Modigliani bacchetta l'Italia delle pensioni di Stefano Lepri

Modigliani bacchetta l'Italia delle pensioni «Quelle di anzianità sono una truffa» Modigliani bacchetta l'Italia delle pensioni //Nobel «Giù i tassi d'interesse per creare nuovi posti di lavoro» ROMA. «Che le pensioni di anzianità siano un obbrobrio lo pensa anche Sergio d'Antoni, solo che lui non lo può dire» prorompe Franco Modigliani, e accanto a lui il segretario generale della Cisl fa sforzi per restare impassibile. A ottantun anni Modigliani, premio Nobel per l'economia 1985, vuole ancora impegnare battaglia, e pensa che nella battaglia occorra anche smascherare le ipocrisie altrui. Lunedi scorso a Milano, aveva fatto l'identico scherzo al commissario europeo Mario Monti: «Anche Monti pensa che la Banca centrale europea debba abbassare i tassi, però non può dirlo». Sono questi due i fronti su cui si impegna Modigliani: una nuova riforma delle pensioni e un deciso calo del costo del denaro, in modo da contrastare la disoccupazione. Venuto a presentare la sua autobiografia Avventure di un economista, scritta in collaborazione con Paolo Peluffo, l'anziano economista italoamericano, distingue tuttavia fra gli avversari. Verso i banchieri centrali di Francoforte ò spietato: «Non so come possano dormire la notte, con la disoccupazione che c'è». Verso i sindacati, contrari a una nuova riforma delle pensioni, è benigno; «dal '93 sono la colonna del Paese», e se oggi l'inflazione è sconfitta il merito è della loro disciplina salariale. Tenta di convincere, Modigliani. Insiste, nella speranza che Cgil, Cisl e Ilil capiscano: «Le pensioni di anzianità sono inique, perché tolgono ai poveri per dare ai ricchi. Chi va in pensione di anzianità ottiene molto più rispetto ai contributi che ha pagato, ed in media aveva un salario più alto. Altri otterranno meno rispetto ai contributi I Nobel Modiglia ni che hanno pagato. Esistono problemi simili anche in Germania, Francia e Spagna. Soprattutto occorre cambiare la mentalità della gente: non è vero che la pensione sia una elargizione dello Stato a chi ha ben meritato, è invece il frutto di un risparmio dei lavoratori stessi, che deve essere proporzionato ai contributi di ciascuno». Alla presentazione del libro, organizzata dalla casa editrice Laterza, c'era appunto anche D'Antoni. Replicando, il segretario generale della Cisl non ha difeso le pensioni di anzianità come tali; ha solo sostenuto che su di esse in Italia si è creato un delicato equilibrio sociale «tra padri e figli» che è difficile toccare, non solo nel Sud dove i figli sono disoccupati ma anche nel Nord perché spesso vi si regge la piccola impresa familiare. Inoltre, secondo D'Antoni, «il lavoratore preferisce pagare un po' più di lasse piuttosto che modificare le aspettative per il proprio futuro». Sul secondo fronte, tanto è irritato Modigliani con le «corbellerie», cosi si esprime, dei banchieri centrali europei, da rimpiangere l'ex ministro delle Finanze tedesco Oskar Lafontaine: «E' un peccato che se ne sia andato, perché aveva lanciato delle idee giuste». Tuttavia ha fiducia che Carlo Azeglio Ciampi, sempre attento ai suoi consigli, si dia da fare per ottenere una politica monetaria più espansiva. La politica monetaria deve farsi responsabile della crescita economica abbassando il costo del denaro; «e se gli speculatori vogliono spingere l'euro al ribasso, aspettiamo che si stanchino». Stefano Lepri I Nobel Modigliani

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