Nell'eterno girotondo delle religioni trionfa l'Uomo alla ricerca della verità di Fiamma Nirenstein
Nell'eterno girotondo delle religioni trionfa l'Uomo alla ricerca della verità Nell'eterno girotondo delle religioni trionfa l'Uomo alla ricerca della verità GLI uomini cercano la propria anima, l'anima cerca una religione, le religioni si cercano fra di loro per rassicurarsi, facendosi largo fra merci e rumori assordanti; è una tendenza planetaria che assume a volte toni pacchiani e velleitari: recentemente un giornale americano riportava che il marketing librario richiede vigorosamente che la parola «soul», anima, sia quantomeno nel sottotitolo. Ma H Re, il Saggio e il Buffone edito da Einaudi, che mette a confronto in una cornice favolista un ateo, un buddista, un indù, un mussulmano, un ebreo e un cristiano, non a caso è stato scritto da un pastore protestante del Kenya, Shafique Keshavjee, che vive a Losanna facendo il teologo: il misto di freschezza e anche di un certo colore-stupore africano o di rigore teologico svizzero, ne fanno un libro strano, permeato di sincerità e a tratti anche profondo. Keshavjee racconta la storia classica di un torneo religioso: un Re annoiato e dubitoso, alla ricer- ca di un significato, cerca una fede da abbracciare, e con l'aiuto dei suoi simbolici dignitari, il Buffone inteso come la Carne e il Saggio come lo Spirito, misura l'Uomo sulle rispettive verità di fede. Durante il torneo, abbiamo modo di affezionarci personalmente ai protagonisti e anche d'imparare non solo Tabe, ma di approfondire i problemi teologici basilari delle tre religioni. «L'unica scusa di Dio è non esistere»: cita Stendhal il campione ateo Alain Tanier. E gli risponde un coro di religiosi che reclama un universo «orientato», un gruppo che compattamente individua l'amore come bussola per la vita e che illustra, per la nostra elevazione, i propri testi, i punti centrali del culto, le feste, i perché dei grandi misteri come la Sofferenza, la Tri- ruta, la Morte, la Resurrezione... E tuttavia, e questo forse è il maggior pregio di Keshavjee, il librò non è pacifista e dolciastro, non pretende di censurare né la storia dell'eterno sanguinoso con¬ flitto tra le religioni, né i problemi che esse portano con sé nel mondo contemporaneo. E anzi, il conflitto accompagna tutta la discussione teologica come un sottofondo di innegabile seppur penosa realtà: infatti, mentre i saggi disquisiscono, qualcuno minaccia la vita della bellissima Anima, musulmana, la figlia dello sceicco Ali ben Ahmed, un anziano saggio, cieco, innamorato degli scritti dei sufi e dei poeti persiani, appassionato di mìstica ancorché fedele alla lettera del Corano, e desideroso di comunicare la bellezza e la remissività di fronte ad Allah più della forza del mondo islamico. Ma il dramma sussiste, e qualcuno pugnala il rabbino David Halevy, che mentre è intento a spiegare il suo «Dio che si nasconde», si ritrova inopinalamenle innamorato di Amina. L'Amore, la Bellezza, la Compassione, e in fondo anche l'accettazione della sofferenza come valore conoscitivo ed etico, la fanno da padrone nonostante lo sforzo dell'autore di dare il meritato onore anche alle esposizioni del buddista e dell'indù. Essi restano un po' pallidi sullo sfondo, come pure il campione cristiano, troppo buono per essere vero; il suo valore, semmai, consiste nella grande articolazione teologica, più moderna di quella degli altri, con cui spiega i misteri della sua fede. Il vincitore de! torneo, come si può immaginare, alla fine non è altro che 1 Uomo, compreso l'uomo ateo, che si agita e lotta alla ricerca di una verità che qui, perlomeno, non viene individuata se non nell'afflato di simpatia e anche nell'informazicno che alla fine resta come un profumo nelle mani del lettore. E nell'inesausto conflitto che porta con sé l'uomo che vuole e pretende in nome del suo Dio. Fiamma Nirenstein S. Keshavjee II Re, il Saggio e il Buffone Einaudi. 240 pagine. 26 mila Are
Persone citate: Alain Tanier, Ali Ben Ahmed, David Halevy, Einaudi, Keshavjee, Keshavjee Ii, Shafique Keshavjee
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