noi si sente tradita dai Paesi che avevamo preso a modello. Adesso siamo obbligati a prendere le armi e a unirci ai tigli che già sono nell'esercito. Con le bombe che piovono tutt'attomo, nessuno può credere che questo sia un attacco al governo e non al nostro Paese. Poche settimane prima degli attacchi aerei, il segretario generale della Nato, Javier Solana, aveva suggerito di stabilire una «partner- ship per la prosperità» nei Balcani. Poi ha dato ordine di attaccare. Con questi attacchi, mi pare, l'Occidente si è lavato le mani dei popoli - albanesi, serbi e gli altri che vivono nella regione. I peccati del governo sono ricaduti sulla gente. La bombe della Nato sono esplose sui semi della democrazia che stavano germogliando e impediranno loro di spuntare per lungo tempo. Le forze pro-democrazia della Repubblica serba di Bosnia sono state messe fuori gioco, e con esse gli accordi di pace di Dayton. L'intervento della Nato ha inoltre preparato lo scenario per una guerra locale contro il presidente filo-democratico del Montenegro, Milo Djukanovic. Clinton deve fermare gli attacchi subito, e poi cominciare negoziati volti ad assicurare il diritto a una vita pacifica e democratica a tutti i popoli della Jugoslavia, a prescindere dalla loro origine etnica. Copyright New York Times - Le Stampa LJP0B92 . vjjjjtjjj Mi li sito Internet della radio indipendente di Belgrado B-92 che costituisce un punto di incontro di tutta l'opposizione serba al regime di Slobodan Milosevic

Persone citate: Clinton, Duro, Javier Solana, Matic, Milo Djukanovic, Milosevic, Slobodan Milosevic, Zoran Zivkovic