Un automobilista lanciò l' Sos nel tunnel di Enrico Martinet

Un automobilista lanciò l' Sos nel tunnel Ma la commissione intergovernativa smentisce. e resta il giallo se il camion bruciasse già all'ingresso Un automobilista lanciò l' Sos nel tunnel Lo svela il video sul rogo del Bianco dato ai magistrati COURMAYEUR DAL NÒSTRO INVIATO Ore 10,55 di mercoledì 24 marzo; un automobilista parcheggia nel «garage» 22 del traforo del Monte Bianco, scende e corre verso il rifugio antincendio, schiaccia il pulsante dell'emergenza, lì parte il sistema di registrazione automatico della sala comando. E' questo il film consegnato dalla società del traforo ai magistrati francesi che indagano sul rogo in cui sono morte 45 persone. A distanza di una settimana dall'inferno del Bianco ecco la quarta versione su quanto gli «occhi» delle telecamere del circuito chiuso avrebbero visto. A fornirla è il vicepresidente della società italiana Franco Colombo: «Un nostro utente ha dato l'allarme dal garage 22». Lo fa all'uscita di una problematica riunioni! della conferenza intergovernativa (Francia e Italia) sui trasporti in cui esperti e diplomatici che ne fanno parte hanno ricevuto documenti dalla società di gestione italiana. Soltanto dichiarazioni, invece, da parte francese. Colombo aggiunge che «un minuto dopo l'allarme dalla sala controllo italiana è stato schiacciato il dispositivo dei semafori rossi ai due ingressi». Ciò significa che il sistema d'emergenza antincendio non ha funzionato in modo autonomo. I sensori della galleria non hanno trasmesso i dati alla centrale operativa, altrimenti la registrazione si sarebbe messa in moto. Neppure il filmato italiano svelerebbe dunque quanto accadu¬ to, cioè se il camion di Gilbert Degraves, che ha causato il rogo, lasciava una scia di fumo fin dall'inizio del suo viaggio sotto il Bianco. E quest'ultima versione della vicenda, cioè l'allarme dato da un automobilista, non è stata fornita ieri alla commissione intergovernativa. «A noi è stato detto altro», dice con sorpresa Pasquale Cialdini, dirigente del ministero dei Lavori Pubblici. E cioè? «Sia chiaro, a noi l'aspetto delle responsabilità, non interessa. Ci hanno detto che dopo un minuto dall'allarme è scattato l'intervento di soccorso». Il garage «22», per chi viaggia dalla Francia all'Italia, è enea 300 metri dopo il luogo dove si è fermato il camion di Gilbert Degraves. Le immagini del video «durano due ore, ma a partire da quando l'utente ha schiacciato il pulsante. Dqpo il fumo e le fiamme del camion si vedono persone e mezzi», dice ancora Colombo. Sul versante francese invece la registrazione non è avvenuta. Il presidente della società, Rémy Chardon, dopo aver detto due giorni fa che il meccanismo di registrazione non si è avviato non vuole più rilasciare alcuna dichiarazione. Ieri si è infilato nell'auto evitando microfoni e cronisti. Un silenzio deciso da tutti i rappresentanti francesi. Soltanto poche parole. E una sorta di balletto delie dichiarazioni: «Chiedete agli italiani». Le due società, che dividono a metà gli utili del traforo (34 miliardi nel '98), lavorano come una sola per quanto riguarda i sistemi di sicurezza: le sale comando sono l'una il doppio dell'altro. Tuttavia, di fronte al buio del filmato francese e all'assenza di documenti, Colombo commenta: «Chiedete ai francesi». L'ambasciatore Antonello Pie- tromarchi, presidente della commissione intergovernativa, dice: «Non ci sono discrepanze tra le versioni delle due società del traforo. Dal punto di vista personale posso aggiungere che da parte italiana è stato fatto un ottimo lavoro di fronte a un evento di una gravità eccezionale. L'intervento è stato molto efficace. Credo ci siano state illazioni che hanno troppo colpevolizzato le società di gestione. Lo dico dopo aver sentito il parere degli esperti». I commissari si riuniranno di nuovo a giugno per l'esame degli studi affidati ai tecnici e per «determinare le procedure che consentiranno la riapertura del tunnel nelle condizioni di sicurezza». Ma l'inchiesta giudiziaria sarà lunga, almeno un anno, come ha detto il procuratore di Bonneville Bruno Charve. E poi ci vorranno mesi per rimettere in sesto il traforo nella parte centrale, devastata dal rogo che ha raggiunto i 1300 gradi. Ieri, nella chiesa di Entrèves, ai piedi dell'ultima salita verso il traforo, si è svolto il primo funerale delle vittime dell'incendio, quello del motociclista Pierlucio Tinazzi. «Spadino» è morto nel rifugio «20», dove aveva condotto uno degli automobilisti in difficoltà. Alla vedova e alla madre i responsabili del traforo hanno consegnato una medaglia d'oro. Enrico Martinet I funerali di Pierlucio Tinazzi, il motociclista della società autostradale morto per soccorrere gli automobilisti

Persone citate: Antonello Pie, Chardon, Franco Colombo, Gilbert Degraves, Pasquale Cialdini, Pierlucio Tinazzi

Luoghi citati: Courmayeur, Francia, Italia